Chi l’ha detto che la musica napoletana sia solo “made in” Gigi d’Alessio o Anna Tatangelo? Chi l’ha detto che la Napoli musicale appartenga ai versi del neomelodico? Ma soprattutto, chi l’ha detto che la musica napoletana non riesce ad uscire dai “vicarielli”?
La riposta è semplice: chiunque non conosca la Lucky Planets.
Fondata dai napoletanissimi Giancarlo Spadacenta (gi dirigente di diverse majors italiane, da 30anni nel campo della discografia) ed Enzo De Paola (Art Director e Public Relation), quest’azienda di produzione e distribuzione musicale, infatti, è nata con l’ambizioso scopo di ripescare, valorizzare e riproporre la musica napoletana, non solo all’interno dei confini nazionali, ma anche all’estero, ricercando meticolosamente e recuperando, con un lavoro che definire certosino è poco, dagli archivi delle case discografiche dischi e singoli di autori napoletani che con il tempo hanno finito col diventare semplici ricordi, se non, ingiustamente, meno.
La Lucky Planets ha sede a Milano, patria dell’industria discografia italiana e, grazie ad essa, il repertorio di autori della cultura partenopea come Peppino Di Capri, Eugenio Bennato, Eduardo De Crescenzo e Lina Sastri (solo per citarne alcuni) è ora disponibile a tutto il pubblico nazionale e estero, ma non solo questo. Infatti l’opera di quest’ambiziosa azienda comprende il lancio di volti nuovi del panorama musicale napoletano e la garanzia di una possibilit per artisti italiani ancora senza contratto.
Insomma, tanta carne al fuoco per la “creatura” di Spadacenta&De Paola, che continua a salvare perle d’epoca a rischio estinzione, a salvaguardare quella parte del patrimonio nazionale che risponde al nome di musica napoletana, senza tralasciare il cosiddetto “nuovo che avanza”. Esempio concreto è la concomitanza dell’ uscita dell’album “Quanno figlieto chiagne e vo’ cant , cerca int’a sacca…e dalle a libbert !” del 1974, in cui Peppino Gagliardi musica e interpreta poesie dei poeti più rappresentativi della Napoli dell’800, da Di Giacomo a Russo, con la produzione dell’album di Pietra Montecorvino, “Italiana”, o dell’uscita del Cd di Sergio Bruni e Salvatore Palomba, un Lp del 1976, rubatoci dal tempo che passa inesorabile, insieme a quella dell’album di Umberto Bellissimo, “Non solo varietè”.
Ma non basta. Poich il web è il mezzo che oggi garantisce la più larga diffusione, l’azienda non si è fatta mancare (oltre al sito Luckyplanets.it, provvisto del servizio vendita online) una Web Radio, Radionapolimusic.net, il cui palinsesto di 24ore altro non comprende che non sia musica napoletana, con l’esplicito intento di garantirne l’ascolto ad una fetta ancora più grande di pubblico.
“A forza di dar credito a certe canzoni abbiamo perso la capacit di cantare davvero” scrive il poeta Salvatore Palomba. In un mondo che gira cos, la Lucky Planets appare come una voce stonata all’interno del coro, una voce che non vuole seguire la corrente, una voce che non imita, una voce che non vuole semplicemente intonare una canzone, una voce che vuole, appunto, “cantare davvero”….
In foto, Salvatore Di Giacomo