Come annunciato, arriva il catalogo. E sarà presentato domani mercoledì 18 settembre, alle 17, nella Sala dei Baroni in Castel Nuovo. Interverranno, oltre alla curatrice Isabella Valente, Nino Daniele, Giuseppe Gaeta, Guido Trombetti e Matteo Palumbo.
Il catalogo completa la mostra che è stata inaugurata il 24 luglio nella cappella palatina dello storico castello partenopeo, simbolo della città e vi resterà allestita fino al 2 ottobre, promossa nell’ambito dell’Estate a Napoli, dall’assessorato alla cultura del Comune.
La scuola di Posillipo. La luce di Napoli che conquistò il mondo è il titolo della grande esposizione a ingresso gratuito: oltre settanta opere pittoriche provenienti da raccolte private che offrono allo spettatore un viaggio nel tempo e nello spazio, oggi trasformato e quasi irriconoscibile. Dai dipinti di artisti come Pitloo, Gigante, Scedrin, Vervloet, Dahl emerge l’atmosfera magica di un panorama che ha incantato il mondo.
La Scuola di Posillipo rinnova l’arte concentrata sulla natura, supera la mera rappresentazione e coglie l’anima della veduta. Un rinnovamento che parte proprio dall’olandese Anton Sminck van Pitloo, trapiantato a Napoli nel 1816. Che sceglie i fogli di carta carta, in genere applicati in un secondo momento su tavolette e tele. Ma per carpire la luce mutevole utilizza anche la grafite, il lapis, la china, l’olio su carta, l’acquerello e la tempera.
Tanti gli stranieri giunti a Napoli per il Grand Tour. Tra questi il gallese Thomas Jones, che ha lasciato di Napoli un’immagine fantastica in piccole inquadrature oggi a Londra e a Cardiff, i norvegesi Johan Christian Clausen Dahl e Thomas Fearnley, l’inglese William Collins, il belga Frans Vervloet, i francesi Karl Girardet e Jean-Charles-Joseph Rémond, il russo Sil’vestr Feodosievič Ščedrine tanti altri.
Ma nella scuola di Posillipo, svetta tra tutti, Giacinto Gigante che con poche libere macchie di colore riesce a catturare l’impressione luminosa della natura, trasformando Napoli, Sorrento, le isole del golfo, i Campi Flegrei in scenari fiabeschi.
La riforma della pittura di paesaggio realizzata dalla scuola di Posillipo matura poi nel verismo di Filippo Palizzi e infine alla Scuola di Resina, nata all’inizio degli anni Sessanta dal simposio di una cerchia di artisti riuniti nella casa-studio di Marco de Gregorio nella Reggia di Portici. Con lui, Giuseppe De Nittis, Federico Rossano, Adriano Cecioni e lo scultore Raffaele Belliazzi, creando un nuovo prototipo pittorico che contemplava la pittura di “macchia”.
E se non ci fosse stata la illustre scuola di Posillipo, non sarebbe nata quell’agguerrita avanguardia storica del secondo dopoguerra a Napoli che, nutrita di quell’incantesimo, vi si ribellò de-costruendolo per dare vita a interessanti fenomeni come Movimento arte concreta Napoli. Ma questa è un’altra storia…
Per saperne di più
https://www.facebook.com/La-scuola-di-Posillipo-e-la-sua-luce-680133212428708/
Fino al 2 ottobre nei seguenti orari
lunedì – sabato 10.00-18.00, domenica 10.00-13.00
Per ulteriori informazioni:
lascuoladiposillipo@gmail.com
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