Tre personaggi vittime della vita si confrontano con i Re di Piazza Plebiscito. Tre monologhi con altrettante statue. Linguaggio crudo, che vuole arrivare direttamente.
Chi parla ed interroga è di carne, offeso dalla vita, vilipeso, pauroso, e chi dovrebbe rispondere è immobile da secoli, muto, austero, potente, sicuro di s. Ecco Dialoghi con i Re, Piazza Plebiscito di Pina Lamberti Sorrentino, edito da Kairòs, pagg. 45, euro 10,00.
Donnagrassa punta Ruggero il Normanno. Una clochard con dieci litri di vino nella testa che ha voglia di parlare. Lo offende, lo bistratta, lo sfigura con le parole. Ma ha dalla “sua” la paura della notte in confronto ad un potente che “trasuda” certezze, un tempo circondato da eserciti è che sicuramente non ha conosciuto il sentimento della paura.
Cuore di figlia argomenta con Re Alfonso, una barbona che dorme sotto le stelle. Odiata dalla madre esattamente come il padre nei confronti della moglie, avvolta dal disamore di chi l’ha messa al mondo.
Cuore di figlia vuole diventare madre, essere una persona normale e riversare tutto il suo affetto nei confronti di chi gli uscir dalla pancia. Ciò che sua mamma ha sempre rifiutato.
Un venditore di castagne dialoga con Carlo D’Angiò, un senza fissa dimora tradito da una donna, dalla sua donna. Un laureato, un “letterato” che ricorda al Re con cui parla che ha fatto decapitare il povero Corradino di Svezia a soli tredici anni.
Ne parliamo con l’autrice
La scelta di Piazza Plebiscito, simbolo di una nuova primavera napoletana, è casuale o ha un significato particolare per l’autrice?
La scelta è stata dettata per l’amore di questa nostra splendida piazza tuttavia l’incontro con i personaggi ha creato un preciso significato di denuncia…
Donnagrassa, Cuore di figlia e Venditore di castagne sono personaggi che hanno assaporato la durezza della vita, reietti della societ . Perch farli dialogare con uomini potenti, con i RE?
I tre personaggi sono, appunto, la protesta di miseri, contro il ” Potere”.
Scegliere gli ultimi è segno di sensibilit sociale, il linguaggio che usano lascerebbe intravedere una sorta di riscatto contro chi li esclude. Può essere cos?
Il linguaggio esprime dolore, rabbia, protesta, infinita impossibilit di cambiare la sorte malvagia.
Il contrasto tra un Re di marmo e un “ultimo” in carne e ossa è stridente. Può spiegarci perch questa scelta assolutamente originale?
La scelta è appunto ” originale” perch il marmo è freddo, il dolore è ” carne viva”!
Un Re non conosce paura, un senza fissa dimora si, un Re è stato potente, un clochard mai, un Re ha ucciso e fatto uccidere, un povero può pensare solo alla sua morte. Questo libro vuole raccontare di un moderno contrasto tra ricchi e poveri?
S! evidente questo contrasto eterno e ineluttabile!
In foto, la copertina del libro
luned 16 dicembre 2013