Gaetano Brandi presenta sue opere d’arte dal 1976 al 2016 nella sala delle carceri di Castel dell’Ovo in Napoli. La mostra antologica, a cura di Vincenza Falco e patrocinio del Comune, è fruibile fino al 12 settembre dalle ore 9 alle 19,30, festivi 9-14, ingresso libero. Lo spazio in cui vive la mostra accentua la visione dei singolari soggetti dipinti.
L’ampia storica sala, fiabesco antro con profondi cannocchiali scavati verso il mare, è in un castello, protagonista di leggende, posto su un isolotto, quasi uno scoglio, su cui si lasciò morire la bella Partenope. Il Castello, facente parte del castrum Lucullanum, custodisce, secondo una altra leggenda nota anche a Petrarca ospite di Roberto d’Angiò, un mitico uovo posto in un luogo segreto da Virgilio.
Partenope e l’uovo, se rimane intatto, proteggono nei secoli Napoli. La mostra, gi appena si accede nella sala, stupisce e abbaglia per la vivacit dei colori che quasi illuminano le gialle rocciose pareti e l’alto soffitto a botte.
L’impressione è di entrare in un allegro ambiente vivace come può essere un atrio di un asilo in cui anche sulle finestre sono esposte disegni ideati da fanciulli che raccontano la loro gioiosa realt in cui vivono. Sulle pareti, lunghe decine di metri, Brandi racconta anni della sua vita. Il suo narrare, esposto su più file, ricorda la Colonna di Traiano, primo esempio di un lungo documentario di guerra con fotogrammi scolpiti su pellicola marmorea lunga 200 metri. Ma prima, la storia ricorda le metope, scatti fotografici, sul Partenone. Le opere, esposte non in ordine cronologico, sono ricordi di anni dedicati alla pittura, grafica, scultura. Scrive Falco «I soggetti delle opere di Brandi risultano problematici perch suggeriscono interrogativi evidenziando l’incompletezza e la finitudine di ogni elemento che è sempre in compagnia del suo opposto. Opposti che però non si negano a vicenda per escludersi, i loro interrogativi non combattono ma comunicano e comprendono il loro reciproco determinarsi».
In mostra alcune decine di lavori in diverse dimensioni eseguiti con varie tecniche tempere, acrilici, matita, china, olio, grafiche, collage, dipinti su jeans, riciclo di oggetti poveri. Brandi dipinge tutto ciò che vede, sogna, immagina ritratti, paesaggi, nature morte. Ogni cosa è elaborata in stile figurativo mescolato all’astratto al di fuori degli schemi convenzionali. Nei ritratti non appare il modello nelle sue reali sembianze ma come lui percepisce il profondo intimo di chi gli sta accanto.
Nelle opere si evidenzia la sua natura romantica, estrosa, vulcanica, espressa in forme contorte e oniriche. In alcune appare più evidente la sua passione per l’ambiente, il Giappone terra del karate sport da lui praticato, la donna, la musica La rosa e le spine, Sole con la luna, Il pesce tropicale, L’eclissi di luna e il barbiere, L’usignolo giapponese, La donna cannone, La bella e la bestia, Fausta la rossa e l’artista, L’abbraccio, Serenata al chiaro di luna, 79 d.C. 2012.
La rappresentazione in chiave estrosa e vivace di oggetti e soggetti presenti nella realt , le molteplici tecniche, rendono la mostra molto interessante per i ragazzi da stimolarli a dipingere il loro mondo con quella spontaneit e vivacit del loro essere giovani come Brandi. Fare arte con passione o solo per diletto rende il fanciullo precocemente adulto incline al dialogo fraterno con i coetanei di altre etnie, al non uso delle armi, ad agire senza violenza. Arte visiva, teatro, danza, musica, canto, alcune discipline sportive, educano a socializzare, formano il carattere, stimolano la passione per la cultura, per la fratellanza, la libert , la pace.
Non è importante se non si diventa celebri come Raffaello, Caravaggio, Totò, Fracci, i giovani Mozart e Domenico Scarlatti, Dalla o Pausini, se non si vincono medaglie alle Olimpiadi. Importante è diventare e vivere da uomini o donne e non da maschi rozzi femmine sciatte. Nino Daniele, assessore alla cultura e al turismo, all’inaugurazione, ha evidenziato il ruolo dell’arte che, negli ultimi anni, ha incrementato turismo e occupazione, in modo da far tornare Napoli meta preferita per tanti stranieri per la sua antica vocazione di cultura e di accoglienza.
Nelle foto, alcuni scorci dell’esposizione