Il corpo di Ofelia giace sulla zattera. Nuda, i capelli rossi lunghi ne accompagnano la figura che racconta tutto l’amore e la disperazione del mondo. Sul suo corpo sono adagiati triangoli blu, frammenti di un mare che alimenta la speranza di chi fugge dalle terre infiammate d’odio, complice involontario dei trafficanti di merce umana, spesso dissipata negli abissi. Ofelia è creatura di gommapiuma cucita dalle mani dello scultore napoletano Gerardo di Fiore che l’ha eletta protagonista della nuova opera esposta nell’ultima mostra allestita nel cinquecentesco monastero di Sant’Antoniello a Port’Alba, dal titolo “Sensi”. L’esposizione in piazza Bellini, cuore della Napoli greca dove sono ben visibili le tracce delle mura di un tempo remoto, si espande nel chiostro dello storico complesso, sede della Biblioteca di ricerca umanistica (Bra) dell’universit Federico II.
METAFORA DEL DOLORE
Ofelia non è solo la fanciulla (shakespeariana) che impazzisce d’amore per il principe Amleto ma metafora di un dolore che affonda nella storia dell’arte e rammenta le sembianze del Cristo morto ( e compianto) di Andrea Mantegna (realizzato intorno al 1475) o ancora “La zattera della Medusa” di Thodore Gricault (del 1818) completata dall’autore appena ventisettenne, visione pittorica e intensa del naufragio di una fregata avvenuto davanti alle coste dell’odierna Mauritania. Ma rimanda anche alla bellissima Ofelia dell’omonimo quadro (1851) del pittore preraffaellita John Everett Millais, che scivola sulla superfice di un ruscello, mentre i fiori che ha in mano si disperdono nella corrente.
PENSIERI SOSPESI
E’ il grido poetico di una materia destinata a consumarsi, la gommapiuma, che affida al messaggio artistico la sua ragione d’esistere. Adagiandosi nella forma di reperti di statue sotto il vetro che illumina gli antichi scavi o di teste ingabbiate e sospese nell’aria, dondolanti sotto i portici, “pensieri sospesi” tra i visitatori che vi camminano intorno.
L’ALTALENA DELLA VITA
Passeggiano, le emozioni dello sguardo, incontrando l’altalena che gioca tra cavallo e cavaliere, presi in prestito da un passato che ha deciso di rimettersi in campo, su e giù tra i percorsi della vita. Ma gli occhi dello spettatore sfiorano pure l’ermafrodito che appoggia il proprio busto su un parallelepipedo orizzontale bucato dall’inattesa presenza di un fallo. Mentre, a qualche passo di distanza, c’è posta per Troia le cassette per le lettere, in un oggetto di legno ritrovato dall’autore a pochi metri da casa, in via Santa Maria di Costantinopoli, si adagiano su un carrello e portano con s l’inganno dei guerrieri con le loro armi. Ma le lance non ci sono più, rimpiazzate da mitra e bombe a mano (di plastica) che riempiono la pancia del destriero.
LA MEMORIA DISTRUTTA
Non c’è spazio per l’ipocrisia e la fantasia prende a calci i luoghi comuni diventa una carriola su cui Gerardo carica le “cape” dei dodici apostoli, più una, tinta di rosso con un ragno che si insinua minaccioso. Pronte per essere gettate nella discarica dell’omologazione in un’epoca che distrugge la memoria perch vuole liberarsi di testimonianze imponenti e scomode. Un po’ come i miliziani del califfato che a colpi di martello pneumatico fanno a pezzi la storia nei musei. Non resta che la rivolta dell’artista pronto a trasformare gli angeli del conformismo in uomini con molti vizi e poche virtù. Volando leggero sul forte vento dell’ironia.
La mostra
“Sensi” Gerardo Di Fiore è quasi un’antologica. Sette le installazioni esposte, prodotte negli ultimi vent’anni dall’autore che è nato a Giugliano nel 1934 ed è stato titolare della cattedra di scultura all’Accademia partenopea di belle arti. L’iniziativa è promossa da Franco Riccardo e dallo Spazio Nea. Venerd 20 novembre ci sar il finissage con la presentazione del catalogo pubblicato da Iemme edizioni con testi di Andrea Viliani, Giuseppe Gaeta, Marco de Gemmis , Gigliola Golia, completato da un dialo/intervista tra Daniela Persico e l’artista che racconta il suo lungo percorso creativo. Nella sede della Brau, in piazza Bellini 59. Orari dal luned al venerd , 9-19. Ingresso libero.
Per saperne di più
tel. 081451358
info@spazionea.it
www.spazionea.it
Nelle foto di Nando Calabrese, in alto, "Una zattera per Ofelia".
In basso, scorci delle altre installazioni