Fase nuova post quarantena, giriamo ancora, e chissà per quanto poi, con le mascherine, il contatto tra persone sembra quasi farci timore. Ma proviamo a resistere e recuperare quella normalità che nemmeno prima sembrava fosse poi così normale, che forse dovremmo ripensarla totalmente.
Intanto i negozi riaprono, gli aperitivi diventano possibili e possiamo mangiare una buona pizza non casalinga. In questo clima ancora surreale anche le gallerie d’arte tentano di ripartire con le mostre, per la gioia di molti di noi.
A Napoli Spazio Nea ha inaugurato la settimana scorsa la personale di Gianfranco De Angelis in arte 8Ki, a cura di Marco Izzolino. Una mostra programmata a marzo, slittata per ovvie ragioni, che però sembra leggere e raccontare questo tempo che stiamo vivendo come se l’artista l’avesse pensata e realizzata in questi due mesi di lockdown.
Questo è il ruolo dell’artista, saper interpretare il proprio tempo, evidentemente il covid e la pandemia non ci sono piombate addosso per caso. Qualcosa nell’aria c’era. E forse qualcuno se n’era accorto.
La mostra si può visitare due persone alla volta e per cinque, sette minuti al massimo. Il motivo è la sicurezza e il post quarantena ma questo rende tutto più suggestivo e interessante. Come se entrassimo in un luogo sacro, spirituale. una dimensione intima che stavamo perdendo qualche mese fa.
L’artista presenta un’installazione che si dipana su due pareti della galleria. Un mondo fatto di nuvole e terra, di luci e ombre, di materia pesante e sostanze leggere. Come di opposti che si attraggono, che si compensano.
Due pannelli enormi formati da tavole di carta acquerellate che sembrano uno lo specchio dell’altro, sono la faccia di una stessa medaglia, il riflesso del cielo in un lago di montagna. La musica e la luce giocano un ruolo fondamentale. Le tende che chiudono il passaggio, ci fanno perdere in una cartina geografica senza tempo, sospesa eppure così presente e ingombrante. L’opera ci avvolge e ci prende, è la cartografia di uno stato d’animo.
Nella galleria, complice l’assenza di altri visitatori possiamo muoverci liberamente , passare da una parete all’altra, studiare i particolari, avvicinarci ai colori naturali dell’acqua e alle tavole nere ricoperte di foglia oro, possiamo fare un passo indietro per cercare di capire.
Si intuisce che l’artista vuole dirci altro. Che tutta questa bellezza è ingannevole. Si percepisce come una presenza oscura, qualcosa che proprio non torna o torna troppo forte. Come in un bosco silenzioso, un mare in notturna senza luna, una strada di una qualunque città del mondo, oggi vuota. Si avverte una certa inquietudine, come di pericolo. Non tutto è oro quello che luccica e non tutto ciò che è senza peso è positivo.
L’artista lascia dei segnali nelle tavole, delle lettere che usa a suo piacimento disseminando indizi. Segni grafici del linguaggio delle parole che si alternano al linguaggio delle immagini dando ritmo alle tavole, una decorazione cadenzata sulla nostra pelle, attraverso la nostra pelle, dentro e fuori di noi. Acronimi che raccontano un argomento di forte attualità, gli agenti chimici che sono nell’aria e che causano malattie.
Centonovanta tavole di carta a formare due pannelli che sono uno il riflesso dell’altro, combaciano tra loro , si specchiano. Sono i respiri che facciamo, il cielo sopra la nostra testa e il cielo dentro il nostro corpo. Sono quell’aria che respiriamo, ricca di agenti tossici. Una mostra che potrebbe essere pensata per il momento storico che stiamo vivendo, come se avesse tra le lettere scritte anche la parola covid.
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The sky inside us
Personale di Gianfranco De Angelis, in arte 8Ki
a cura di Marco Izzolino
Fino al 18 giugno
Spazio Nea
via Costantinopoli 53, Napoli
Nelle foto, scorci della mostra