Omaggio all’Abruzzo nella Biblioteca nazionale di Napoli. In occasione delle Giornate Europee del patrimonio, è stata aperta al pubblico la Sala Rari per l’esposizione di libri a stampa e manoscritti provenienti dai conventi francescani dell’Aquila e delle altre localit gravemente colpite dal terremoto dell’aprile 2009. Per non dimenticare, non solo le vittime del sisma, ma i danni che la sciagura ha arrecato al patrimonio storico, artistico, architettonico e archivistico.
Le biblioteche conventuali abruzzesi in et medievale vantavano un ricco patrimonio librario, prova dell’esistenza di numerose botteghe artigiane che lavoravano per una committenza sia laica che ecclesiastica. Tra il 1789 e 1816 circa un migliaio di questi manoscritti e volumi furono acquisiti dalla Reale Biblioteca di Napoli che, su mandato dei Borbone, sguinzagliava i suoi addetti alla ricerca di pezzi rari per incrementare il patrimonio.
Grazie alla collaborazione del vescovo dell’Aquila, Francesco Gualtieri, furono trasferiti a Napoli manoscritti e incunaboli della biblioteca del convento di San Bernardino. Anche altre biblioteche conventuali dell’Aquila, di Campli, Teramo, Celano, Chieti, Tocco Casauria, diedero il placet al trasferimento di preziosi volumi nella capitale del Regno. A tutt’oggi è stato svolto un attento lavoro di ricerca sulle fonti documentarie conservate negli Archivi di Stato dell’Aquila e di Napoli allo scopo di ricostruire il catalogo, o almeno la consistenza, di molte di queste biblioteche, i cui volumi si trovano non solo nella Nazionale di Napoli, ma anche nella Biblioteca provinciale dell’Aquila e in quella dell’Archivio di Stato di questa citt .
Nella Sala Rari sono stati esposti i manoscritti e volumi di maggior pregio estetico e testuale, tra i quali campeggiano Jacopo da Varazze, Legenda Aurea, in pergamena con una preziosa legatura del secolo XV (ultimo quarto); Bernardino da Fossa, Chronica, cartaceo del secolo XV (dopo il 1477), autografo con elegante legatura del secolo XV (seconda met ); San Bonaventura, Opere, in pergamena con legatura del secolo XV; Lorenzo Valla, Elegantie in pergamena del secolo XV (fine) XVI (inizio) con legatura coeva; Pisciano, Institutiones grammaticae in pergamena del secolo XIII con legatura del secolo XV; Plutarco, Vite parallele, volume in perfetto stato di conservazione ornato da iniziali calligrafiche di colore indaco, stampato a L’Aquila nel 1482 da Adamo da Rottweil, allievo di Gutenberg.
L’allestimento è solo un assaggio del cospicuo patrimonio della Nazionale di Napoli, che incamerò tra il 1806 e il 1811 circa duecento manoscritti a seguito delle soppressioni degli ordini religiosi possidenti e mendicanti, volute da Giuseppe Bonaparte e Giocchino Murat. Passate le Giornate Europee del Patrimonio, libri e manoscritti dei conventi abruzzesi sono tornati nei loro scaffali, in attesa di nuovi eventi che forse non tarderanno ad arrivare, come ci spiega Maria Rosaria Grizzuti, responsabile della Sezione Manoscritti e Rari: “La Biblioteca nazionale di Napoli custodisce una straordinaria mole di manoscritti e libri rari, che meritano di essere conosciuti non solo dagli studiosi ma anche da appassionati e curiosi. Dal prossimo anno speriamo di poter allestire spazi espositivi aperti al pubblico un sabato al mese.”
In foto, i documenti della Biblioteca nazionale