Il tiro a bersaglio adesso si è spostato sulla capitale. Inasprito dalle polemiche incandescenti che accompagnano, ogni giorno dalla sua elezione, la prima cittadina Virginia Raggi. Su Napoli, malgrado anche violenti fatti di cronaca, la martellante campagna denigratoria dei media ha rallentato il passo, un po’ sfiduciata dal boom dei turisti che stanno affollando sempre più le strade di Partenope, dal centro storico, ai luoghi d’arte disseminati un po’ dovunque. E la Sirena, fiera, rialza finalmente la testa orgogliosa del talento dei suoi figli. Brillava di luci felici e saltellanti sulla terrazza del seicentesco Palazzo Tufarelli, in via San Benedetto Croce 23, a pochi passi dalla Basilica di Santa Chiara, dove da aprile scorso il boutique hotel, diretto da Giuseppe Autoerino, che dalla chiesa prende il nome, accoglie i turisti con stile raffinato, senza esagerazioni.
TRE EVENTI IN UNO
L’occasione della serata era speciale tre eventi in uno. Un concerto per presentare il nuovo album del cantautore e contrabassista Emanuele Ammendola, musicista vesuviano emigrato a Milano da tre anni, che ha affidato al titolo “Migr ” , gi pluripremiato, le sue emozioni, realizzato con un progetto di crowdfunding. Tra i brani, “Brigante se more” confezionato tra testo e musica da Eugenio Bennato con Carlo d’Angiò (tenace cantore folk della storia partenopea che ci ha lasciati da poco orfani della sua poetica presenza). Sul palco con Emanuele, Luigi Esposito, (pianoforte e melodica), Alberto Santaniello(chitarra), Emiliano Barrella (batteria), Pasquale Benincasa( percussioni).
PAR CONDICIO
Ad accompagnare la loro esibizione, due mostre con opere disseminate nell’elegante struttura dell’albergo, nelle sale e per le antiche scale. Una esposizione con par condicio, maschile grazie all’iperrealista autore italo russo Alexandr Sheludko, che ha disegnato la copertina del disco, e femminile, per Francesca Baldi che offre allo sguardo dei visitatori le sue donne riflessive, sofferenti, in attesa.
Francesca, sottile, delicata, dal passo sicuro, malgrado i tacchi vertiginosi, mi guida tra i cinque dipinti che presenta come “antipasto” della prossima personale “fem/men(na) dove domina l’ occhio grande, vigile, spalancato sull’anima, quella di chi dipinge ma anche di tutte le ragazze, le mogli, le mamme, le nonne, le single del mondo.
“POSSEDUTA” DALL’ARTE
Non ha ancora compiuto 36 anni, forte delle origini napoletane che non ha mai rinnegato ma sempre inseguito e cercato, Francesca è "posseduta" dall’amore per l’arte in tutte le sue forme e, malgrado non abbia voluto, per un colpo di testa adolescenziale, terminare l’istituto d’arte a Pisa fino al diploma (uno smacco in una famiglia di laureati con un pap docente di chimica trasferitosi a Livorno per insegnare l quando la sua bambina ha appena 8 mesi) non ha mai smesso di tuffarsi nella pittura e nella scultura, frequentando anche un master di leisure manager al Polimoda di Firenze. Per inseguire il suo sogno, è diventata parrucchiera, un lavoro che non solo l’aiuta a mantenersi ma le ha anche consentito di viaggiare come una trottola, tra le mete preferite, Spagna e Inghilterra, studiando da artista e vagabondando per i musei. Tre anni fa, ha deciso finalmente di lasciar andare un po’ in giro le proprie opere, affidandole all’interpretazione degli altri. Determinata però a darne un significativo assaggio nella sua terra di origine. Una determinazione che l, tra quei tetti illuminati affacciati fino alla cupola di San Domenico Maggiore, riempiva di tenerezza Partenope. Per una notte ha smesso di essere matrigna con le sue creature. Sorride. Le vorrebbe riabbracciare tutte, offrendo loro opportunit di futuro che finora hanno trovato solamente altrove. E’ certa che ci riuscir …
Per saperne di più
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emanueleammendola.com/it/about
Nella foto, in alto, di Giacomo Iasili, un momento del concerto. In basso, da sinistra lo scatto di Miche D’Avino che riprende la preparazione del gruppo sul palco dell’hotel, Francesca Baldi con una sua opera e un altro suggestivo dipinto dell’autrice napoletana