Le disobbedienti/Maddalena Antognetti, la donna del Caravaggio. Quella cortigiana che prestò il volto alla Vergine Maria

0
2357

Caravaggio, ovvero Michelangelo Merisi (1571-1610), fu pittore che nelle tele riversò genio e passione. Nella storia della pittura esiste un prima e un dopo Caravaggio, con lui il mondo cambiò.
Riccardo Bassani ne “La donna del Caravaggio. Vita e peripezie di Maddalena Antognetti” edito da Donzelli conduce una indagine attenta, scrupolosa e poliziesca dando vita a un genere letterario originale in cui si intersecano elementi della biografia, del romanzo e del thriller.
L’autore lo spiega bene: «Caravaggio che, se lo si vuole comprendere appieno, non può non essere conosciuto anche nella sua realtà quotidiana. Infatti, non credo sia sufficiente studiarlo soltanto nei suoi rapporti verticali con protettori e committenti, ma che sia altrettanto utile, se non indispensabile, indagarlo nella rete delle relazioni orizzontali coltivate fra la gente comune della Roma del tempo.
In quest’ottica e a maggior ragione è diventato imprescindibile riportare alla luce il mondo della cortigiana Maddalena Antognetti che fu sua modella, e il peso che questa donna ebbe in una fase cruciale della vita del grande lombardo».
Siamo a Roma nell’estate del 1605 e Caravaggio è coinvolto in un episodio criminoso “Parole sul corso” che dà l’avvio a una serie di accadimenti funesti.
Bassani, con certosina pazienza, dipana una ingarbugliata matassa per ricostruire i fatti identificando l’identità e il ruolo di protagonisti e comprimari.
Il racconto si origina con le conseguenze dovute all’esposizione della tela della Madonna di Loreto, detta dei pellegrini, nella chiesa romana di Sant’Agostino in Campo Marzio allorquando appare lampante che le fattezze della protagonista dell’opera corrispondono a quelle di una donna reale, di più la presenza del taffetà giallo drappeggiato sulla spalla sinistra, segno distintivo inequivocabile, denuncia che la donna è una cortigiana.
Scoppia “l’estremo schiamazzo”, lo scandalo: «E quale autorità aveva il Caravaggio per permettersi di scegliere a modella della Vergine Maria non solo una «zitella», «povera» ma «onorata», ma addirittura una donna che, per quanto cristiana, conduceva una “vita ignominiosa ed odiosa alle buone leggi?”».
Per comprendere gli accadimenti è importante soffermarsi sul momento storico, i fatti si svolgono durante il periodo della controriforma allorquando l’iconografia sacra era disciplinata e sottoposta al vaglio di censori, al soglio pontificio si succedono Clemente VIII e Paolo V entrambi ostili alla presenza delle cortigiane e impegnati a rendere più morigerati i costumi, il più mite pontificato di Alessandro de’ Medici che assunse il nome di Leone XI – interposto tra i due – durò soltanto ventisei giorni.
A Roma imperano la corruzione e la prostituzione, quest’ultima è da intendersi non soltanto come mercimonio dei corpi femminili ma anche come abito mentale nella conduzione di ogni sorta di affare in grado di far conseguire un qualche vantaggio.
Sono gli anni nei quali desta scalpore il destino della nobildonna Beatrice Cenci decapitata con l’accusa di parricidio nonostante le tante suppliche rivolte a papa Clemente VIII, vane invocazioni rivolte alla massima autorità al fine di esser sottratta alla violenza e le turpitudini paterne.
Questo è il clima in cui maturano le vicende narrate, l’atmosfera in cui si agitano i protagonisti. Caravaggio era persona nota alle autorità ecclesiastiche deputate alla censura, la Madonna del Loreto non era la prima tela in cui il pittore ritraeva una cortigiana e la cosa non era passata sotto silenzio, la contravvenzione alle regole del decoro era stata annotata.
Il pittore era tenuto d’occhio, il suo operato vigilato. Ma chi era la modella presente nel quadro incriminato e nelle tele precedenti? Era la figlia di un ricco mercante caduta in disgrazia, Maddalena Antognetti.
Bassani spiega i motivi che lo hanno spinto a condurre la sua ricerca e scriverne: «Il mio principale intento è stato fin dall’inizio quello di indagare sull’identità di Maddalena Antognetti per conoscerne le speranze, i sentimenti, le esperienze nei rapporti con gli uomini, con i genitori, con la sorella, con i vicini, gli atteggiamenti di fronte ai limiti e alle prospettive della propria esistenza, la sua capacità o incapacità di compiere delle scelte o di plasmare la propria vita. Non potevo avere a disposizione sue lettere, diari o conti di casa in quanto Maddalena, pur figlia di un ricco mercante, era analfabeta. Per ascoltare la sua voce bisognava dunque cercare altrove e, come tanti altri che indagano sugli individui e sulle famiglie in antico regime, l’ho ritrovata nei verbali delle carte criminali».
