Poggioreale si rinnova progetto di un cortile. Presentato al Pan Palazzo delle Arti di Napoli- la realizzazione di un nuovo cortile del carcere di Poggioreale in un incontro dal titolo “Il carcere nella citt , la citt nel carcere”. Presenti Antonio Fullon, direttore della Casa Circondariale di Napoli Poggioreale, Sergio Schlitzer, presidente della onlus "Il carcere possibile", Anna Maria Ziccardi, consigliere della onlus "Il carcere possibile" e Giancarlo Artese, socio fondatore associazione Made in Earth. Insomma, quanti hanno reso possibile questo progetto che ha lo scopo di rinnovare gli spazi dei cortili del carcere di Poggioreale “Il carcere possibile”, l’organizzazione no profit napoletana Made in Earth e la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale.
Poggioreale è uno dei pochi carceri cittadini rimasti, ci una struttura inserita nel corpo vivo della citt .Questa caratteristica consente ai detenuti di sentirsi ancora connessi al mondo esterno non solo attraverso i familiari, con i quali i contatti possono essere più frequenti, ma anche attraverso la posizione, che influisce sulla loro percezione di ciò che accade “fuori” (ad esempio, attraverso i rumori esterni).
Intervenire sull’intera struttura sarebbe allo stato attuale- un disegno utopico. Ma agire su alcuni punti strategici, quali celle, sale incontri, cortili, può costituire la leva di un rinnovamento profondo. E possibile.
Il progetto si propone di portare all’interno del carcere un frammento di citt , ci uno spazio articolato che stimoli, secondo più modalit , le relazioni e la socialit .Lo spazio del cortile verr articolato suddividendolo in aree a diversa vocazione, segnate da una differente pavimentazione, e l’inserimento di pochi elementi tridimensionali.
L’intera composizione viene generata sulla base di una griglia ideale di moduli rettangolari, a cui via via si sovrappongono una serie di livelli
lo spazio dinamico, che è costituito da una striscia perimetrale, realizzata in materiale tecnico, che individua un anello lungo il quale fare jogging, e alcune aree più larghe a ridosso dei muri dove i detenuti potranno giocare a basket o a pallone; un’area del muro in corrispondenza di quella pavimentata verr rifinita con lo stesso colore per segnare porte o canestri, e insieme ravvivare la parete dei padiglioni.
Lo spazio del relax, che individua quelle zone dove i detenuti potranno riunirsi in gruppi più piccoli, o magari rilassarsi da soli, ed è realizzato con un prato sintetico, a simulare l’elemento naturale evitandone però i problemi e i costi della manutenzione. Qui le sedute possono fungere da schienali per chi vuole distendersi sul prato.
Lo spazio di aggregazione che individua invece le aree dove lo stare insieme riguarda più persone sono perciò concepite come delle piccole piazze, con le sedute contrapposte e una pavimentazione in cemento stampato che rammenta quella urbana.
L’area dedicata all’autoespressione è segnata da quelle parti – tutte verticali, sulle pareti dei due padiglioni che racchiudono il cortile – dove i detenuti potranno essere liberi di scrivere, disegnare, dipingere; in una possibile evoluzione potrebbero diventare il fondale per piccole rappresentazioni.
L’impostazione del progetto, l’utilizzo di una griglia compositiva e di pochi elementi tridimensionali (anche a causa delle stringenti misure di sicurezza) ne rendono possibile la modularit , di composizione e di realizzazione il progetto può variare adattandosi a contesti o esigenze diverse, cos come è possibile ipotizzarne un’esecuzione graduale.
Insomma il progetto, non ancora realizzato e che dovrebbe partire a breve, sembra avere tutte le carte in regola per essere un passo in direzione della garanzia dei diritti dei detenuti. Sarebbe auspicabile, a nostro avviso, che tale interesse e disponibilit economica ( il progetto prevede un costo di circa novantamila euro ) siano sempre più garantiti anche per gli altri diritti della popolazione detenuta, pensiamo alla salute per esempio.
L’organizzazione no profit napoletana Made in Earth si occupa di progetti di sviluppo sostenibile per comunit disagiate, in cui l’architettura può essere l’elemento catalizzatore, capace di innescare dei processi virtuosi nel territorio, anche promuovendo lo sviluppo di soluzioni innovative e il recupero di tecniche tradizionali. In India, insieme all’ONG Terre des Hommes Core Trust, Made in Earth ha realizzato residenze per bambini, edifici comunitari, centri di formazione artigianale e professionale, per cui ha ricevuto il Premio Internazionale di Architettura Selinunte.
La collaborazione con la Casa Circondariale di Poggioreale e l’Associazione "Il carcere possibile” inaugura il primo progetto di Made in Earth a Napoli.
E’ davvero ammirevole, oltre che interessante, il lavoro di quest’associazione che si occuper , tra i prossimi progetti, di realizzare Kiramam House, una residenza destinata ad accogliere ragazze che hanno subito a 6 è« « o è busi o maltrattamenti sessuali. La gestione del progetto, l’istruzione e la formazione delle ragazze saranno condotte dalla ONG indiana Terre des Hommes Core Trust e sono state finanziate per i prossimi dieci anni da Alaigal Zurich Association.
Per saperne di più
www.madeinearth.it
Nelle foto, due schizzi del progetto