Le disobbedienti/ “La vita a rovescio”, la storia vera di Caterina Vizzani: nel Settecento osò vestirsi da uomo e amare una donna

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Quante persone avvertono sulla propria pelle la sensazione di vivere una vita a rovescio? Di essere diversi, fuori posto, giudicati, derisi e additati. Simona Baldelli in “La vita a rovescio” pubblicato da Giunti qualche anno fa racconta, con stile fluido e coinvolgente, una storia vera: quella di Caterina Vizzani.
Roma 1735: Caterina, quattordicenne figlia di un falegname, si sente poco incline alle occupazioni femminili preferendo seguire la contabilità nella bottega del padre, cosa eccezionale per una ragazza – e per giunta del suo rango – non solo perché presuppone l’aver imparato a leggere e scrivere ma anche per il ruolo che ricopre, un ruolo a lei non consono.
Contagiata dal vaiolo sopravvive riportandone un marchio in volto e uno nell’anima che ne certifica la consapevolezza della propria determinazione. I genitori, preoccupati per il futuro di una figlia non bella né provvista di ricchezze, sfigurata dalla malattia e dal comportamento tutt’altro che sottomesso la affidano alle suore affinché impari a ricamare. Ma non sarà il ricamo a catturare la sua attenzione, «galeotto fu il libro e chi lo scrisse; quel giorno più non vi leggemmo avante» sono i versi con cui Dante nel quinto canto dell’Inferno descrive l’amore che travolge Paolo e Francesca; nella storia che scopriamo tra le pagine scritte da Baldelli un libro galeotto c’è e viene letto per intero liberando dalla carta i personaggi che, prendendo vita, fanno sbocciare l’amore tra Caterina e la sua amica Margherita.
Il libro è quello dell’Orlando Furioso che, con la sua storia, ispira i giochi delle due ragazze. Il loro destino sarà bruscamente segnato da una separazione immediata e violenta imposta dalla madre della ricca Margherita che, avendole colte in flagrante, spedirà la figlia in convento costringendo Caterina alla fuga.
A Caterina, che scappando diventa Giovanni Bordoni, l’assumere sembianze e abiti maschili rende evidente quanto le donne siano esposte all’arbitrio maschile e come il solo presentarsi nei panni di un uomo renda la vita più semplice, le persone le/gli si mostrano deferenti senza esser minimamente sfiorate dal pensiero di arrogarsi quelle libertà che, di diritto, esercitano sulle donne.
Con il passare del tempo, Caterina, oltre a indossare indumenti maschili comincerà ad assumerne anche l’abito mentale, in lei si insinueranno pensieri e modi di essere, di agire, tipici degli uomini.
L’autrice descrive il modo in cui tale trasformazione avviene dando voce ai pensieri, le emozioni e i desideri di Giovanni. Già i desideri…e la voglia. La sfera emotiva di Caterina/Giovanni si distende tra due estremi, la voglia e la ribellione, pulsioni condannate dalla società.
La sua voglia è doppiamente peccaminosa, non solo fornicazione ma addirittura contro natura, il suo è atto demoniaco. Altrettanto inaccettabile è la tensione verso la ribellione all’ingiustizia e l’arroganza dei potenti, inaccettabile perché in contrasto con lo status quo e pericolosamente orientata a sovvertire un sistema di privilegi consolidato.
Ma come può definirsi contro natura qualcosa – e qualcuno – creato dalla Natura stessa? Interessante interrogativo, sollevato dall’autrice insieme ad altri, che inducono a riflettere, è il caso dell’atteggiamento perseguito delle donne nei confronti di una società maschilista: «Avete ragione. Noi donne ci contentiamo del potere che esercitiamo sugli uomini. Usiamo la nostra intelligenza per manipolarli, ottenere favori, regali. Si portò le mani ai capelli e si liberò delle forcine. Se impiegassimo lo stesso sforzo per farci strada potremmo ottenere da sole quel che ci spetta, senza attendere l’elemosina di nessuno».
E, ancora, quello della mancata solidarietà femminile: «Sapete cosa impedisce a una donna di avere lo stesso potere di un maschio? Giovanni beveva attento le parole di lei. Un’altra donna. Le nostre armi migliori le usiamo per combatterci, quando basterebbe liberarci di un solo uomo per capovolgere le regole. È così, mio caro, noi ci facciamo la guerra e loro vincono ogni battaglia».
