I lettori ci sono. Sono arrivati alla seconda edizione di NapoliCittàLibro nella fortezza di Castel Sant’Elmo a San Marino malgrado i venti del disagio procurati dal freddo di alcune sale e dall’assenza di wi-fi che non ha reso agevole il pagamento online, se non in alcuni punti strategici del maniero. Debolezze che sono state divulgate dalla stampa, i lettori hanno deciso di fronteggiarle invadendo gli spazi espositivi e le sale (gelate) in cui si sono svolte le presentazioni dei libri: contro la brezza sferzante unica confortevole eccezione l’ auditorium dove è stato accolto, tra le altre “star”, lo showman innamorato della canzone partenopea Renzo Arbore.
Chi si è arrampicato a San Martino anche grazie al servizio di navette gratuito messo a disposizione dall’assessorato alla cultura del Comune o con mezzi propri è andato per lo più alla ricerca della identità napoletana. Lo confermano allo stand del potente gruppo editoriale Mauri Spagnol (Bollati Borignhieri, Coccinella, Garzanti, Guanda Longanesi, Newton Compton, Nord , Salani, & altri…) al suo esordio napoletano: tra i libri proposti, un’accoglienza forte l’ha avuta soprattutto Lavinia Petti che ha giocato in casa con il suo “ladro di nebbia”.
Incisiva la presenza femminile pure da Colonnese & friends che ha ripreso lo storico marchio del fondatore Gaetano, arricchendolo di scoperte come quella di Giovanni Vigliarr: l’autore, che vive tra roma e Venezia, ha dedicato oltre 100 pagine, a Gilda Ruta, musicista che approda a New York il 12 novembre 1894, vedova con due figli adolescenti e lì comincia la sua nuova vita, lasciandosi alle spalle il clamore italiano di un successo determinato da un ambiente che preferì poi superare.
E che dire dell’ammaliante Partenope? E’ lei la diva che si ripropone nei magnifici volumi proposti dalle edizioni Oikos: un progetto dell’architetto Italo Ferraro sviluppato in immagini e ricerca sugli infiniti aspetti architettonici della città, dal Maschio Angioino al Vomero e Posillipo. Così la città si esprime nella sua multiforme anima attraverso un’editoria di lusso che diventa prelibatezza accessibile, un bel regalo che ci si concede grazie a uno sconto importante all’interno del salone del libro.
E punta sul mondo femminile la giovanissima casa editrice romana Rina che viaggia tra i testi dimenticati o poco conosciuti delle scrittrici tra diciannovesimo e ventesimo secolo. Nuova, la collana Biblioteca pratica per la donna italiana: un’idea per recuperare scritti che offrono consigli nella sfera familiare e sociale.
Esempio di unione propositiva lo ha dato la Puglia presente con l’associazione editori che si autofinanzia si collega agli enti locali, dando visibilità a associati e autori nelle manifestazioni del settore. Mentre ai più piccoli si rivolge la casa editrice Milena di Caserta, editrice indipendente concentrata dapprima sui diritti civili con collane contro l’omofobia e poi si è specializzata in letteratura dell’infanzia: tra le sue creature, la saga “Vodka e inferno”, ambientata alla fine dell’Ottocento.
Dalle edizioni Marcus di Quarto non solo sofisticate pubblicazioni di prosa, arte e poesia, alternativa a una banalità dilagante, ma anche una notizia che andrà a illuminare un altro protagonista napoletano snobbato dalla propria città e accolto meglio altrove: le celebrazioni dedicate a Giovanni Carandente , critico d’arte e collezionista per il centenario della nascita l’anno prossimo a Spoleto, luogo che considerò come la sua casa tanto da farsi seppellire lì e dove ha lasciato traccia con il suo Museo.
C’era pure Jean-Noël Schifano, cittadino onorario di Napoli che abita a Parigi ma la propria patria del cuore l’ha trovata qui: nello scenario del castello medievale ha firmato copie del suo “Dizionario appassionato di Napoli” pubblicato da ilmondodisuk, grazie a un progetto di crowdfunding.
Al comitato organizzatore della rassegna (Liber@Arte) che vuole proiettarsi con determinazione nel futuro, come polo culturale internazionale, un suggerimento: ascoltare le proposte degli editori che hanno scommesso sulla manifestazione sin dall’anno scorso, non escludere librai e distributori che sono fondamentali per la circolazione dei libri e scegliere una sede che non sia solo (indiscutibilmente) bella ma anche funzionale.
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