E’ un po’ il destino della città. Sembra sempre che stia per affondare. Poi, in un guizzo, risorge. Come è avvenuto ieri allo Stadium di Torino per un assalto di testa del gigante Koulibaly alla rete della Juve.
Napoli, accerchiata da criminalità, corruzione, giochi di potere, non ci sta a essere esclusa dal giro turistico d’Italia, e ridiventa, in breve, capitale d’arte fascinosa, con record di visitatori, non solo durante le feste comandate. E, poiché in questi anni ha scoperto di essere una madre affettuosa, ci tiene a essere giusta con tutta la prole. Non più figli e figliastri: combatte perché i propri quartieri vengano mostrati con orgoglio allo sguardo di tutti. Così valorizza le periferie e difende a spada tratta luoghi storici snobbati da chi aveva interesse a mostrarne il salotto buono per assumersi primati di cultura e politica, mestamente ridotti a interessi personali.
La città diventa un Museo aperto 2. 0 che offre prospettive agli under 30, su esperimento e volontà della giunta comunale. Si allunga il passo anche in una zona abbandonata per troppo tempo, quella di piazza Mercato e dintorni, dove cittadini e associazioni, in prima fila due consorzi, quello delle antiche botteghe tessili, guidato da Claudio Pellone, e del Borgo Orefici, presieduto da Roberto De Laurentiis, lavorano con tenacia e pazienza per valorizzarla grazie a coraggiose iniziative culturali.
Dopo il concerto del 13 aprile a San Giovanni a mare, uno dei gioielli quasi sconosciuti ai tour ufficiali, il 27 aprile una nuova proposta musicale in un tempio della bellezza gotica, la chiesa di Sant’Eligio, commovente per la sua nudità architettonica. Alle 17 vanno in scena perle dell’opera italiana. Introduzione all’ascolto, commenti, annotazioni a cura di Paolo Ponziano Ciardi. Ne sarà protagonista, il Florece Brazz Quintett con Pietro Saia, Marco Maestritrombe, Alessandro Giorgini (corno), Edoardo Baldini (trombone), Nicola Pelli, basso tuba). Brani tratti da opere di Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini e Pietro Mascagni.
Il Florence Brass Quintet si forma nel 2016 grazie a cinque ragazzi che hanno studiato al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze con cui continuano a collaborare, oltre che con l’Opera fiorentina e Palazzo Vecchio. Un repertorio, il loro, che spazia dalla musica antica fino a pezzi pop e rock.
Il progetto Napoli Museo Aperto 2.0, avviato lo scorso e finanziato dal programma europeo Garanzia Giovani, ha coinvolto circa 100 ragazzi tra i 18 e i 29 anni, impegnati in attività di accoglienza turistica e alla fruizione dei monumenti.
Il progetto matura, adesso, in una seconda fase più strutturata e duratura. Si punta a favorire nuove forme di imprenditorialità affinché i giovani possano organizzare attività culturali e artistiche, provvedendo alla manutenzione ordinaria dell’immobile, con biglietti di ingresso che consentano loro di autosostenersi.
Dieci i tesori individuati nella strategia di recupero: Ruota Annunziata, San Severo a Pendino, Santa Maria degli angeli, San Pietro a Majella, Sant’Agrippino a Forcella, San Pietro ad Aram, Santa Maria a Caravaggio, Sant’Eligio, San Giovanni a mare, Sant’Arcangelo agli Armieri. Gemme storiche come risorse del futuro.
In foto, il magnifico arco di Sant’Eligio
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