Quante sono le donne rimaste sepolte nella polvere della storia? Le scolare e gli scolari che studiano le imprese dell’ “eroe dei due mondi“ conoscono la vita e le scelte di Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, ovvero, Anita Garibaldi?
Una figura che sbiadisce sullo sfondo di gesta maschili, rara immagine tra le pagine dei testi scolastici. Una donna al seguito, per lei il ruolo di convivente prima e moglie dopo. Una figura appiattita su quella del suo compagno e priva di spessore.
A darle profondità ci ha pensato Diana Giovinazzo con una biografia romanzata fresca di stampa. Nata in Brasile nel 1821 Anita conobbe Giuseppe Garibaldi quando, morto il padre e i fratelli, il matrimonio in cui la madre l’aveva spinta ancora ragazzina con la speranza di sottrarla ad appetiti violenti era già, per lei, finito.
Il suo spirito rivoluzionario, la ricerca di condizioni di vita migliori per tutti e la sete di libertà incontrarono, nell’esule venuto a combattere dall’Italia, un idem sentire politico cui si accompagnò la passione amorosa che li legò fino alla sua morte prematura.
Abile cavallerizza con spiccata attitudine all’organizzazione e dotata di audacia e temerarietà combatterà sempre al fianco degli uomini, anche quando incinta, anche quando con un neonato a tracolla. Seguirà il suo uomo che, affermando di avere notizia certa della morte in guerra del suo primo marito, la sposerà in Uruguay dove rimarranno sette anni prima di salpare per l’Italia.
Nelle pagine del romanzo la quotidianità fatta di incombenze domestiche, l’accudimento e l’affetto per i bambini, impastato dalle tensioni con la suocera, si intreccia con l’evoluzione politica, le battaglie e i cambiamenti storici.
Tutto insieme in una vita in cui l’unica certezza fu la saldezza delle proprie idee e la forza del legame con l’uomo venuto dal mare. Fu una donna determinata, intelligente, tenace e non disposta a lasciar decidere gli altri in sua vece, le era bastato viverlo nell’infanzia per rifiutarlo in seguito.
Decise di combattere per il suo popolo e per quello degli altri, fu imprigionata, scappò, patì la fame, il freddo e la malattia, dubitò, provo scoramento e timore ma non si arrese, mai.
Visse una vita intensa e piena che l’autrice fa ascoltare dalla voce della protagonista. «La Sorte si balocca con noi. Per i miei peccati pagherò anch’io come dobbiamo tutti. Forse di più. Eppure gioisco della famiglia che ella mi ha donato» sono le parole di Anita citate prima che il racconto cominci, in esse sono racchiusi i nodi di un’esistenza: la consapevolezza di esser nata con un destino da seguire, la convinzione di aver commesso, come ognuna/o di noi, dei peccati di cui dover rendere conto e la felicità per la famiglia creata con Giuseppe Garibaldi.
L’ultima gravidanza non arrivò a termine, morì insieme con il nascituro, dopo aver combattuto a Roma contro i francesi nel 1849. Una donna senza radici o con radici pervicaci?
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IL LIBRO
Diana Giovinazzo
Storia di Anita, Piemme
pag 412
euro 18,90
L’AUTRICE
Diana Giovinazzo vive a Los Angeles. Co-creatrice di Wine, Women and Words, un podcast letterario settimanale di interviste ad autori davanti a un bicchiere di vino, Diana è attiva nella sua comunità letteraria locale come membro della sezione di Los Angeles della Women’s National Book Association. Storia di Anita è il suo romanzo d’esordio.
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