Inaugurato in piena Belle poque, nel 1890, fu il primo e più importante Caf-chantant italiano. Il 15 di novembre inaugura il Salone Margherita nella Galleria Umberto I Napoli, grazie a un’idea dei fratelli Marino di Napoli. Era l’epoca del Moulin Rouge e delle Folies-Bergère a Parigi. Il salone Margherita apre i battenti alla presenza di principesse, contesse, presente anche Matilde Serao e tutta l’lite cittadina. Da quella data, lo spazio artistico entra nella storia. Fu il primo in Italia che portò in scena ballerine del cancan. Importanti e famosi artisti iniziarono la loro carriera proprio nei caffè-concerto e furono tante le bellissime donne che calcarono il palco del Salone Margherita. Accanto a star internazionali, stelle nostrane come Maria Campi, inventrice della “mossa”. E, con lei, tante altre sciantose, che “infrancesavano” i loro nomi d’arte. Ne scriveremo in questa rubrica intitolata “Le indimenticabili dimenticate.”
Ria Rosa. Quando si scrive di lei, vengono in mente due brani ‘A seggia elettrica e Mamma Sfortunata che ricordano molto le canzoni dei neomelodici napoletani. Il primo titolo è un successo coraggioso che lei canta per ricordare un errore giudiziario la condanna a morte di Sacco e Vanzetti, sfidando cos le autorit locali. L’artista partenopea rischia l’espulsione dagli Stati Uniti d’America dove è andata in tourne con Nicola Maldacea per poi si trasferirsi definitivamente nel 1937, a New York dove raccoglie clamorosi consens, grazie al colore della voce e alla capacit di saperla mettere al servizio di un’interpretazione teatrale del testo. Straordinaria interprete, contesa per le sue qualit interpretative dalle più celebri Piedigrotte e dagli impresari teatrali. Uno di loro la lancia in uno giro oltreoceano gi nel 1922, facendola conoscere al pubblico americano che impara ad amarla. E proprio nel 1937, torna per l’ultima volta in Italia per la morte del grande compositore, suo amico, Ernesto Tagliaferri, per il quale canta in pubblico “Chitarra Nera” a lei dedicata e lasciata incompiuta.
ESORDIO DA SCIANTOSA
Sanguigna e audace, Ria Rosa in realt si chiama Maria Rosaria Liberti. Nasce a Napoli, nel quartiere di Montecalvario il 2 settembre 1899, figlia di Angelo e Anna Carotenuto. Giovanissima, a soli sedici anni, esordisce prima come sciantosa alla Sala Umberto di Napoli. Diviene antagonista della celebre Gilda Mignonette perch anche lei viene definita “cantante degli emigranti” ma la chiamano anche “nonna delle femministe”. Suscita scalpore per le sue esibizioni; irruenta e passionale, non si risparmia il travestimento da Guappo (molto prima della Dietrich) per esibirsi in canzoni al maschile come Guapparia, "Guappo", "O zappatore. Oppure, si presenta da spregiudicata e protofemminista che rinfaccia all’uomo la sua imbecillit gridandogli in viso “Stupido, stupido, non sei per niente scaltro, il mio cuore lo tiene un altro e le foto le tieni tu”.
ENERGICA DONNA IN CARRIERA
“Femmina energica”, a sue spese sperimenta cosa vuol dire far carriera in un mondo maschilista , inneggiando alla libert di donna forte, pari e uguale al maschio. Temeraria anche nei suoi piccoli gesti antifascisti come quello di rifiutare inviti e champagne offerto dalle camice nere insieme e inamidati signorotti e lustrate borghesissime signore. Non le piace per niente quel clima autoritario ed è per questo che sceglie di andarsene nella Grande Mela.
Volitiva e spiritosa, canta “la donna d’oggi, è inutile negarlo, non è più la vile ancella, abolisce in pieno la gonnella, e sta gonnella ‘a metto ‘ncuollo a te”. Oppure “Quando l’uomo passeggia lo senti desclamar – oh quant’è bbona chella, che carnalit – a noi non è permesso, ne’ scusate, ma perch?”. Versi molto contemporanei, quasi slogan sessantottini. E ancora oggi, se non come allora, le donne sono costrette a imporsi e a lottare per la propria dignit di persone.
UN PO’ DI SCENEGGIATA
E ancora canta …"Uè pe’ sape’, tu a chi vuo’ ‘nquita’, je so’ figliola ancora voglio scegliere e scarta’, tu t’affliggi e t’ammalisci, comm’e mme ‘na puo’ truva’,ca t’arraggia c’aggia fa’,e ppe chest’aggia canta’ a fronn’e limone oj ni’ e me te puo’ scurda”. Affermando il diritto di scegliersi il proprio uomo in una societ che vede il mondo femminile completamento sottomesso alla volont del capofamiglia.
Popolarissima negli Usa, fonda una sua compagnia dedicandosi anche alla rappresentazione di particolarissime sceneggiate, tra queste ‘E Pentite, storia e sorte delle ragazze madri napoletane. Si spegne ultranovantenne, lontano dalla sua citt , nel 1988. Ma è sepolta nel cimitero di Poggioreale. Donna troppo moderna per i suoi tempi.
Nelle foto, Ria Rosa, una sua incisione e una immagine di Napoli negli anni Trenta