“L’essere che per la maggior parte degli uomini è la fonte dei piaceri più vivi e anche più durevoli (sia detto a mortificazione delle volutt filosofiche); l’essere verso di cui o a beneficio del quale tendono tutti gli sforzi del maschio; codesto essere terribile e comunicabile al pari di Dio (…), l’essere in cui J. De Maistre ravvisava un bell’animale (…) la donna, per dirla in una parola, non è soltanto per l’artista in generale, e per G. in particolare, la femmina dell’uomo. Essa è piuttosto una divinit un astro che presiede a tutte le concezioni del cervello virile; uno scintillio di tutte le grazie della natura condensate in un unico essere; l’oggetto dell’ammirazione della curiosit più acuta che l’affresco della vita possa offrire allo spettatore che contempla. E’ una specie di idolo, forse stupido, ma affascinante e stregato, che tiene sospesi ai suoi sguardi, destini e volont (…)”
Cos C. Baudelaire definisce ne "Il pittore della vita moderna" il mundus muliebris, luogo della seduzione e dell’incanto, della perdita e del ritrovamento, della fine e dell’origine del mondo. Si chiarisce in tal modo lo spazio di una poetica del desiderio che, nella poesia, si d nella volont di ritrarre il piacere che tale visione suscita, creando forme che restino vive, segno tangibile di un’inesausta sete di visione. Tale potere di seduzione che l’immagine femminile esercita sul lettore si d nella modernit in maniera s-composta, s-velata, dis-organica priva di una matrice armoniosa e naturale che la vuole semplice atto della rappresentazione.
“E qual è poi l’uomo che per la strada, a teatro, al parco, non abbia goduto, nella forma più disinteressata, di una toletta sapientemente composta, e non ne abbia attinto un’immagine inseparabile della bellezza di colei a cui apparteneva, cos facendo delle due entit della donna e della veste, un tutto invisibile?” (C. Baudelaire)
In tal senso la produzione di S. La Battaglia presente da oggi, 29 gennaio, fino all’11 febbraio in Largo Santa Maria la Nova 12 a Napoli, presenta, ri-proponendo in un claidoscopio di immaigni-citazioni provenienti da alcuni dei capolavori assoluti del periodo a cavallo tra XIX e XX sec., la problematicit del dare alla donna, o alla sete di essa, un volto univoco e puro. In tal senso si definisce la cura di un lavoro, più che del suo allestimento, che riproponga in tutta la sua complessa attualit il problema della rappresentazione dell’universo femminile attraverso un occhio aperto che voglia portare tale mondo al centro dello sguardo.
Sulla donna, nella raffigurazione della sua immagine, si esercita al meglio la moda in cui l’autore dei Salons vedeva la morale e l’estetica del tempo rappresentando uno strumento di messa in scena, dell’identit・sociale e culturale cui si vuole dare un volto, in cui l’uomo finisce per assomigliare a ciò che vorrebbe essere.
Una immagine che si produce in una s-cultura che nel proporsi come fotografia si rende solido, oltrepassa e uccide le due dimensioni e, insieme ad esse, il suo antecedente storico (come nel caso di Gustave Klimt) per rendere ciò che resta della donna, la sua più propria e ossessiva cultura, quella del dettaglio.
Il gioiello diviene il punto di vista particolare, il gesto assoluto che della donna parla facendone a meno, dicendone solo la mancanza, il desiderio, il potere di seduzione. L’eros e la morte, cos ossessivamente presenti nell’opera di Klimt, sono qui stemperati da un barocchismo esasperato, sulle soglie del kitch, ostentato e ricercato al punto da fondersi con le forme di donna che, dette, sono destinate a sparire nella decorazione.
Nel suo scritto dedicato ai Gioielli, ne La moda, Mallarmè esclamava “la Decorazione! Tutto è in questa parola e io consiglierei a una signora, che esita a chi affidare il disegno, all’architetto che le costruisce il palazzo, piuttosto che alla sarta illustre che le confeziona il suo abito da sera. Tale, in una parola, l’arte del Gioiello; e, detto questo per non tornarci più sopra, passiamo da alcuni luoghi comuni ad alcuni particolari.”
Ecco perchè ogni particolare, ogni dettaglio che nel gioiello si d come assoluto diviene indispensabile accessorio del femminile, lo descrive e lo contempla, si offre in maniera assoluta pronto a definirsi come nuova natura della bellezza muliebre. “Fiori e gioielli ogni specie non ha, come dire, il suo terreno? Un certo splendore di sole si addice a questo fiore, un certo tipo di donna a quel gioiello. ” (Mallarmè)
E come un fiore, la bellezza della donna, evocata dal desiderio metallico della materia si propone e interroga sulla sua stessa presenza, sulla sua s-comparsa.
Nelle foto, alcune opere dell’artista
LA NOTIZIA – L’ACCADEMIA SVELATA
Domenica 30 gennaio, primo appuntamento dell’anno nuovo con “L’Accademia svelata” il ciclo di incontri che apre le porte dell’Accademia. Dalle 10.30 alle 14, visite guidate gratuite alle personale dedicata al maestro Augusto Perez e alle collezioni dell’Accademia, concerti dei musicisti del conservatorio, reading letterari per un diverso approccio alla pittura, laboratori per adulti e piccini, aperitivo.