Ironica e beffarda, la partenopea Isotta Bellomunno, classe 1987, con formazione milanese all’Accademia di Brera,gioca intorno al cognome di famiglia, specializzata in onoranze funebri a Napoli dal 1820. Nel 2013 ha stupito la sua performance con la barabarca il 21 settembre, nel golfo di Napoli, tra via Caracciolo e Castel dell’Ovo. Eccola di ritorno proprio al castello, ma questa volta nella sala delle ex prigioni, domani (sabato 3 ottobre) alle 17 dove propone una mostra mostra provocante, sarcastica e profondamente lucida, “Latte di Mamma”, a cura di Chiara Reale con la collaborazione dell’assessorato alla cultura e turismo del Comune di Napoli, visibile fino a 13 ottobre.
L’artista utilizza disegni, fotografie, istallazioni, performance per interpretare l’essenza più intima e profonda del “femminile”, sviscerandolo tra religiosit , credenza popolare, mitologia. Partendo dal tema di questo archetipo “materno”, alla sua simbologia e alla metamorfosi, Isotta riflette sulla presenza non solo mistica della percezione religiosa nella societ contemporanea, assediata dall’ idea dell’usa e getta.
Spiega la curatrice Chiara Reale «Secondo Jung la Grande Madre è l’autorevolezza magica del femminile, la saggezza e l’elevatezza spirituale che trascende i limiti dell’intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondit , la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l’abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l’ineluttabile. Traducendo nella propria cifra artistica il pensiero junghiano, Isotta Bellomunno riscrive i segni che compongono l’archetipo e che prendono forma nell’inconscio collettivo dell’individuo contemporaneo. Nelle sue molteplici opere – disegni, fotografie, istallazioni, performance – l’artista unisce alla simbologia pagana quella cristiana, indugiando in una riflessione che si presenta s spirituale ma che vuole anche scavare in una percezione della religione nella societ contemporanea, in cui il consumo assume quasi una nuova forma di idolatria».
Per saperne di più
www.isottabellomunno.com
Nella foto, l’immagine dell’artista sull’invito alla mostra