Libro/“E vissero tutti felici e distanti”: Marcello Romanelli pubblica l’alfabeto del lockdown

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Il cronista e giornalista Marcello Romanelli ha esordito con “ E vissero tutti felici e distanti”: un racconto della pandemia da Covid19 dove si descrivono gli avvenimenti principali in ordine alfabetico.
Un resoconto “dalla A alla Z” del primo lockdown che ha tolto la libertà a milioni d’italiani, obbligandoli a una lunga quarantena, mentre inermi assistevano a scenari di guerra diffusi tramite i broadcast nazionali, tra paura e sgomento.
Ed è proprio questo terrore che penetrava tramite i tg nelle case degli italiani, tra bollettini quotidiani di contagiati e deceduti, che ha spinto l’autore a un diario “terapeutico” che esorcizzasse il timore collettivo e costituisse memoria storica per i posteri.
Come sostiene anche il suo ex direttore, Ennio Simeone: «Ha scelto invece la strada del racconto, minuzioso, dettagliato, di grandi e piccoli episodi, di drammi e tragedie, di prove di coraggio e di abnegazione, nell’arco di un evento che abbiamo vissuto (e continueremo a vivere fino a quando i vaccini non avranno prodotto il loro effetto su scala mondiale) e che andremo a rileggere per non cancellare il ricordo di questo anno bisestile (“bisesto e funesto” come si usava dire una volta in nome della superstizione) e che consiglieremo alle future generazioni di leggere perché sappiano. E ne facciano tesoro».
Un racconto emozionante quanto mai attuale e contemporaneo, visto che il Covid19 non è stato ancora sconfitto, malgrado le tre dosi di vaccino effettuate dai più in Italia, si registrano ancora contagi. Non resta altro che abituarsi a questa nuova epoca sociale, caratterizzata da un perenne senso di ansia, che ci rende più consapevoli e meno disposti a tornare alla vita pre-pandemia, a cuor leggero. Un libro che vuole ricordarci cosa si è appena vissuto – il drammatico costo di vite umane e la conseguente crisi economica – e ci invita, indirettamente, a non abbassare la guardia e a far prevalere il senso di responsabilità sociale in ciascuno.
(Rita Ricci)
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