Il luogo è l’opera. L’accoglie, la coccola, l’assorbe. Proponendola agli spettatori come parte di sé, frammento di un flusso di emozioni in circolazione tra le sue pareti, i suoi angoli, le sue atmosfere.
E’ quello che accade con la mostra “Extases” che il francese Ernest-Pignon Ernest propone nell’affascinante complesso museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, da domani (sabato 2 marzo, inaugurazione alle 11) fino al 28 aprile.
Gioiello barocco, la chiesa nel sottosuolo (ipogeo) custodisce i resti delle anime pezzentelle, quelle capuzzelle anonime in cerca di protezione presso i vivi per potersi liberare dalle fiamme delle loro colpe e volare verso il Paradiso.
L’acqua, su un’intuizione geniale dell’artista, diventa specchio delle figure tratteggiate che sembrano risorgere da quei riflessi, donandosi completamente a Dio.
Grandi disegni che rappresentano 8 mistiche: Maria Maddalena, la peccatrice pentita; Ildegarda de Bingen (1098-1179), che già alla tenera età di tre anni ha visioni religiose; Angela da Foligno (1248-1309), che, dopo una vita terrena intensa, annientata dalla morte del marito e de figli, si spoglia deo propri beni; Caterina da Siena (1347-1380) che si vota a Cristo da bambina; Teresa d’Avila (1515-1582) fondatrice di un monastero nella sua città natia in Spagna; Marie de l’Incarnation (1599-1672), nata Guyart , giovanissima vedova, missionaria in Quebec; Louise de Néant (1639-1694) rinchiusa come folle nell’ospedale La Salpetrière a Parigi e perseguitata per la sua fede; infine, Madame Guyon (1648-1717), detestata dai teologi ufficiali.
L’autore le ha inseguite nel labirinto dei loro pensieri, leggendone minuziosamente gli scritti lasciati, facendosi ispirare dalle loro stesse parole e da quel “masochismo cristiano” che le accompagnò durante la vita.
Una scia luminosa di dolore e piacere che convergono nella sensuale spiritualità della raffigurazione. Una Nudità sofferente, come sottolinea la curatrice Carla Travierso.
L’esposizione nata a Napoli, ispirata proprio dall’immagine delle anime del Purgatorio, non poteva che approdare a Napoli, dopo aver fatto tappa in alcune chiese francesi.
A Napoli Ernest Pignon-Ernest si è nutrito dell’icona delle anime purganti da quando vi è arrivato nel 1988, spinto dalla bellezza suggerita dalla musica napoletana, quella di Cimarosa, ma anche quella popolare, ascoltate per caso via radio.
Da quel momento il suo cuore non l’ha più abbandonata, inebriato dal magma di Partenope, è andato a curiosare tra le pagine di tutti quelli che le hanno dedicato inchiostro e sentimenti, da Virgilio a Erry De Luca, cercando di carpirne i segreti, le profondità, le contraddizioni.
Il chiaroscuro napoletano l’ha guidato facendogli incollare, di notte e di nascosto, per le strade di Napoli, su palazzi e edifici sacri, negli anni ottanta e novanta disegni e serigrafie, opere effimere di cui ormai non c’è (quasi ) più traccia. Di questo passaggio sono testimonianza le fotografie proposte, la prossima settimana, dall’Istituto francese di Napoli che ne ha sempre sostenuto l’opera sin dalle sue prime incursioni cittadine, ma anche l’entusiasmo di chi ricorda i suoi collage affissi en plein air.
Ernest Pignon-Ernest a Napoli 1988-1995 è il titolo della mostra che sarà aperta martedì 5 marzo, alle 18,30, nella sede di Palazzo Grenoble in occasione degli eventi del centenario della’Istituto, in via Crispi 86. Introdurrà l’incontro un dialogo tra l’artista e il direttore del Museo Madre, Andrea Viliani. Sarà proiettato il documentario La Pasqua secondo Ernest Pignon-Ernest.
Nelle foto, panoramica dell’installazione e alcuni particolari
Chi è l’autore
Esponente del movimento Fluxus e del situazionismo nasce a Nizza nel 1942. La sua ricerca artistica punta a indagare le memorie dei luoghi: l’artista li rievoca suggestivamente attraverso allestimenti site-specific di poster, disegni e serigrafie. Viene considerato un precursore della street art per la spiazzante creazione di opere in forte attinenza con il luogo di destinazione.
Per saperne di più www.purgatorioadarco.it