Sono le parole che ci ingannano. Sono i vili che ci tendono i fili del disinganno.
Amelia Rosselli
Stichwunden (Stilettate) è il titolo dell’installazione/performance dell’artista Rosalba Pagano. Figure femminili sfregiate, ferite, pugnalate nella psiche e non solo, per le quali il silenzio sembra essere l’unica arma di sopravvivenza. necessario dunque rompere il silenzio coll’arte. La pittrice si serve anche di versi poetici – Marina Čvetaeva, Virginia Woolf, Antonia Pozzi, Anne Sexton, Amelia Rosselli, Svia Plath – per sottolineare sia la frequentazione del dolore/colore, sia il desiderio delle donne di ribellarsi alle ingiustizie sociali soggetto e non oggetto; inoltre la pittura è per lei una forma d’espressione per raccontare se stessa.
Installazione pittorico-poetica dissonante e alogica che simbolicamente assurge a grido, Urlo (l’Howl di Ginsberg?), scagliato con forza contro ogni stereotipo di disinganno. Una sequela di immagini da ascoltare con gli occhi. Una tragedia contemporanea che sembra non scorgere epilogo. Imago femminili che disvelano come il corpo e la dimensione culturale della donna siano da sempre palcoscenico per mostrare paradigmi metaforici ideali e corporei.
Scriveva Virginia Woolf«Continuamente abbellisco l’immagine di me stessa nella mia mente, con amore, in segreto, senza adorarla apertamente, perch se lo facessi, mi smaschererei e dovrei stendere la mano per proteggermi con un libro». L’installazione/performance prender il via nel mese di giugno a Roma, per poi proseguire a Matera, Firenze e forse Napoli.
Rosalba Pagano è nata nel 1987 a Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta). laureata in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Lavora in teatro, sia in qualit di scenografa che di costumista, con la Compagnia TheaterAus. Il suo personale bagaglio culturale è arricchito da ulteriori competenze artistiche scrittura, pittura, fotografia, videomaker. Attualmente sta lavorando a un docu/video.
«In Germania, Inghilterra, Francia- sottolinea l’artista- fare cultura è un’attivit come un’altra svolgi il tuo compito e vieni retribuito per quello che fai. Quello che ti chiedono è cosa sai fare e non quanti anni hai o chi è tuo padre, come siamo abituati in Italia. Nel resto d’Europa c’è una visione concreta della cultura è un settore in cui s’investe perch la cultura è un valore aggiunto e crea ricchezza. In Italia non viene per nulla riconosciuto come lavoro e neanche viene percepita la fatica che c’è dietro. I nostri politici’ dimostrano di continuo di non sapersi rapportare adeguatamente con la cultura. Basti guardare cosa sta succedendo a Napoli per il teatro San Carlo e il teatro Mercadante. A un teatro, a un museo non servono soldi o, meglio, quelli servirebbero, ma servirebbero soprattutto progetti culturali. I politici’ dovrebbero puntare sulle competenze e sulle persone che valgono. Concordo col M Roberto De Simone quando afferma “Mi piacerebbe appunto assistere a una rivoluzione che spazzi via gli improvvisati, i traffichini, i politici e il potere che si sono arrogati».
Cosa convive in una tua opera?
Coesistono indubbiamente componente onirica e poesia verso cui c’è una forte empatia. L’arte incardinata sulla sottile linea dell’inconscio e dell’ossessione in cui il simbolismo è potente forza sconvolgente e innovatrice. Il legame tra arte e sogno è intuitivo, evidentemente ovunque la soggettivit dell’artista si esprime senza filtri attraverso le immagini. Si pensi a immagini pittoriche, ma anche a rappresentazioni teatrali o alla trama di immagini di un testo letterario. Nella nostra vita il sogno rappresenta una parte di tempo non inferiore rispetto a quello della veglia. una parte indispensabile della nostra esistenza, perch nel sogno ci appaghiamo pienamente di tutto ciò che accade. L’onirico è dirompente e dissacrante.
Come nasce il tuo percorso artistico?
Leggendo e studiando innanzitutto, poi analizzando e osservando i quadri di Frida Khalo, Salvator Dal, Max Ernst, Paul Klee, Roy Lichtenstein, i Dadaisti, etc. Da ciò è nato un percorso autonomo strettamente personale.
I tuoi progetti?
Sto lavorando in qualit di scenografa e fotografa alla realizzazione di un docu/video. Nei prossimi mesi lavorerò a un nuovo progetto teatrale con la Compagnia teatrale TheaterAus, con cui condivido appieno pensieri e affinit culturali. Stiamo infatti creando una Comunit Artistica che contrasti la pseudo cultura Lobbyzzata e Lottizzata che ci sovrasta da troppo tempo. Resta a noi continuare, quindi, essere i guastatori’. Nel senso propositivo del termine.
Nelle foto, due sequenze di "Stichwunde", "I sentimenti fanno male" e l’autrice