Non è che internet sia alla portata di tutti né che possa sostituirsi a un amico, e forse non può nemmeno collaborare ad accendere una sia pur tenue luce nel buio della solitudine. Eppure, sembra assurdo parlare di solitudine nel mondo della Rete senza confini che non lascia fuori nessuno, la moderna Piazza che nella polis era il luogo dei convegni e delle decisioni sociali e politiche e oggi è quella della diffusione nel nome dei social.
In un pianeta che mostra evidenti le ferite del suo sovraffollamento, gli addetti al capovolgimento del mondo si sono inventati, per “agevolare la vita”, il “supermercato” quale fornitore più solerte dei beni necessari ai bisogni della famiglia, massacrando la piccola economia a favore di colossi, con le conseguenza ormai noti, ma né la folla dei supermercati nè le trasmissioni “di massa” che  appiattiscono i contenuti a un livello che offende l’intelligenza media del pubblico,  né le ammucchiate di piazza per concerti vietati a determinate fasce d’età vincono la solitudine.

Focaccio| ilmondodisuk.com
Qui sopra, invito alla gentilezza nel salotto tematico. In alto, Amelia e il suo gruppo d’incontro

L’onda ininterrotta di gente di ogni tipo e colore nei mezzi di trasporto, sulle spiagge, per le strade, nei porti d’arrivo di vaporetti e aliscafo….e si potrebbe continuare all’infinito non vince la solitudine, al contrario, perché la “socialità” secondo il significato contemporaneo del tutto mercantile ha messo al bando l’educazione, il rispetto, la tranquillità e tutto quanto costituiva l’armonia del vivere insieme.
Ed è proprio nel nome di questa armonia che si è mossa Amelia Focaccio, mediatrice familiare e responsabile per l’animazione dell’associazione napoletana Agapè. Come è brillantemente espresso dal logo dell’iniziativa Soli mai più, Amelia ha creato una catena i cui anelli s’intrecciano, fanno quadrato, alla maniera dei decumani e cardini delle città greche, esempi luminosi della sapienza del vivere.
Con la sua iniziativa, ha fatto in modo che i social tanto sbandierati svolgano la missione alla quale sono stati chiamati dai loro inventori: diffondere la consapevolezza che l’uomo vive con i suoi simili la propria avventura in quel tempo e in quello spazio che gli sono stati assegnati e non è merito né colpa sua se alcuni di questi luoghi sono inferni ed altri sono paradisi. Ecco dove deve intervenire la tanto usata e abusata “socializzazione”: nella consapevolezza che siamo tutti uniti come maglie di una stessa catena e che, se una maglia si allenta e cade è la fine dell’ordine, della ratio del vivere, della fratellanza che ci unisce anche se non ne siamo consapevoli e anche se ne equivochiamo il significato.
«Il mio fine- spiega- è quello di allargare il rapporto umano e rafforzarlo, mettere in circolo emozioni e sentimenti, voglia di sapere, significati e scopi di quello che si fa e che si potrebbe fare.  Cerco di mettere in una piazza virtuale la realtà in tutte le sue forme e con tutte le sue prospettive».
Come negli antichi salotti napoletani che riunivano scienza e musica, poesia e letteratura, Amelia fa del suo Salotto culturale la sede dove i diversi temi prendono forma e vita. Con l’aiuto di psicologhi,  fototerapeuti,  addetti alla comunicazione ed esperti nei vari campi  -.dalle dottoresse Ferrari e Teperino al professor Parisi al giornalista Nicola Saldutti – i Salotti di questa particolare agapè svolgono diversi temi, dei quali il più toccante è quella della gentilezza.
Per Amelia, «la gentilezza è l’arma per disarmare  l’avversario, e crearsi interlocutori, ma presuppone uno studio su sé stessi e sugli altri, una presa di coscienza delle proprie potenzialità e una visone d’insieme di vasto orizzonte».
L’impegno di Amelia non le consente soste, come non ha sosta la continua richiesta di aiuto da parte dei lettori del suo messaggio nella grande Piazza-Rete che ci  avvolge. “Soli mai più” è lo slogan che contiene una denuncia, ma soprattutto una speranza.

Amelia Focaccio ilmondodisuk.com
Amelia Focaccio

Averlo scelto è un programma da svolgere per realizzarne gli obiettivi. Un impegno che ha per oggetto la vittoria su uno dei mali più insidiosi e contraddittori dei nostri tempi: la solitudine nella folla, l’interruzione del dialogo con gli altri, il doloroso cerchio del dialogo con sé stessi che non si aspetta risposte ma che può aprirsi con la forza della gentilezza, «forse la più idonea – ci dice Amelia- che  può aiutare a lasciarsi la solitudine alle spalle con un sorriso».

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