«Perdonami se vengo a uccidermi sulla tua porta come un cane fedele. Ti amo sempre». Questa scritta fu lasciata davanti alla casa Scarfoglio-Serao da Gabrielle Bessard. Era il 29 agosto del 1894, si potrebbe definire “una tragedia annunciata”.
Tutta Napoli sapeva, parlava, anzi sussurrava. Il pettegolezzo era piccante: la storia tra il giornalista, poeta, scrittore Scarfoglio e la ballerina sciantosa, di origine farncese. Eduardo era ben conosciuto come uno “sciupafemmine” per le sue passioni tra ballerine, puttane e personaggi…
Un fatto di cronaca a versioni contrastanti… Si diceva che l’artista si fosse suicidata con un colpo di pistola subito dopo aver consegnato alla cameriera di casa Scarfoglio la sua figlioletta. Altri affermavano che Gabrielle avesse bussato alla loro porta e lasciata sul davanzale la piccola, insieme al biglietto appena citato, prima di spararsi… la verità è una sola: la Bessard morì, uccisa dalla sua passiohne.
Gabrielle era una cantante parigina, venuta a Napoli per intraprendere la vita della ballerina e della cantante. Tutto iniziò nel 1892. Galeotta fu l’assenza della moglie di lui, Matilde Serao, che pur era a conoscenza delle scappatelle del marito. Gabrielle si trovava in Italia per alcune sue esibizioni. Conobbe Scarfoglio poco prima di tornare a Parigi. Lui sedeva tutte le sere in prima fila ad assistere ai suoi spettacoli, lei si sentiva osservata, era affascinata dai suoi sguardi, così diventarono amanti.
Per due anni, appena finito il concerto, Gabrielle raggiungeva il suo uomo al solito albergo. Furtiva, percorreva le stradine, con la paura che i suoi ammiratori la fermassero facendole perdere tempo prezioso, tempo che lei dedicava al suo uomo.
E poi acacdde l’imprevisto: Gabrielle riamase incinta, sicura dell’amore del poeta. E gli propose di lasciare la moglie e di andare a vivere insieme, certa di essere entrata profondamente nel suo cuore, ma ricevette come risposta un secco “no”. Lei si era illusa che con la nascita della bimba avrebbe coronato il suo sogno d’amore…
Dopo il drammatico gesto, Gabrielle fu portata all’ospedale degli Incurabili dove morì il 5 settembre, a mezzogiorno. Il fatto suscitò grande clamore in tutta Napoli. La figlia venne affidata da Scarfoglio a Matilde, che la prese con sé. La scrittrice scelse per la neonata il nome di sua madre, Paolina.
Nelle cronache del passato scarse sono le notizie della vicenda artistica di Gabrielle. Tutte le etstate giornalistiche si soffermarono molto, invece, sul tragico episodio. Inizialmente il Mattino tacque sulla notizia e anche il Corriere di Napoli si adeguò alla scelta editoriale, per pubblicare,infine, il 31 agosto, il racconto della cronaca. Seguito da Il Mattino il giorno successivo con un articolo dal titolo: “Il fatto della Bessard e le bassezze del signor Schilizzi”, scaturito, probabilmente, dalla penna dello stesso Scarfoglio. Ma intanto Gabrielle non c’era più. Annientata dall’amore.