Son passati tre secoli e le questioni sul tavolo son sempre le stesse… L’amore carnale di Caterina/Giovanni stupisce le donne per l’attenzione al loro piacere, la delicatezza e l’ascolto che mai un uomo avrebbe loro dedicato, ma il suo è amore carnale bollato come turpe e perseguito come peccato mortale.
Un altro degli aspetti interessanti del libro è l’analisi della posizione della chiesa cattolica nei confronti delle donne: «Escono dalle case e vogliono partecipare alla vita pubblica! gridò. A lasciarle fare, furbe com’erano e sempre a trafficare col demonio, sarebbero diventate le padrone del mondo. S’immaginava il pericolo?» e ancora «Dio, Dio. Non avete altre risposte? Lui finì di bere e si asciugò la bocca con un minuscolo fazzoletto di seta rossa. Egli è la risposta a qualsiasi domanda e la domanda per tutte le risposte, signora marchesa. Questo semplifica molto l’esistenza» ribatté la donna. Che senso ha usare il cervello se tutto fa parte di un disegno già scritto? Dio madre? Da dove viene una bestemmia simile?».
Un tema, spesso affrontato in questa rubrica perché oggetto di studio e approfondimento in diversi saggi, un argomento che ha segnato la Storia.
Caterina, che nei panni maschili visse per otto anni, fu aiutata da diverse donne ma rischiò di dimenticare la sua parte femminile: «Erano stati necessari l’impegno e il sacrificio di molte donne perché diventasse un uomo, padrone del mondo. E ora che c’era riuscito, se lo era dimenticato. Era diventato come gli altri, pieno di boria e di ingratitudine».
Leggiamo di tenacia, fatica, determinazione, coraggio e audacia ma anche di paura, sconforto, sofferenza e tristezza. Baldelli scrive con talento e le suggestioni, gli aneliti, le delusioni cocenti, i sospiri e il dolore saltano fuori dalle righe per arrivare dove devono: al cuore e al cervello.
Chi tra noi, poi, è accompagnato da una presenza che si manifesta al momento giusto per far prevalere la ragione in luogo dell’istinto amerà la Nuvola d’oro e tratterrà il fiato seguendo l’epilogo della vicenda. Caterina/Giovanni proietterà il ricordo e il sentimento provato per Margherita su un’altra ragazza che di lei porta il nome.
La nuova Margherita è, però, assai diversa da quella conosciuta, amata e strappata ai suoi abbracci, sarà solo l’illusione di aver ritrovato l’amore, un’illusione dagli esiti fatali. Il dilemma di fronte al quale ci troviamo non è cosa recente: meglio amare e rischiare o rinunciare e non mettere nulla a repentaglio? È preferibile azzardare e sentirsi vive/i nutrendo passioni e sentimenti o lasciarsi vivere alimentando rimpianti? E se avessimo il coraggio di creare un mondo di lato in cui avessero diritto di cittadinanza le persone, le idee e gli stili di vita reputati non consoni nel modello sociale predominante?
Il lavoro di Baldelli offre diversi piani di lettura, uno di questi è una proiezione geometrica nello spazio in cui scelte non convenzionali rompono gli schemi tradizionali riposizionando il sopra/sotto, dentro/fuori, avanti/indietro e le categorie di pensiero dominanti.
Caterina/Giovanni lotta per sentirsi una persona degna di essere considerata tale anche se consapevole di non poter affermare la propria identità liberamente. Il sistema giuridico e la morale corrente sono meccanismi creati per regolare il consesso civile ma possono decidere della sfera affettiva degli individui? E la compassione, la pietas, verso un altro essere umano dove sono? L’etica, la morale, la filosofia, il diritto e la letteratura tutto in un romanzo, per chi vuol leggerli nel lavoro di Baldelli ci sono tutti. 
©Riproduzione riservata

IL LIBRO
Simona Baldelli,
La vita a rovescio,
Giunti Editore
Pagine 416
euro 16
L’AUTRICE
Simona Baldelli è nata a Pesaro e vive a Roma. Il suo primo romanzo, Evelina e le fate (2013), è stato finalista al Premio Italo Calvino e vincitore del Premio Letterario John Fante 2013. Il tempo bambino (2014) è stato finalista al Premio Letterario Città di Gubbio. Nel 2016 ha pubblicato La vita a rovescio (Premio Caffè Corretto-Città di Cave 2017), ispirato alla storia vera di Caterina Vizzani (1735) – una donna che per otto anni vestì abiti da uomo – e nel 2018 L’ultimo spartito di Rossini. Con Sellerio ha pubblicato Vicolo dell’Immaginario (2019) e Fiaba di Natale. Il sorprendente viaggio dell’Uomo dell’aria (2020) Alfonsina e la strada (2021)

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