Il Grenoble a Napoli, luogo di cultura ricerca convegni spettacoli concerti, parla della sua storia gloriosa di circa un secolo in una mostra con manifesti, libri, locandine, attestati, diplomi, foto tra cui la tragica partenza dalla citt di 60.000 camicie nere per la marcia su Roma del 1922 e quella che porter lutti bombardamenti occupazione fame miseria atroci e inumani violenze rivolta popolare della visita di Hitler del 1938.
Una mostra (aperta fino al 14 luglio) senza squilli di trombe priva di alcun trionfalismo ma solo sussurrata. La cultura non scuote violentemente non fa rumori assordanti ma lambisce delicatamente, il cervello penetra nel DNA come l’onda che si posa silenziosamente sulla spiaggia. Questa mostra, ultima delle tante iniziative del console generale di Francia, Christian Thimonier, riflette lo stile che ha sempre mostrato passione e conoscenza della cultura di Napoli, interventi brevi densi di significati, raffinatezza nell’ospitare gli invitati e nel programmare gli eventi, cordialit . Egli lascer la citt per altro incarico il 1 settembre e il 14 luglio, festa nazionale in Francia, presenter il suo successore, Jean Paul Seytre.
L’Institut franais di Napoli, gemello di quello di Firenze, primo al mondo nel 1909, denominato dai napoletani Grenoble, l’antica “Granopoli”, perla delle Alpi francesi, ricca di duemila anni di storia, nasce nel 1919, subito dopo la prima guerra, per intensificare cultura e relazioni nel Sud Italia volendo ricordare il regno di Roberto d’Angiò e Gioacchino Murat. Molto antichi sono i rapporti tra l’Universit di Grenoble, fondata nel 1339 da Papa Benedetto XII e dal delfino Hubertus II de la Tour du Pin, che istitu nel 1895 la prima cattedra di letteratura italiana, e la Federico II, prima Universit popolare, voluta da Federico II di Svevia.
Il Grenoble di Napoli, dopo Palazzo Bagnara in piazza Dante, si trasferisce nel cinquecentesco Palazzo Saluzzo di Corigliano in piazza San Domenico e infine nel 1933 nell’attuale sede in via Crispi n. 86, edificio progettato nel 1884 da Lamont Young, architetto nato a Napoli da padre scozzese e madre indiana.
Facciata con tufo a vista, stile neorinascimentale su tre livelli, con sei medaglioni in cui sono inserite teste scolpite in terracotta di Newton, Pascal, Raffaello Sanzio, Byron, Beethoven, Platone. Ha la Mediatheque “Andrè Malraux” con 51 mila volumi, rare edizioni tra cui l’Encyclopedie del 1777 di D. Diderot e J. B. d’Alembert, 220 collezioni di riviste internazionali e 38 abbonamenti a periodici e quotidiani, una Ludhoteque, sala conferenze con 250 posti, teatro per circa 200 spettatori, quattro sale orange, bleu, fucsia, jaune per mostre, giardino e terrazza panoramica.
Parigi e Napoli gemelle culturalmente. Rivoluzione per la libert e la democrazia a pochi anni di distanza con esiti differenti. Illustri viaggiatori a Napoli nel Grand Tour come Stendhal, nato a Grenoble, attratto dal San Carlo che definisce capitali in Europa solo Parigi, Londra, Napoli. E, ancora, Montesquieu, Zola, Dumas figlio, Valery, la bella Colette, Claudel, Mercier, Rimbaud, Bourget, Stevens, Hawkins, Wllette, Dukas, Ravel, Faur, Chausson, Satie. Debussy al Caf Gambrinus musicò la sua “mandoline”. Mentre Marinetti pubblica il Manifesto Futurista prima a Napoli e poi sul Figaro.
Ospiti del Grenoble scienziati, storici, filosofi, scrittori, musicisti, cantanti, poeti.
Andr Gide, Premio Nobel per la letteratura nel 1949, Luc Montagnier Premio Nobel per la medicina nel 2008 per aver scoperto il virus dell’AIDS. I musicisti Ohana, Canino, Accardo, Ciccolini, Meunier; pittori Bonnard, Pignon Luce, Denis.
Scrittori e filosofi Sartre, Simenon, l’argentino Bianciotti, lo spagnolo Semprun, Lyotard, Glissant, Derrida, Tournier, Fernandez, Aug, Eco, la bulgara Kristeva.
Il primo direttore dell’Istituto è stato Masson, 1919-30. Soulier, primo in via Crispi. Jean-Nol Schifano, padre siciliano, madre lionese, direttore dal 1992 al 98 e promotore (in quegli anni) di una vivacissima attivit culturale, assiduo frequentatore di Napoli di cui è cittadino onorario, amante della cultura e della lingua partenopea, si firma “civis neapolitanus”. Orgoglioso di esserne figlio (adottivo), sostiene che Napoli è il capro espiatorio di tutte le malefatte italiane, unica citt (nei secoli) ad aver rifutato l’inquisizione, con una mobilitazione di massa, vera capitale europea rispetto a Roma, citt bonsai.
A breve uscir il volume ” Aux pieds du Vsuve. Les premières annes de l’Institut franais de Naples 1919-40″ di Sandrine Iraci. Prestigiosa e nota è la scuola di lingua italo-francese “Alexandre Dumas” e il Centro di ricerche archeologiche “Jean Berard”. La scuola prevede corsi per il turismo, commercio, scienze economiche e politiche, letteratura il cui diploma viene riconosciuto in Italia.
La risposta a una domanda non fatta «Console, le dispiace lasciare la citt , la sua vivace cultura, l’ottima cucina, l’affetto dei napoletani?» è giunt 6 a nei suoi occhi umidi comunicando al nostro giornale a voce bassa di dover andar presto via.
Nella foto, uno scorcio del palazzo di via Crispi 86