Viviamo in un mondo di caos, il counseling ci aiuta? L’associazione Tempolibero di Napoli, in via Nuova Pizzo Falcone 14, presenta oggi (gioved 25 febbraio) con Lia Federico un laboratorio d’inverno, un percorso di crescita e di auto sviluppo per ritrovarsi e stabilire il proprio benessere psico-fisico, stando bene con se stessi e con gli altri.
Attraverso una serie di incontri di gruppo (da febbraio ad aprile) si imparer , grazie all’ascolto attivo, e con la supervisione di counsellors professionisti, a riconoscere, gestire e condividere le proprie emozioni, ansia, rabbia, paura, imparare ad ascoltare gli altri, arrivando a una soluzione finale.
L’incontro prevede il mercoled (a settimane alterne) a partire dal 25 febbraio con un numero massimo di 12 partecipanti, ogni incontro durer massimo due ore (dalle 16.45 alle 19).
Il primo incontro sar gratuito per i prossimi incontri si dovr versare un contributo spese.
Il termine counseling (o anche counselling ) indica un’attivit professionale che tende a orientare, sostenere e sviluppare le potenzialit del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacit di scelta. Si occupa di problemi non specifici (prendere decisioni, miglioramento delle relazioni interpersonali) e contestualmente circoscritti (famiglia, lavoro, scuola).La prima attestazione dell’uso del termine counseling per indicare un’attivit rivolta a problemi sociali o psicologici risale al 1908 da parte di Frank Parsons Nel 1951 la parola counseling è usata da Carl R. Rogers per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficolt senza rinunciare alla libert di scelta e alla propria responsabilit .
Lia Federico ci spiega come nasce questa professione e che eco ha in Italia.
Cosa è il counseling?
“L’attivit di counseling è svolta da un counselor, un professionista in grado di aiutare un interlocutore in problematiche personali e private, le competenze proprie all’attivit di counseling possono essere presenti nell’attivit di diverse figure professionali quali psicologi, medici, assistenti e operatori sociali, educatori professionali. Essa è finalizzata a «consentire ad un individuo una visione realistica di s e dell’ambiente sociale in cui si trova ad operare, in modo da poter meglio affrontare le scelte relative alla professione, al matrimonio, alla gestione dei rapporti interpersonali, con la riduzione al minimo della conflittualit dovuta a fattori soggettivi», ed è inoltre «un’attivit di competenza relazionale che utilizza mezzi comunicazionali per agevolare l’autoconoscenza di se stessi attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali, per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativo».Per il suo specifico settore di intervento il counselor non va confuso con altre figure professionali, quali, ad esempio: lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psichiatra o lo psicoanalista. Infatti l’attivit di counseling non prevede l’utilizzo di tecniche e metodologie di intervento proprie delle figure professionali su citate quali, ad esempio: la somministrazione o prescrizione di farmaci, l’utilizzo di reattivi psicodiagnostici e, più in generale, quelle attivit che nel dettaglio sono proprie della figura dello psicologo o del medico”.
I requisiti e doveri per operare in questa professione?
“Bench in assenza di una normativa specifica, nella sostanza, è opportuno e necessario:possedere una formazione teorica e pratica adeguata;avere fatto personale esperienza e pratica dei contenuti teorici per evitare di operare «sulla base dei propri più o meno rigidi pregiudizi in modo da superare l’eventuale etnocentrismo: la tendenza ad utilizzare la propria cultura come paragone per le altre;adempiere ai doveri fiscali mediante l’apertura di una partita iva e di una posizione previdenziale all’Inps ed emettere, per le proprie prestazioni, fatture comprensive degli oneri di legge”.
Perch creare questo laboratorio?
“Per la voglia di aprirsi, ho iniziato, perch molti di noi viviamo questi disagi, queste malinconie,e forse mettendole fuori si possono superare, sicuramente non pretendo che in cinque, sei volte, di incontri, di dare la soluzione del problema, perch io non risolvo il problema, ma affrontiamo assieme le tematiche, lo guardiamo dai vari aspetti, parlando, prendendolo in esame, assieme a coppie o anche individualmente”.
