istituzione meritoria L’Associazione Maggio della musica. Non soltanto perch invita a Napoli solisti e formazioni di gran pregio, cosa di per s gi assai valida, neppure tanto perch fa ruotare i cartelloni su un asse tematico, altra cosa pregevole, quanto per la capacit di aggregare un pubblico, di coltivarlo e – perch no?- di educarlo.
Nonostante il caldo, infatti, Villa Pignatelli era piena, in occasione del concerto del pianista Bruno Canino e del clarinettista Giampiero Sobrino. Il programma, tutto rigorosamente di marca francese, prevedeva in apertura la Sonata di Camille Saint-Sans. La bella esecuzione, disturbata da un fastidioso problema di illuminazione, ha messo in luce- si fa per dire- la delicata musicalit di Sobrino.
Che dire di Canino? Mario Bortolotto lo ha definito, qualche tempo fa, un pianista-canguro, per la straordinaria disinvoltura con la quale il pianista napoletano, ma ormai milanese da tanti anni, affronta il suo ampio, sterminato repertorio. Canino può suonare praticamente tutto, dai clavicembalisti ai musicisti viventi. In tre Preludi di Debussy – General Lavine excentrique,Ondine e Feux d’artifice – alla tecnica solida ed efficace, che gli consente di ottenere sonorit possenti senza sforzi, il pianista unisce una sensibilit trascinante e una comunicativa avvincente, che non poggia su particolari gestualit , bens si sostanzia di una capacit di coinvolgere emotivamente lo spettatore e di farlo sentire destinatario privilegiato del suo messaggio.
Tale abilit si evidenzia ancor più quando, come nella Rapsodie di Debussy dialoga con altro strumentista, assolutamente alla pari, anzi, con la generosa disponibilit che è propria dei grandi maestri. In tre pezzi dal raveliano Tombeau de Couperin Prelude, Minuet e Rigaudon- Canino ha donato emozioni potenti, sonorit ricercate, schegge della infinita gioia che egli prova nel suonare.
Mai ancillare accompagnatore, Canino sorprende anche quando il clarinetto domina, come nel secondo movimento della Sonata di Poulenc o nel Cigno di Saint-Sans. singolare che un grande artista come Canino suoni spesso con giovani strumentisti, ma forse no, tanto è giovane dentro e appassionato e innamorato della musica. Tanti applausi, tante richieste di bis e, per fortuna, di nuovo il terzo tempo della Sonata di Poulenc.
Nella foto in alto, Bruno Canino