Mentre tutto è pronto per il ritorno di Uto Ughi al San Carlo (domenica 15 maggio alle 20.30 e marted 17 maggio alle 18.00) per il nuovo appuntamento della sinfonica, il Massimo napoletano annuncia la stagione lirica, di concerti, danza, 2016/17 all’insegna di grandi titoli e importanti allestimenti per rafforzare maggiormente la sua valenza culturale a livello internazionale con spettacoli operistici, concerti sinfonici e di musica da camera, una serie di recital e di balletti dal Barocco all’opera ottocentesca e del Novecento.
Si apre il sipario il 30 novembre 2016 con Otello. Seguono Lucia di Lammermoor, Siroe re di Persia, Alice in Wonderland, Olimpiade, la Bohème, Rigoletto. Nella III edizione San Carlo Opera Festival troviamo la Carmen e il Trovatore. In Festival dell’opera Buffa Napoli e l’Europa, I edizione, La serva padrona, Il segreto di Susanna, Chi dell’altrui si veste presto si spoglia.
Tra i concerti sinfonici, spicca Maurice Ravel e Lo Schiaccianoci per la danza. Il cartellone è stato presentato da Rosanna Purchia, Sovrintendente fondazione teatro di San Carlo, Luigi De Magistris, sndaco di Napoli, Paolo Pinamonti direttore artistico, nella platea gremita di giovani, assidui abbonati e operatori culturali.
Pinamonti ha illustrato in modo dettagliato il vasto raffinato colto articolato programma della sua prima stagione a Napoli, ricordando tutto a memoria. Purchia, soffermandosi su il San Carlo per il sociale con lo scopo di aprire il Teatro alle famiglie, alle scuole, ai giovani, riducendo il costo del biglietto del 30% per educare le nuove generazioni, ha concluso «è importante affidarsi alla cultura per nutrire gli aspetti più nobili dell’essere umano ragione e cuore. Il nostro Teatro può contribuire a fare questo, sosteniamolo con fiducia! ».
Il sindaco, definendo il Teatro il più bello e antico gioiello al mondo frequentato da 200.000 spettatori e aperto come monumento visitato nei primi mesi di quest’anno da 50.000 visitatori tra turisti e studenti di ogni et , ha ricordato che è stato aperto per 200 giorni, anche due volte al giorno, per eventi benefici e ricorrenze sacre e profane coinvolgendo cittadini di ogni quartiere e di fasce sociali diverse. Anche nella prossima stagione, come è tradizione, si avr il debutto di registi, direttori, cantanti, musicisti, scenografi stranieri e italiani di fama internazionale.
Non si può ignorare chi ha voluto il teatro Carlo III di Borbone all’et di 21 anni, re amante della natura e dell’arte, doti inculcati dall’educazione della madre Elisabetta Farnese, regina di Spagna moglie di Filippo V.
La costruzione inizia il 4 marzo del 1737 e si inaugura il 4 novembre dello stesso anno con L’Achille in Sciro del Metastasio e poi va in scena L’Olimpiade di Porpora. La sua passione per la cultura e per la vita all’aperto spiega la realizzazione di siti agli Astroni, Licola, Patria, Fusaro, reggia di Capodimonte, Caserta e Portici prima sede della preziosa collezione Farnese proveniente da Parma. Re che ha reso Napoli capitale meta obbligatoria per insigni turisti internazionali con le tante opere urbanistiche e attivit culturali. I suoi molteplici interessi lo portano alla costruzione dell’Orto botanico con piante provenienti da ogni continente, l’Albergo dei Poveri il suo impegno nel sociale, gli scavi di Pompei e Ercolano la passione per la storia e le origini della citt , la fondazione dell’Istituto Orientale primo contatto in Europa con la cultura cinese e la sua arte per la ceramica e la seta.
Nella sua attivit di regnante e mecenate di ogni forma d’arte trova stimoli creativi in Maria Amalia, figlia del re di Sassonia Augusto III di Polonia. Coppia felice, intensamente innamorati in una serena semplicit coniugale con tanti figli, tra cui la prima avuta a 16 anni.
Carlo le rimase sposo fedele e amorevole anche quando Amalia visse lunghi periodi di salute cagionevole che, giunta in Spagna, peggiora per la tristezza di aver lasciato Napoli tanto da portarla alla tomba a 36 anni. Altra dote di Carlo è l’onest . Negli scavi a Portici per edificare la reggia fu rinvenuto un sito archeologico con colonne statue monili tra cui un cammeo che Carlo fece incastonare in un suo anello. Alla partenza da Napoli per dover accettare il trono di Spagna alla morte del padre, lascia il suo anello a Napoli oltre al suo cuore tanto innamorato della vivacit culturale partenopea.
Tra i cantori del Massimo di Napoli è Stendhal, giunto a Napoli nel febbraio del 1817 attratto dalla fama del Massimo, scrive « La prima impressione è d’essere piovuti nel palazzo di un imperatore orientale. Gli occhi sono abbagliati, l’anima rapita. Niente di più fresco ed imponente insieme qualit che si trovano cos di rado congiunte. L’apertura del San Carlo( apriva solo tre giorni alla settimana) era uno dei grandi scopi del mio viaggio, e, caso unico per me, l’attesa non è stata delusa. L’ampiezza della sala e del palcoscenico fa del San Carlo il paradiso dei balletti. Grandi speranze si ripongono nella scuola di ballo del San Carlo».
Il teatro, noto nei secoli per la sua produzione artistica orchestra, coro e balletto, è stato palcoscenico ambito da ogni artista internazionale per la sua gloriosa storia, acustica, pubblico esigente e colto. Dominique Fernandez, docente dell’Accadmie francaise, autore di “Porporino ovvero i Misteri di Napoli” pp.306 edizione Colonnese, giunge a Napoli per insegnare al Grenoble. “Avevo l’innata diffidenza di noi francesi per la cultura napoletana”. Al San Carlo assiste alla “Forza del destino” con la Tebaldi e rimane sorpreso dagli applausi numerosi, da “sei un angelo” urlato dal loggione, dal pubblico che seguiva e nelle arie note suggeriva il testo.
Per saperne di più
www.teatrosancarlo.it
te. 0817972301 – 202
Nella foto, l’interno del teatro San Carlo