Duecento reperti in mostra al Museo archeologico nazionale di Napoli (Mann), provenienti dagli straordinari siti di Ercolano e Pompei. Opere il cui fascino ha rapito gli studiosi di tutto il mondo, a partire dal loro ritrovamento, e che ancora oggi sono occasione di unione tra le nazioni.
Ercolano e Pompei. Visioni di una scoperta è il titolo dell’esposizione che, dopo il successo in Svizzera (dal 24 febbraio al 13 maggio), è arrivata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nella sala della meridiana per restarvi fino al 30 settembre 2018. In mostra reperti archeologici d’immenso valore documentario, tra cui l’anello di re Carlo di Borbone, incisioni, rilievi, ma anche disegni e opere illustrate tra cui il taccuino con i disegni acquerellati dell’archeologo inglese William Gell, che visita Pompei nel 1815.
La mostra ha preso il via con un convegno cui hanno partecipato, con il direttore Paolo Giulierini, Cristian Masset (ambasciatore di Francia in Italia) e Dagmar Schmidt Tartagli (ministro d’Ambasciata di Svizzera a Roma). La kermesse è curata da Mariarosaria Esposito, Nicoletta Ossana Cavadini e Pier Giovanni Guzzo.
In occasione dell’apertura (foto), è stato presentato il libro Visioni di una scoperta. Otto racconti su Ercolano e Pompei edito da Libreria Dante&Descartes, un prodotto della sinergia con gli istituti di lingua straniera a Napoli, tra cui il Goethe Institut, il British Council, l’Instituto Cervantes e l’Institut Français.
Nel volume, autori di diversa nazionalità (Luigi Trucillo, Théo Ananissoh, Gaston-Paul Effa, Mamadou M. N’Dongo, Gael Octavia, Andreas Schlüter, Charlotte Higgins, José Vicente Quirante Rives), con gli occhi del presente, si confrontano con l’eredità che respira nelle tracce delle antiche città vesuviane.
Commenta Giulierini: «Da Ercolano e Pompei. Visioni di una scoperta ci perviene un chiaro segnale di quanto la cultura classica sia uno dei pochi pilastri su cui può trovare fondamento il concetto di unione europea: per questo insieme al m.a.x. di Chiasso, abbiamo costruito un percorso non soltanto dalle solide fondamenta scientifiche, ma anche aperto a un dialogo sempre attento con il presente».
Per saperne di più
https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/