“L’Italia retrocede. La libertà di stampa in Italia arretra. La democrazia in Italia è meno solida”. Lo dice Vittorio di Trapani, presidente Fnsi, durante il corso “Liberi di informare. I bavagli del nuovo millennio”, (foto) organizzato dal sindacato unitario dei giornalisti della Campania, in occasione della giornata internazionale sulla libertà di stampa, al Liceo Giambattista Vico, dove si diplomò Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985. Durante forum, anche la presentazione del giornale della scuola “Le voci del Vico”, indice della sete di libertà d’informare.
«Quello che denunciamo da mesi ora è stato messo nero su bianco anche dalla classifica mondiale sulla libertà di stampa pubblicata tutti gli anni da Reporter Senza Frontiere – continua Di Trapani – L’Italia fa un salto indietro di 5 posizioni e retrocede nella fascia dei Paesi ‘problematici’. Denunciavamo la deriva ungherese, ed è quello che è avvenuto: ora siamo in compagnia del Paese guidato da Viktor Orban, condannato pochi giorni dall’Unione europea per violazioni dello stato di diritto. E i motivi sono quelli noti: il controllo asfissiante del governo sulla Rai, il tentativo di vendere l’Agi a un parlamentare della maggioranza di governo, le querele temerarie e le leggi bavaglio approvate e in discussione in Parlamento. È ora che l’Unione europea, e gli osservatori internazionali, accendano una luce sull’Italia: e va fatto con urgenza, prima che sia troppo tardi».
L’incontro organizzato a Napoli contro tutti i “bavagli” è stata anche l’occasione per rilanciare lo sciopero dei giornalisti della Rai: «La libertà di stampa, nel giorno in cui l’Italia perde 5 posti nella classifica mondiale di RSF, è sempre più un bene pubblico da difendere – ha affermato Daniele Macheda, segretario dell’UsigRai (il sindacato dei giornalisti della Rai) – Anche per questo le giornaliste e i giornalisti della Rai sciopereranno il 6 maggio, perché l’informazione di servizio pubblico è un bene di tutti e della democrazia e per questo va tutelato respingendo ogni forma di condizionamento come quella che oggi arriva dal governo e dai partiti».
“C’è un indice che non viene rilevato in nessuna classifica sulla libertà di stampa – aggiunge il segretario generale aggiunto della Fnsi Claudio Silvestri – che è quello della desertificazione, un fenomeno in espansione, soprattutto nel sud. Ci sono interi territori che non vengono raccontati più, dove il giornalismo professionale non mette più piede. Sono quei territori hanno più bisogno di essere illuminati. Dove arretra l’informazione arretra anche la democrazia. È un problema serio, che la politica si deve porre, invece di pensare a lacci e lacciuoli per imbrigliare i giornalisti».
L’incontro, coordinato dalla giornalista Laura Viggiano, si è tenuto nell’aula magna intitolata a Giancarlo Siani. Dopo il saluto della preside Maria Clotilde Paisio, il dibattito è stato aperto dalla segretaria del SUGC Geppina Landolfo: «Ogni volta che sentite parlare di leggi bavaglio o di tentativi di limitare la libertà di stampa – dice la segretaria a ragazze e ragazzi – ricordate che a essere leso non è il diritto del giornalista di scrivere il pezzo ma il vostro diritto di cittadini a essere informati, per poter fare scelte consapevoli e responsabili».
Pino Paciolla e Anna Motta, invece, ricordano la vicenda del figlio Mario, cooperante dell’Onu ucciso in Colombia, per il quale non ci sono ancora verità e giustizia.
Chiude l’incontro il coordinatore nazionale di Articolo21 Giuseppe Giulietti: «In un Paese dove un parlamentare della maggioranza può acquistare l’agenzia di stampa Agi con il consenso del Governo, dove la Rai può oscurare Roberto Saviano e Scurati, e dove il Governo querela storici, scrittori, giornali, quel quarantaseiesimo posto nella classifica internazionale della libertà di informazione è persino generoso». ha detto Giulietti.
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