I primi venti di primavera soffiano anche al San Carlo, che ha ospitato un gradevole concerto del violinista Nikolaj Znaider, accompagnato dal pianista Robert Kulek. Il giovane violinista danese, che suona uno splendido Guarnieri del 1741, ha espresso la sua vivace musicalit in due Sonate di Beethoven, che apparivano in programma incorniciate dalla Sonata di Poulenc e dal Caprice d’aprės l’Ėtude en forme de Valse di Saint-Sans.
La morbida e sinuosa melodia con cui inizia la Sonata n. 5 in Fa maggiore op. 24, "Primavera", apre il campo a narrazioni melodiche distese e rassicuranti, immuni dalle inquietudini della stagione matura del compositore di Bonn, ma caratterizzate da quella assoluta parit fra gli strumenti che proietta la pagina nelle plaghe della stagione preromantica. La cavata agile e corposa, unitamente a una tecnica sicura, consente al violinista di affrontare con disinvoltura anche le inquietudini della Sonata op. 30 n. 2, tutta pervasa da accenti drammatici, che si stemperano alquanto nell’impegnativo secondo movimento e nel breve Scherzo.
Pezzo di bravura e cavallo di battaglia per generazioni di virtuosi dell’arco, il Caprice ha messo in luce le straordinarie doti del violinista, non a caso ritenuto tra i migliori interpreti della generazione dei trentenni. Meno convincente ė apparsa la prova del pianista, diligentissimo e compito accompagnatore dal suono legnoso e alquanto aspro, tuttavia, come spesso ė accaduto nella Sonata di Poulenc e nel Caprice, che ha chiuso il programma.
Meritati gli applausi, soprattutto dsl violinista, che ha ringraziato il pubblico con un intenso e vellutato Bonsoir di Claude Debussy e da una scoppiettante Marche Viennoise di Kreisler.
Nella foto,
Nikolaj Znaider