A Napoli il mondo Sotto Sopra di Omar Hassan. Il Palazzo delle Arti Napoli (Pan, in via dei Mille, 60), ospita la prima personale napoletana dell’artista che resterà allestita fino al 28 marzo.
La mostra, curata da Maria Savarese, è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo, la Prometeo Gallery e la Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e coordinata da Editori Paparo.
Classe 1987, Omar Hassan nasce a Milano da madre italiana e padre egiziano, un’educazione multiculturale che risulterà ovviamente caratterizzante per la formazione dell’artista e fondamentale per la sua capacità di apertura mentale. La sua carriera artistica inizia con la street art a Lambrate, nella periferia milanese.


Si forma, poi, all’Accademia di Brera, qui diventa allievo di Alberto Garutti, uno tra i grandi nomi dell’arte contemporanea italiana, maestro dell’arte concettuale.
Hassan riesce a tenere insieme, nelle sue opere, le sue due passioni, l’arte e il pugilato (interrompe la carriera sportiva a 19 anni, dopo 121 incontri sul ring) con la serie “Breaking Through”: attraverso le performance mette in atto un vero e proprio combattimento con la tela, indossa i guantoni, li intinge nel colore e, scazzottando, lo trasferisce sul supporto, fino a creare una vera e propria esplosione di toni e sfumature in cui il gesto dell’artista è chiaramente visibile.
Il tempo, la sintesi e il colore sono elementi fondamentali per la costruzione dei lavori dell’artista italo – egiziano, che si muove abilmente tra la street art e la performance, la cultura islamica e l’action painting, usando guantoni o bombolette.
«Dalle opere di Omar Hassan – scrive la curatrice nel testo che accompagnalla mostra – si coglie il movimento dell’artista mentre dipinge, si intuiscono i colori che ha utilizzato per primi e la forza che ha impresso in ogni singola goccia. La pittura diventa un gesto e ogni gesto un segno sulla tela. La saturazione dello spazio pittorico genera come risultato la totale inclusione dello spettatore nella dimensione creata dall’artista fatta di pura espressione non mediata neanche dalla mimesi».
Al Pan  sarà possibile osservare anche un corpus di opere inedite e realizzate ad hoc. Il visitatore si troverà di fronte ad un rito passaggio dell’artista, quasi un cambiamento: Hassan in alcuni casi rinuncia al colore (elemento per lui fortemente caratterizzante) e, attraverso l’utilizzo del bianco e nero, punta a enfatizzare il gesto per mostrare la vera essenza dell’opera
I 14.280 tappi di bomboletta spray, dipinti uno per uno per realizzare l’opera “Quartiere”, per esempio, ricreano in monocromia Napoli: lo scopo è quello di evidenziare l’individualità ma all’interno di una collettività che proprio dai singoli può essere arricchita. Togliere il colore diventa gesto d’amore e annullamento di ogni diversità, ode all’uguaglianza.
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In foto l’autore e alcune delle opere in mostra

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