Quanto conosciamo le persone con cui condividiamo la vita quotidiana? William Wall in “La ballata del letto vuoto”, pubblicato da Nutrimenti, racconta di una donna irlandese che alla morte del marito scopre come e quanto questi fosse un uomo diverso da quello che lei percepiva.
Kate, la protagonista, nulla sapeva di debiti, di amanti e di una casa in Liguria. Inseguita dai creditori e dall’infelicità decide di prendersi una pausa dalla vita e dalla verde Irlanda: parte per una amena località italiana di mare, Camogli. Qui il marito veniva con la giovane amante, qui lei fa i conti con il passato, le paure e le opportunità di nuove amicizie e sentimenti che le si offrono. «Non mi sfugge il paradosso di sentirmi più autentica nei panni di un’altra, nella casa di un altro. Se questo è autentico, penso, quello di prima cos’era?».
A volte, quando la vita ci sbatacchia troppo, l’unica possibilità per andare avanti è crearsi una bolla nel presente da cui tener lontano tutto l’ingombrante bagaglio del passato e del futuro che ci spaventa. La protagonista si immerge in un qui e ora necessario per tirare il fiato e riorganizzarsi, indossa gli abiti dell’amante del marito, vive nella casa in cui loro vivevano, sperimenta una identità lontana da quella lasciata nella sua esistenza quotidiana.
Riaffiora l’abbandono da parte della madre e il difficile rapporto con la sorella. Ha bisogno di prendere le distanze per superare lo smarrimento e l’accanimento dei debitori che la rincorrono. Incontra una donna anziana, Anna, che la accoglie offrendole amicizia e racconti.
Leggendo il romanzo si comprende che l’autore ama l’Italia, è interessato alle vicende politiche, ne mastica un po’ e nel testo inserisce considerazioni sul periodo della seconda guerra mondiale, la resistenza, Gramsci e il partito comunista. Un appunto – però – gli va fatto su questioni gastronomiche, questioni di non secondaria importanza.
In apertura e chiusura del testo si sofferma sulla differenza tra croissant e brioche confondendole. La brioche è una preparazione dolce – priva di farcitura- che accompagna la prima colazione esclusivamente nelle regioni meridionali dell’Italia, in Campania si contraddistingue per l’essere sormontata da una pallina, nelle regioni settentrionali – tra cui la Liguria – ad esser chiamata comunemente brioche è – in realtà – il cornetto che differisce dalla prima non solo per la forma ma anche perché fatto con pasta sfoglia ricchissima di burro e servito con farcitura di crema, marmellata, cioccolato o altro: «In Italia le brioche sono robaccia, peggio che in Irlanda».
Mi permetto di dissentire, Mr. Wall e la invito a considerare l’esperienza di una prima colazione a Napoli dove, con la pasta brioche, si può gustare la preparazione semplice, con la palla in cima, o quella in forma di cornetto con crema pasticciera e amarene o spingersi fino in Sicilia dove la brioche viene servita con una granita. In entrambe i casi una esperienza densa di sensazioni.
La puntualizzazione della brioche mi ha colpita perché, da bambina, essa è per me una sorta di pane elfico, un cibo irrinunciabile nella sua semplicità ma, ahimè, introvabile oltre i confini geografici della mia residenza che ha connotato le esperienze di viaggio mettendomi, da subito, di fronte alla necessità di scoprire abitudini e culture diverse dalla propria con mente aperta e predisposta al nuovo.
Kate, la protagonista, lo fa. Adotta nuove abitudini con il caffè e apprezza il vino. Nel racconto i sapori e gli aromi hanno un posto importante: «La cucina italiana si basa su tre ingredienti fondamentali: olio, aglio e prezzemolo. Con olio, aglio e prezzemolo qualsiasi cosa diventa commestibile» è interessante leggere come i sapori siano associati all’idea che ognuno di noi si fa di un luogo e una cultura e di una lingua anche: «L’italiano sembra usare troppe virgole o forse troppo poche. Troppo pochi punti fermi».
Per gli anglosassoni la lingua italiana è un labirinto che nasconde insidie e trappole, periodi lunghi, frasi che si inseguono, minuziose descrizioni affastellate di aggettivi, ripetizioni e infiorettamenti, rimandi, allitterazioni, figure retoriche e via enumerando.
Sì, la lingua italiana è deliziosamente, tremendamente, complessa, ricca e varia, così come lo è la cucina che è diversa in ogni regione inerpicandosi su ingredienti e ricette di montagna per digradare fino a quelle tipiche delle località di mare passando per quelle delle campagne dei dolci declivi.
Wall sollecita in chi legge, attraverso le sensazioni della protagonista, diverse considerazioni spingendo a porsi delle domande. Come mi comporterei se accadesse a me? Sarei in grado di sopportare uno stravolgimento della mia vita di così vasta portata? Si può mettere in discussione la propria esistenza tagliando fuori il passato? Le responsabilità sono quelle che decidiamo di assumere o quelle che gli altri ci dicono essere nostre?
Lo stile narrativo è scorrevole e il testo si legge con piacere avvertendo, nella formulazione dei pensieri e nelle parole della protagonista, che a scrivere è un uomo. Questa ultima non è una critica, solo una notazione.
Quando leggo un libro mi piace fare un gioco: indovinare se sia stato scritto da un uomo o da una donna. Ci sono delle differenze che rendono il testo prezioso, chiunque racconti una storia ci mette molto di sé, anche se sceglie il tema della fantascienza o un argomento molto distante dal proprio carattere racconta frammenti della propria vita, di incontri passati, di cose viste e sensazioni provate. Ognuno mette in quel che scrive la propria sensibilità denudando la propria anima, anche quando crede di tenerla nascosta in un luogo inaccessibile.
Come sempre avere tra le mani un libro realizzato dalla casa editrice Nutrimenti è un piacere: cura e attenzione nella scelta delle immagini della prima, seconda e terza di copertina accompagnate dalla qualità di cartoncino e carta. Alcuni libri sono belli non solo da leggere.
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Il LIBRO
William Wall,
La ballata del letto vuoto,
Nutrimenti
Traduzione di Stefano Tettamanti
Pagine 238
euro 17
L’AUTORE
William Wall è nato a Cork nel 1955 ed è autore di sei romanzi, tre raccolte di racconti e quattro volumi di poesia. Il suo romanzo This is the Country del 2005 è stato selezionato per il Man Booker Prize. Nel 2017, con la raccolta The Islands, è stato il primo autore europeo ad aggiudicarsi il Drue Heinz Literature Prize, prestigioso premio americano per racconti in lingua inglese. Vive tra l’Irlanda e la Liguria, a Camogli, e traduce dall’italiano. Un’antologia delle sue poesie è stata pubblicata nel 2012 con il titolo Le notizie sono, a cura di Adele D’Arcangelo. Con Nutrimenti ha già pubblicato Il turno di Grace (2021).
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