Visitare la mostra di collezione di quadri di Maurizio Valenzi al Maschio Angioino è, per i fortunati amici di Maurizio o abituali frequentatori della sua casa, una grande emozione. L’allestimento essenziale rivela però una non conoscenza della casa di Valenzi, le quali sono collocate in un ordine diverso e forse secondo una sensibilit e un gusto differenti. Riportano comunque a ricordi cari, sono i quadri che erano presenti nel salone e nell’ingresso della casa del Senatore.
Ogni opera potrebbe essere sottolineata da una frase di Valenzi ironica e profonda. Era un uomo divertente, non aveva nessuna spocchia, ricco di una grande personalit , un pezzo di storia vivente, non aveva bisogno di sovrastrutture e orpelli, si affermava e affascinava poich era Maurizio Valenzi.
Un gentiluomo di altri tempi, calato nella profonda conoscenza e analisi della societ , della politica e della vita odierna. Più moderno di molti giovani politici di oggi aveva una visione pacata e lucida dei fatti. Questo non impediva il suo infervorarsi su punti essenziali.
La mostra organizzata dalla Fondazione Valenzi e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Napoli e curata da Olga Scotto di Vettimo è visitabile fino al 14 marzo 2014 e comprende oltre a dieci quadri firmati dallo stesso Valenzi, altre cinquanta opere di autori figurativi e informali, tunisini, napoletani, che evocano ambienti storico-artistici della nostra citt e anche internazionali.
Le opere sono, oltre che testimonianza artistica, testimonianza storica, culturale e amicale De Filippo, Ricci, Guttuso, o i compagni tunisini Lellouche e Moses Levy, Corpora, i più giovani amici, ma non certo meno cari, come il compianto Guido Secerdoti o Aldo Zanetti a cui fu legatissimo negli ultimi anni e che amò quasi come un figlio. «Più che novantenne, con una vista sempre più debole, soprattutto dopo le insistenze di Litza, mi regalò racconta e ricorda Zanetti i suoi cavalletti e i vari arnesi per dipingere. Conservò però per s un cavalletto e una cassetta di colori, a Litza che gli chiedeva il perch, rispose che non si poteva mai dire, e che un giorno forse avrebbe potuto e voluto usarli».
E poi sculture come quella geniale di Giuseppe Antonello Leone “Pulcinella sceglie la libert “ e tante altre dense di contenuti e di affetto di molti altri artisti da Matta, Notte a Ciardo.
Una bella visita quindi nell’arte, nella storia, nei ricordi.
Nelle foto, quattro momenti dell’inaugurazione