Lucia Ausilio
Qui sopra, nella foto di Danilo Donzelli, la coppa di Lucia Ausilio. In alto , le carte di Massimo Latte

Lucia Ausilio e Massimo Latte alla Certosa di Capri. Un filo lega i due artisti che espongono insieme  nell’isola dall’8 settembre (opening alle 11.30) fino al 7 ottobre: la materia e l’anelito verso l’infinito che si esprime in due titoli differenti. Lucia propone nella sala del capitolo e nel piccolo chiostro Dalla terra al cielo; Massimo, Haecceitas. Stanze di colore nell’ex canonica. Unica curatrice, Patrizia Di Maggio, direttrice della Certosa. Le due mostre sono organizzate dal Polo museale della Campania, diretto da Anna Imponente.
Così il contemporaneo dialoga con un luogo antico attraverso due artisti geograficamente vicini (entrambi napoletani) e quasi coetanei (nati negli anni 60), affascinati, però da un cammino artistico differente che adesso si confronta in un’unica sede. Entrambi gli autori, inoltre, hanno maturato importanti esperienze all’estero.
Ausilio propone un gruppo di opere che ruota intorno alla scultura in terracotta esposta nella sala del Capitolo, La coppa (hara), raffigurante le pelvi. Secondo la filosofia yoga dal pavimento pelvico si sprigiona l’energia vitale e quindi il benessere fisico e psicologico che  porta a un armonico equilibrio. La dimensione terrena  è in continua tensione verso quella spirituale, simboleggiata dal cielo.
Le grandi teste esposte nel chiostro piccolo, del ciclo Root to rise, raffigurano il legame  con le radici e con la materia: «terra informe che si trasforma tra le mani, modellata, accarezzata, imperfetta e vera come la vita. Da essa le figure prendono forma e respiro: tra le antiche mura della Certosa organico e inorganico si incontrano, materia in divenire, un flusso ininterrotto, la vita la morte, il cielo la terra… Immobile movimento».
E nel chiostro piccolo lo spazio architettonico delle volte è rimodulato graficamente, site specific, in forma bidimensionale, simulando l’aspirazione di mettere insieme il sopra con il sotto.
Latte, invece, introduce nel monastero le sue carte giocando con il colore e i dettagli di questo spazio: alcune  hanno per esempio, le stesse misure delle finestrelle passavivande. Ma anche  quelle più grandi si inseriscono in una  mirabile osmosi.
Il titolo Ecceità, deriva dal latino haec, questa cosa, e designa, nella teologia scolastica di Duns Scoto e nella filosofia del divenire di Gilles Deleuze, ciò che è singolare e irripetibile, e, per questo, impersonale e perfetto. Un processo ben noto  ai certosini, che nelle proprie celle e negli orti conclusi,compivano un percorso interiore di conoscenza accedendo, nella loro concentrazione,  a bellezza e  perfezione del creato.
LE MOSTRE
Lucia Ausilio,  Dalla terra al cielo, catalogo Arte’m, testi di Anna Imponente, Patrizia Di Maggio, Alessandra Pacelli.
Massimo Latte, Haecceitas. Stanze di colore, catalogo Giannini Editore Napoli, testi di Anna Imponente, Patrizia Di Maggio,Filippo Fimiani.
Per saperne di più
Te. +39 081  8376218
pm-cam.sangiacomocapri@beniculturali.it
Orari: martedì-giovedì  10.00 – 17.00; venerdì-domenica 10.00-18.00;  chiuso lunedì
L’ingresso costa 6 euro

 

 

 

 

 

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