Il suo bagaglio culturale aiuta?
“Aver studiato filosofia e pedagogia, aiuta molto, perch si affrontano meglio i problemi, anche per le diverse et , avendo lavorato alle scuole medie e alle superiodi, si è davanti a problemi come: il cambiamento del corpo, il distacco, l’abbandono, l’introduzione in diversi ambiti con altri individui”.
I maggiori disagi che riscontra?
“L’abbandono, la morte, la separazione, l’amore, si sentono tutti, grandi e piccoli, isolati, perch ci facciamo prendere da questo turbinio, di vita frenetica, siamo in una societ i 6 « o è è á « s pt L libri n e d d d d pG 7 e : E è H l è NO » OJ e
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: îî îè îèî w è îïn a> îï w èî î n caos, non abbiamo il tempo di osservare, di pensare, e il laboratorio nasce per dare un punto fermo a questo disagio, un ancora…temi che fanno parte di mondi diversi ma che si uniscono anche in diversi campi sociali,
il bambino affronta il disagio con il capriccio e il pianto la persona adulta risponde al disagio in altri modi,anche perch consideriamo che prima vivevamo in ambienti più familiare, si viveva assieme, c’era la nonna, la zia, uno o più punti fissi, adesso queste figure sono scomparse, siamo isolati nel caos, non sappiamo neanche il nostro vicino chi è, sembra assurdo ma è meglio vivere in un piccolo paesino, perch ci sono più rapporti che in citt invece mancano”.
Per l’associazione cosa ci può dire?
“Noi saremo in due, una persona fa da osservatore, l’altra introduce questa attivit , facciamo un gruppo e poi ci sar un momento di presentazione, di volta in volta trattiamo dei temi, e si cerca di rispondere cercando di superare questi disagi, ascoltando i punti di vista, ascoltare gli altri,è fondamentale, cerchiamo di valutare insieme, non entrando mai però nel campo medico, patologie come la nevrosi è bene lasciarla a specialisti del campo ripeto. Da un punto di vista epistemologico il counseling si differenzia dalla psicoterapia per l’adozione di un metodo diverso da quelli riferiti a "medico-paziente" propri dei modelli psicoterapeutici la definizione dell’obiettivo concreto e del contesto spazio-temporale della relazione counselor-cliente;l’esclusione della patologia come settore di intervento. A differenza del paziente nella psicoterapia, il cliente nel counseling non ha bisogno di essere curato n aiutato a superare una sofferenza psicologica, ma si avvale delle competenze del counselor come sussidio delle capacit che gi possiede in modo da conseguire gli obiettivi che desidera, nei modi e nei tempi che gli sono consoni, ci sono però molte critiche al counseling molte competenze del counseling, essendo competenze proprie alla professione di psicologo, possono essere esercitate solo da psicologi iscritti all’Albo, ex art. 1, L. 56/89. Nella relazione c’è interscambio, condivisione, non essendoci questo si chiude e soprattutto il gruppo da coraggio a chi si sente solo, imbarazzato, a chi crede che ciò che lo turba non sia condiviso anche da altri individui”.
Come crede che questa attivit possa essere sviluppata in Italia?
“Attualmente il counseling in Italia non è una professione regolamentata: lo Stato non indica ci i requisiti minimi necessari per esercitarla. Non esiste alcuna normativa di riferimento, nessun percorso formativo obbligatorio n tanto meno l’obbligo per il professionista di iscrizione ad un qualche albo professionale. In questo quadro normativo «chiunque può definirsi counselor e asserire di esercitare il counseling».Sono molto positiva per l’Italia, è chiaro che parliamo di attivit che si svolgono prevalentemente all’estero, in Inghilterra e in America, noi siamo indietro rispetto a loro, capiscono che questa è una figura importante”.
Progetti futuri?
“Oltre questo, allargarmi, avendone la possibilit , prevedo altri incontri, vedremo questo laboratorio se avr successo, avevo pensato di proporlo a livello municipale, dando sicuramente maggiore valore a questa professione”.
Info:
http://www.associazionetempolibero.it/index.html
Nella foto, Lia Federico