Le disobbedienti/ Da Francesca Bertini a Jeanne Moreau: le tenebrose nell’immaginario collettivo. Quel mito diffuso della donna fatale tra freddezza e crudeltà

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«Figura seducente e pericolosa, capace di suscitare desideri socialmente proibiti e mettere in crisi l’ordine sociale costituito, affonda le sue origini negli archetipi culturali legati alla femminilità e in particolar modo a quello di Lilith, ma trova la sua formulazione compiuta solo nella seconda metà dell’Ottocento, a partire soprattutto dalle sue apparizioni letterarie e pittoriche in Baudelaire, Gauthier, Rossetti, Moreau e molti altri, così come nella rivivificazione delle arti visive e performative di figure mitologiche e leggendarie quali Salomé,  Cleopatra, Circe, Medusa »: è la definizione di femme fatale scritta in “Le tenebrose. Figure di femme fatale nel cinema e nei media europei fra mito e contemporaneità” Edizioni ETS curato da Cristina Jandelli e Chiara Tognolotti.
Chi sono le tenebrose? «[…] Dall’altro, il destino tragico dell’eroina accomuna molte personagge ottocentesche, femmes fatales e non, come unica via di fuga per non ripiegare su un incasellamento borghese e su un rientro nei ranghi del modello alternativo, ossia l’angelo del focolare».
Il testo offre una lettura interessante di donne che hanno fatto della propria persona uno strumento di comunicazione con cui veicolare un’immagine che, nell’immaginario collettivo, attrae e seduce facendo galoppare la fantasia a briglie sciolte.
Virginia Oldoini contessa di Castiglione, Francesca Bertini, Doris Duranti, Clara Calamai, Lola Montès, fino a giungere alle contemporanee Wanda Osiris, Jeanne Moreau e Franca Valeri. I saggi che compongono il volume furono presentati in occasione di un convegno tenutosi all’università di Pisa nel 2022, come illustrato nell’introduzione dalle curatrici: «Dal tardo romanticismo al decadentismo la donna fatale si manifesta nella letteratura e nel teatro drammatico a approda al cinema con tratti precedentemente codificati: freddezza, crudeltà, indifferenza, sensualità, superbia e, soprattutto, capacità di fingersi altro da sé e di manipolare il maschio, in una guerra dei sessi idealmente riconducibile alla prima ondata del femminismo degli anni Dieci del Novecento».
Quel che interessa analizzare e dibattere, attraverso i molteplici contributi, è il potere perturbante dell’archetipo della femme fatale nella rappresentazione cinematografica e dei media audiovisivi europei. Cosa suscita l’aura di mistero e seduzione, promessa di peccaminoso piacere voluttuoso che avvolge alcune figure femminili? Quali sono i meccanismi usati dalla cinematografia per costruire narrazioni in grado di generare dinamiche di fascinazione che danno vita a figure che entrano a far parte dell’immaginario collettivo andando oltre il fenomeno del divismo.
Le diverse letture del fenomeno concorrono a comporre una lettura variegata in cui rintracciare spunti di riflessione e disvelamento. Pericolose dark lady che affascinano per la capacità espressiva che muta secondo le caratteristiche del media in uso, nel cinema muto interpretano il canone potenziando il linguaggio del corpo e il magnetismo dello sguardo e delle movenze senza poter avvalersi del potere della parola che, in seguito, corroborerà il personaggio aggiungendo nuovo strumento. Le tenebrose sono donne che sfidano le regole sociali della propria epoca incarnando un modello trasgressivo che infrange le convenzioni, la loro personalità deborda dai margini che risultano angusti e volti a proibire comportamenti e modi di essere diversi da quelli assegnati: figlie e mogli sottomesse, spose e madri devote.
Le tenebrose attraggono per la ricercatezza e la teatralità dei modi con cui si ribellano: plateali, conturbanti e lontane da ogni forma di ordinarietà. Il loro sovvertire le regole nei rapporti tra uomo e donna, nel voler ottenere il riconoscimento del proprio talento e nel non accettare le imposizioni le pone al di fuori del contesto rendendole icone di una categoria a parte. Il volume fa parte della collana del forum delle studiose di cinema e audiovisivi FAScinA.
 ©Riproduzione riservata

IL LIBRO
A cura di Cristina Jandelli e Chiara Tognolotti, Le tenebrose. Figure di femme fatale nel cinema e nei media europei fra mito e contemporaneità, Edizioni ETS
euro 28
pagine 262

LE CURATRICI
Cristina Jandelli è professoressa ordinaria presso il Dipartimento di eccellenza SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo) dell’Università degli Studi di Firenze, dove insegna Storia del cinema e Cinema italiano, coordina il dottorato di ricerca in Storia delle arti e dello spettacolo (Università di Firenze, Pisa e Siena) e presiede il corso di laurea triennale DAMS. Studia il contributo reso al cinema dagli attori, gli stili di recitazione e i fenomeni divistici, con preciso riferimento al periodo muto e contemporaneo, oltre che al contesto italiano all’interno del quale indaga le relazioni fra la storia del cinema e la storia delle donne. La sua ultima monografia è “Tre studi su Claudia Cardinale” (Marsilio 2022) premio Kinomata per il miglior libro italiano su cinema e gender studies.

Chiara Tognolotti è professoressa associata presso il Dipartimento di eccellenza Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa, dove insegna Estetica del cinema e storia del cinema italiano. Tra i suoi ultimi lavori la curatela della nuova edizione italiana degli scritti di Jean Epstein (con G.M. Rossi e L. Vichi, CUE Press 2024) e di Louis Delluc (Edizioni ETS 2022). In preparazione una monografia su Anna Magnani (Carrocci).

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