Già le carte criminali, a Maddalena Antognetti la sfortuna non fece sconti, insieme con la sorella Amabilia cadde nella trappola di un bargello che segnò le vite di entrambe.
Chi era l’uomo della sventura che incontrarono sul proprio cammino? Il bargello di Roma si chiamava Ovidio Marchetti e dopo aver sedotto la sorella maggiore Amabilia con l’inganno stuprò Maddalena a cui, nove mesi dopo per evitare che l’accaduto diventasse di pubblico dominio, strappò la figlia.
L’uomo intratteneva rapporti sessuali con entrambe le sorelle avendo da queste dei figli, un comportamento che andava tenuto segreto poiché configurava il grave reato di incesto.
Bassani mette in fila gli accadimenti ricostruendo tutte le relazioni, i rapporti e gli interessi che si intessono tra i diversi soggetti, ripercorre la vita di Maddalena restituendole identità e dignità. Il suo libro rende giustizia a un volto e un corpo immortalato dal pennello di un genio della pittura e consegnato alla Storia.
Procedendo nella lettura scopriamo come tra il 1599 e il 1606 ella compare, con la forza della sua espressività e della prorompente femminilità, in sette tele di Caravaggio e – coinvolta in una trama assai più grande di lei – scivola verso il terribile epilogo che la vedrà sfregiata in volto.
Maddalena non è la donna angelicata rinascimentale distaccata dalle terrene passioni, lei di queste ne è la personificazione, è la vita che palpita e traspare nelle pennellate e nel sapiente uso della luce caravaggesca.
Ai più è noto che l’artista scegliesse i soggetti delle proprie opere tra persone reali cercandoli tra i volti e i corpi che popolavano la quotidianità, Maddalena è uno di questi, è una donna reale in carne e ossa fatta di sangue, lacrime, passioni e paure.
Alcuni tra i biografi tratteggiano il carattere di Caravaggio come collerico, violento e irrazionale ma del sanguigno temperamento Bassani dà contezza conferendo senso e logica alle sue azioni, ai nostri occhi il modo di condursi del pittore appare non già quello di un arrogante attaccabrighe quanto, piuttosto, quello di un uomo che reagisce a degli eventi che ne minacciano il lavoro, l’onore e l’incolumità fisica.
L’autore ne ridefinisce la personalità sconfessando le ipotesi di chi nel suo comportamento ha ravvisato gesti inconsulti di uomo facile all’ira. Caravaggio fu punito per il suo ardire, innescò una serie di azioni concatenate che lo videro costretto a difendere l’onore della sua modella non solo perché spinto da un cavalleresco proposito ma anche per autodifesa, a essere compromessa non era solo la reputazione di Maddalena, in gioco c’era anche la sua di uomo e artista.
Colpendo Maddalena si colpiva anche lui. A Bassani va il merito di aver tratto dalle pieghe del passato la vita di Maddalena Antognetti spiegando i motivi dell’intima connessione tra le persone che ne fecero parte senza tralasciare di soffermarsi sui sentimenti, le speranze e le avversità di una donna fino ad oggi mai così ben conosciuta.
Grazie a lui non solo conosciamo la vita e i moti dell’animo della persona che ha prestato il volto e il corpo alle madonne ritratte da Caravaggio ma sappiamo, anche, che ella fu consapevole del rischio che correva posando per il pittore.
A coronamento del bel libro la pregevole postfazione di Fiora Bellini correda il lavoro dell’autore con una accurata disamina delle sette tele per le quali Maddalena fece da modella. Ogni dipinto è analizzato, contestualizzato e presentato.
Di particolare interesse risulta il commento all’opera che precedette Madonna di Loreto, la Morte della Vergine del 1604 in cui la grave colpa commessa dal pittore fu l’aver messo in discussione il dogma della verginità mariana ritraendo Maddalena incinta e gonfia come per una corruzione post mortem.
Mettere in dubbio il dogma della verginità di Maria significava incorrere nell’accusa di eresia, non era cosa da poco, solo pochi anni erano trascorsi dalla condanna di Giordano Bruno (Febbraio 1600) colpito da diversi capi di imputazione tra cui figurava, come un macigno, anche questo.
“La donna del Caravaggio. Vita e peripezie di Maddalena Antognetti” è un libro per chi ama ripercorrere le tracce nella storia dell’arte, per chi è interessato a conoscere la vita di un volto e un corpo che dalla tela lo/a guarda e per chi non si accontenta di una unica versione dei fatti.
©Riproduzione riservata

IL LIBRO
Riccardo Bassani
La donna del Caravaggio. Vita e peripezie di Maddalena Antognetti, Donzelli editore
Pagine 352
euro 34
L’AUTORE
Riccardo Bassani, storico e archivista, con Donzelli ha pubblicato nel 1994, insieme a Fiora Bellini, il controverso volume Caravaggio assassino. Tra il 2005 e il 2013 ha diretto la casa editrice Gorée.

Le altre recensioni dedicate a donne e arte de #ledisobbedienti sono: