Diego Armando Maradona, il più umano degli dei. Non esiste distinzione tra l’uomo e il calciatore, non vi è spazio per questa “speculazione” nel libro dal titolo: Il mio tatuaggio di Maradona. The sweetest tattoo di Dario Ruggieri, editore Youcanprint, pagg. 284, euro 18,05.
Il più grande calciatore di tutti i tempi, lontano dal calcio di questo tempo storico, finto, torbido, inquinato e pieno di debiti.
Il racconto di Dario Ruggieri è viscerale, aperto, dichiarato, e quando gli si chiede delle scorribande di Diego fuori dal campo,lui ha una risposta pronta e secca: all’impareggiabile calciatore, unico e inarrivabile, si affianca un uomo fragile, con debolezze e problemi di tenuta. Ma proprio per questo intriso di umanità, come tutti.
Ma Diego a Napoli, e nel resto del mondo, è venuto per giocare, per dare spettacolo, emozionare, sognare e far piangere di gioia un intero popolo. Riuscendoci alla grande. E comunque, anche nei momenti di caduta, danneggiando esclusivamente solo sé stesso e non altri.
Questo lavoro editoriale, del tutto originale, è intervallato da un fumetto che racconta le sensazioni di un uomo, l’autore, per come lui stesso venera il “più umano degli dei”: Diego Armando Maradona.
Dario Ruggieri “spoglia” le sue emozioni, il pathos per questa leggenda, e dichiara pianti e gioie, senza essere in grado di esorcizzare, anche nel tempo, la dipartita del più grande dei campioni.
Non è uno scritto scontato, non è facile far “entrare” nella propria vita, nel dentro della propria intimità, un terzo, proiettandolo nelle relazioni affettive, nel lavoro, con gli amici.
La morte di Diego affligge l’autore, come i tanti che hanno conosciuto ed amato l’uomo e il calciatore, quell’uomo che ha osato mettersi contro il palazzo del calcio che conta, contro la Fifa, a difesa di Napoli e del Mezzogiorno, della sua Argentina. Senza fare sconti a nessuno, pagando un prezzo salatissimo.
Il viaggio a Napoli di pochi giorni per una rimpatriata con gli amici della curva, riportano l’autore nei luoghi del ricordo di Diego; dal museo a cielo aperto dei Quartieri Spagnoli ai murales di Jorit nel cosiddetto Bronx di San Giovanni a Teduccio, alla conoscenza di Diego junior, allenatore del Napoli United, allo Stadio di Fuorigrotta, ribattezzato stadio Diego Armando Maradona.
Un libro, questo di Dario Ruggieri, in grado di far rivivere commozione, tempi socialmente diversi, meno amari e con più vita. Per chi tifa Napoli, Maradona non ha rappresentato semplicemente un riscatto contro il Nord calcistico (e non solo), pur profondamente vero, ma che un altro Sud fosse possibile, che la rassegnazione si potesse trasformare in rabbia sociale capace di sovvertire il rapporto con l’altra parte dell’Italia, famelica e “prenditrice” di calcio e di vita.
Ecco, questo libro butta giù pensieri intimi e li trasforma in “motivi di massa”, con la bellezza sospesa di volerne organizzare le ragioni per ridarne nuova linfa.
Certo, qualcosa (e non poco) è cambiato dall’epoca di Diego, ma si può sempre guardare questa nostra terra, quella amata da Maradona, con nostalgia sovversiva. Chissà.
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