Qui sopra, la copertina della guida. In alto, una scena del film "Ghostbusters"
Qui sopra, la copertina della guida. In alto, una scena del film “Ghostbusters”

“…In questo viaggio lungo la nostra penisola ho scoperto tante storie d’amore, alcune note, altre sconosciute, racconti di passioni e ovviamente di morte…Un’occasione per andare alla scoperta di luoghi e fatti non certo riportati dalle fonti ufficiali o dai libri di testo, un’Italia nascosta e segreta…”. Guida ai fantasmi d’Italia – Dove cercarli e trovarli, di Anna Maria Ghedina, edito da Odoya, pagg.  406, euro 22.
Il fantasma è quello di una persona dell’oltretomba, ma si dice che in certi casi sia possibile la materializzazione dello spirito di una persona viva, che va in aiuto di un congiunto in pericolo. Nel 1901 il medico Duncan Macdougall prese a pesare i pazienti al momento del trapasso. Esalato l’ultimo respiro, riscontrò che i defunti pesavano esattamente 21 grammi in meno prima di rendere l’anima a Dio.
L’infestazione è la manifestazione che maggiormente viene verificata dagli acchiappafantasmi. Gli spiriti che infestano un luogo, si dice, agiscono in modo ripetitivo, indipendentemente dai viventi che circolano nella loro area di azione. Insomma, quello di AnnaMaria Ghedina è una sorprendente guida al mondo dell’indefinito, un itinerario delle presenze occulte, il racconto di luoghi permeati da presenze immaginarie.
In questo esaltante giro per l’Italia Napoli si distingue con i suoi due più conosciuti fantasmi partenopei: ‘o munaciello e ‘a bella mbriana.
Il primo, piccolo monaco, è uno spiritello dispettoso e bizzarro e si materializza in presenza di belle donne. La sua origine risalirebbe al 1445, la sua storia è legata alla bella Caterina Frezza e del suo amante Stefano Mariconda. La prima, figlia di un ricco mercante di stoffe, il secondo appena garzone. Amore, quello tra i due, contrastato dal diverso status sociale di appartenenza; Stefano viene assassinato e Caterina si rinchiude in convento. Il bimbo che quest’ultima dà alla luce e deforme, viene adottato dalle suore del convento. Quando cammina per strada viene additato come ‘o munaciello, la credenza popolare gli attribuì poteri magici. Morì misteriosamente.
A differenza del primo ‘a bella mbriana viene additata come un fantasma buono. Avere questa presenza in casa significa assicurarsi benessere e salute. La credenza vuole che in casa bisogna lasciare sempre una sedia libera perché questa potrebbe entrare e riposarsi. Passeggiando per il Duomo di Milano, a nord della piazza, sulla parete verticale vi è tratteggiato il segno zodiacale del Capricorno. Lo stesso animale con il quale viene raffigurato il diavolo.
Sulla facciata del Duomo sono effigiati draghi e serpenti, elementi tipici delle cattedrali gotiche formate da simboli d’origine templare e orientale. Proprio qui sembra vagare lo spirito sconsolato di una dama vestita di nero. Si dice che un fotografo mentre sviluppava il fotogramma riprendente due sposi davanti al portale del Duomo, notasse una donna vestita di scuro che al momento dello scatto non c’era. Potrebbe essere  il fantasma di una certa Carlina. Quest’ultima, fresca sposa, portava in grembo un segreto: il frutto di un amore fuggiasco. Ignaro il suo dolce Renzino. La nebbia, il freddo, l’angoscia, le figure di mostri e draghi, la misero in fuga dallo sposo, corse fino a perdifiato, angosciata dal peso del peccato probabilmente correva verso la guglia della Madonnina per farsi perdonare. Ma precipitò nel vuoto e morì.
Il suo spettro, tuttavia, è segnale di buona fortuna quando compare nelle foto di novelli sposi, probabilmente ad augurare un matrimonio felice e sereno, come non lo ebbe lei.
Palermo, piazza Verdi, teatro Massimo, il più grande edificio lirico italiano. La sua costruzione nasce sulle macerie di una chiesa e di un monastero, abbattuti per lo scopo. Una piccola suora la cui tomba sarebbe stata violata durante i lavori appare alle maestranze e ad un cantante che ne avvertì la presenza cercando di evitarla. Quest’ultimo ebbe un inspiegabile abbassamento della voce. Chi non crede al fantasma della piccola suora, si dice, inciampi su un gradino entrando in teatro.
Un lavoro, quello dell’autrice, attento e scrupoloso, in gran parte inedito, che classifica lo stivale dal punto di vista dell’immateriale, svela un mondo affascinante, uno spaccato, talvolta sotterraneo, dei miti e delle leggende del belpaese. Frutto di uno studio accurato e fonti necessariamente ricercate.
Vale la pena leggerlo si direbbe di qualsiasi libro sfogliato, ma questo “appiccica” qualcosa addosso al lettore, lo avvolge e lo rende estraneo alla vita materiale di tutti i giorni. Lo tuffa nel fascino di ciò che sfugge al quotidiano scorrere del tempo.

 

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