Scrivere di un posto caro non è mai semplice. Le emozioni forti possono essere solo vissute. Eppure c’è un luogo che penso di poter raccontare, tentando di trasmettere un po’ della magia che ha per me.
“Ci sono cose, piccole cose che non dimenticherò. Che sono niente e invece restano più forti di tutto”. Le mie piccole cose sono racchiuse in un’isoletta in mezzo al mare della Sicilia. Stromboli. Vengo qui da ormai dieci anni e mi piace pensare a questo posto come alla mia seconda casa. Qualcuno in questi giorni mi ha detto “quest’isola non è la realt “. vero. Qui la natura fa il suo corso beffarda il mare scolpisce le coste a suo piacimento, ne cambia i lineamenti e fa in modo che tornare sia diverso ogni anno. C’è sempre una sorpresa, qualche dettaglio nuovo che stupisce e allo stesso tempo fa sentire a casa. Per quanto ormai conosca a memoria ogni vicolo, ogni finestra, ogni disegno sui muri delle case, la cosa che più mi rassicura è sapere che ci sar  sempre una sorpresa ad aspettarmi.
Quest’anno sono state le spiagge il mare durante l’inverno ha lavorato incessantemente e le onde con il loro andare e venire hanno ricostruito le spiagge che ci avevano sottratto l’anno scorso immense distese di sabbia nera e incandescente, calette nascoste, piccoli paradisi raggiungibili a nuoto da cui guardare il tramonto.

Certo, il cellulare che non prende e la connessione internet quasi impossibile da trovare all’inizio ti mandano in crisi,
soprattutto se il tuo lavoro è legato al computer, ma dopo un po’, se ti rassegni all’idea che sei isolato e non c’è niente che tu possa fare per comunicare con il resto del mondo, allora pian piano inizi ad aprire gli occhi, a rilassarti e scopri che non è poi tanto male guardare negli occhi una persona mentre le parli, sentire i granelli di sabbia tra le dita, comunicare affetto con una carezza anzich con un cuoricino su facebook, accarezzare la mano di una persona amata; impari a sentire l’isola e a godere delle piccole cose di cui troppo spesso il caos della citt  ti fa dimenticare.
Impari a riconoscere gli odori, i colori, a capire le ore del giorno in cui puoi camminare scalza perch la strada non brucia; impari che il tabaccaio alle 16.30 precise apre, mentre il proprietario del supermercato è sempre un po’ in ritardo e prima delle 17 non ti conviene andare a fare la spesa. Impari a riconoscere le voci ancor prima dei visi. Impari che ci sono cose che nel dialetto siciliano hanno un altro nome e inizi a guardarle in modo diverso. Perch quando non chiami le cose con il loro nome cambiano. come se perdessero un po’ di essenza, la parte brutta però.
Qui è cos è come se ogni cosa cambiasse nome, svuotandosi dei difetti. Resta solo la parte migliore. Anche per le persone è cos, non è solo la pelle che si scurisce sotto il sole cocente, tutto subisce una metamorfosi le relazioni sono diverse, le amicizie acquistano un altro significato e ti trovi a passare ore con persone con cui non avresti mai immaginato di poter condividere qualcosa.

Non chiedo altro durante l’inverno se non di tornare su quest’isola sbarcare alle 6 del mattino, trovare l’alba ad aspettarti e il vulcano fumante.
Riconoscere i visi nei negozi, dietro ai banconi, le voci dall’accento marcato, i sorrisi genuini, lontani dai convenevoli cittadini, dalle frasi di circostanza. Girare in pareo dalla mattina alla sera, le stelle cadenti che si vedono tutte le sere (tranne a San Lorenzo!), la lava che illumina la notte di rosso le certezze che mi regala questo posto superano qualsiasi cosa, la sensazione di essere a casa, protetta, è il regalo più bello.

Nelle foto, scorci dell’isola

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