Questa mattina la stampa, almeno per quanto riguarda i quotidiani di maggiore tiratura, danno, com’è giusto, ancora molto spazio ai risultati delle recenti elezioni europee.
Chi ha vinto e chi ha perso, al di là delle roboanti dichiarazioni dei maggiori politici e fatta la tara dei soliti pataccari, l’attenzione, non soltanto europea, è tutta concentrata sui lavori del G7. Non saranno incontri facili. Qualcuno già enumera i punti caldi delle discussioni che, gioco forza, si incroceranno con le prossime decisioni a livello europeo. Aspettiamo di vedere che cosa succederà nei prossimi giorni.
Sulla stampa ampio spazio alla rissa scoppiata ieri alla Camera. Qualche giornalista, nel commentare l’accaduto, riferisce che l’onorevole Leonardo Donno ha provocato il ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli  Calderoli (vedete che si deve fare per campare).
Quindi dopo la Provocazione del logionista della Scala il quale ha avuto l’impertinenza di ricordare a tutti che l’Italia è un Paese antifascista, adesso sappiamo che anche utilizzare la bandiera italiana, semmai offrendola a un collega, è da considerare provocazione.
Ora, per inciso, vorrei far notare all’onorevole Calderoli, ai suoi colleghi ed a qualche giornalista poco attento, che Calderoli ha sbagliato atteggiamento. Ammettiamo che l’onorevole Donno, con il suo gesto, volesse, in maniera civile ed educata, ricordare al collega leghista che l’Italia è una e che il suo disegno di legge sull’autonomia differenziata rischia di creare due realtà politiche,  ebbene se, l’onorevole Calderoli avesse accettato la bandiera e si fosse agghindato con il tricolore che l’onorevole Donno gli voleva regalare, avrebbe così dimostrato che la sua proposta di legge non vuole spaccare il paese per cui il tricolore resta ancora anche la SUA bandiera.
Ma ci sarebbe voluta un’altra statura politica? Naturalmente tutto questo non giustifica l’assalto al parlamentare del M5s, con buona pace di qualche intellettuale che, ogni sera, nei vari programmi televisivi, continua a ripetere che il ritorno del fascismo è una invenzione della sinistra (ditelo all’onorevole Donno; mica lo hanno menato con il manganello, mica gli hanno fatto bere l’olio di ricino, andiamo su, non esageriamo!!!)
E comunque la prossima volta, se volete cantare l’Inno sarà meglio chiedere l’autorizzazione.
Nei giornali di oggi leggo anche che è morta la cantante francese Françoise Hardy. Lo so, i due episodi non sono paragonabili ma come posso non ricordare il garbo, l’eleganza, il rispetto, la gentilezza (ho terminato) con i quali la cantante ci ricordava che cosa significava essere giovani in quegli anni?
Perché non posso pretendere dai miei rappresentanti una discussione, animata certo, al limite della rissa (ho detto al limite) su importanti decisioni politiche; ma se ricordare che l’Italia è antifascista e sventolare la bandiera può giustificare quella reazione allora credo che a qualche politico in vena di cambiamenti costituzionali si potrebbe suggerire di proporre anche l’abolizione dell’art. 54 o, almeno, del secondo comma.
In queste note sgangherate, e certo frutto del mio cervello ormai irrimediabilmente VECCHIO, mi permetto di aggiungere un suggerimento: per favore, se non lo avete visto, rivedetevi la lezione del Professore Alessandro Barbero sul delitto di Giacomo Matteotti trasmessa sulla 7 ieri sera 12 giugno.     
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Foto da Pixabay

L’AUTORE
Già professore ordinario di storia dell’architettura all’università Federico II di Napoli, Francesco Divenuto è autore, tra l’altro, di  numerosi saggi su riviste specializzate e di  due romanzi “Il capitello dell’imperatore. Capri: storie di luoghi, di persone e di cose” e “Vento di desideri “(edizioni scientifiche italiane). Tra gli ultimi libri realizzati, quelli a più voci dal titolo La casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte (AGE 2020), Agorà, ombre e storia nelle piazze di Napoli (La Valle del Tempo, 2021) curati con Clorinda Irace e Mario Rovinello, e Un giorno lungo una vita. Storie di tanti e di noi stessi (La Valle del Tempo 2024) dove raccoglie anche alcuni racconti pubblicati sul nostro portale come quello intitolato “Madre”.    

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