Amaltea, Demofila e Appenninica. Nomi antichi della Sibilla cumana. Somma sacerdotessa di Apollo (divinità solare ellenica), creatura misteriosa che dal suo antro affidava al vento e alle foglie di palma le visioni sul futuro. A lei, Vergine oscura, che ispirò Virgilio e Dante, è dedicata la mostra di Francesco Soranno dell’associazione Flegrea photo, gruppo di fotoamatori e appassionati di fotografi. Il loro obiettivo è promuovere i Campi Flegrei, Napoli e la Campania organizzando incontri, escursioni, corsi, workshop, esposizioni e concorsi fotografici. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Ente autonomo Volturno.
Carica di fascino, nel sesto libro dell’Eneide, la Sibilla cumana è figura centrale, non solo veggente, ma anche guida di Enea nell’oltretomba. Un cammino nella storia, quello proposto dall’autore di queste immagini, ma anche nei labirinti del mito.
Nell’antichità greca e latina le Sibille erano vergini, giovani a volte decrepite, cadevano in trance, in preda ai loro vaticini. E così la Sibilla davanti a Enea nell’annunciare orribili enigmi cambia colore del volto, posseduta da una furia indomabile, per poi placarsi e offrire a Enea la possibilità di chiederle di essere al suo fianco nel raggiungere l’aldilà.
Fino al 30 giugno nella stazione cumana di Montesanto. L’esposizione si apre alle 10 e sarà inaugurata alle 16, lunedi 12 giugno.
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In foto, particolare della locandina