Assistere all’ultima rappresentazione di un’opera (il 17 dicembre) è come raccogliere le briciole di un sontuoso banchetto. Solitamente si replica sostenendo che tutte le repliche sono di pari qualità, ma bisogna trovare qualcuno disposto a crederci…
«La fanciulla del West», opera in tre atti di Giacomo Puccini, su libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini, è stata in scena al San Carlo, sotto la direzione di Juraj Valčuha, con un nuovo allestimento interamente firmato dall’argentino Hugo De Ana, tra i maggiori registi del momento. L’opera fu messa in scena per la prima volta al Teatro Metropolitan di New York e vide tra i suoi interpreti il napoletano Enrico Caruso.
Con questo titolo è stata inaugurata la stagione del Massimo napoletano, con il consueto parterre di autorità e gli immancabili commenti sugli abiti delle signore. Per la grande occasione è stato reclutato un cast d’eccezione con interpreti fra i più affermati. Minnie è interpretata dal soprano statunitense Emily Magee, il 17 dicembre da Rebeka Lokar. Il ruolo dello sceriffo Jack Rance è stato affidato a Claudio Sgura; il bandito Ramerrez Dick Johnson ha la voce di Roberto Aronica e di Marco Berti, nella replica del 17.
L’elemento di spicco, che pone all’attenzione del pubblico la capacità del San Carlo di produrre spettacoli di qualità elevatissima, è sicuramente la direzione di Juraj Valčuha. A questa si aggiunga l’efficace allestimento western in stile primo Novecento di un’opera che torna a Napoli finalmente dopo quarantadue anni di assenza. Uno dei punti più alti dell’opera è stato il valzer scandito in due, eseguito in una dimensione estatica, surreale, onirica, di squisita musicalità.
La matrice italiana della lettura del capolavoro pucciniano stempera le tinte da far west, che solitamente colorano questo titolo. La gelosia, il sogno, la nostalgia e alcune robuste pennellate di folclore compongono una tavolozza variegata e sempre attraente, che ammalia lo spettatore dall’inizio alla fine.
In perfetta sintonia con il podio, la regia di Hugo de Ana ha contribuito non poco a realizzare una “Fanciulla del West” non fatta solo di oleografia e di folclore, ma anche di tanti sentimenti, potenti, vigorosi, come la musica di Puccini. Nel cast della serata alla quale si riferiscono queste cronache, brillavano – poco, in verità- Rebeka Lokar, nel ruolo di Minnie e Claudio Sgura (Jack Rance).
L’orchestra era in splendida forma; positiva, nel complesso, la non facile prova del Coro del Teatro San Carlo, diretto da Marco Faelli.
Per spaerne di più
http://www.teatrosancarlo.it/
Nella foto in alto, uno momento dell’opera “La fanciulla del west” in uno scatto di Luciano Romano
LA NOTIZIA
Mercoledì 20 dicembre , alle 14, il foyer del teatro San Carlo ospita i senzatetto. L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Teatro di San Carlo insieme alla Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Tecnologie innovative per i Beni e le Attività Culturali e Turistiche (in acronimo Fondazione ITS BACT) – con la partecipazione della Caritas Diocesana di Napoli e con l’ausilio degli istituti alberghieri della Campania: “Giustino Fortunato” di Napoli, “De Gennaro” di Vico Equense, “Pantaleo” di Torre del Greco, “Duca di Buonvicino” di Napoli, “Petronio” di Pozzuoli e “Corrado” di Castel Volturno.
Un modo per diffondere la “cultura della solidarietà” e i principi della Dieta Mediterranea, riconosciuta dall’Unesco quale Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Infatti, l’iniziativa è compresa nella rassegna sulla cultura gastronomica della Dieta Mediterranea Convivio Mediterraneo.
L’evento è stato reso possibile anche grazie alla partecipazione di: Scaturchio Opera Cafè, Formaperta Sabox, Medeaterranea accademia enogastronomica, Cantine Vigne Sannite, Il San Cristofaro, Masseria delle Grazie, Eurofish Napoli, Dolce Pane, Le Stanze della Cultura. Rai 1 riprenderà l’iniziativa e i momenti salienti saranno proposti durante la trasmissione televisiva “La vita in diretta”.