Si parla di poesia e oltre al Museo del corallo Ascione di Napoli. Martedì 2 luglio, alle 17.30, uno dei maggiori studiosi del poeta di Recanati, docente dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Alberto Folin, presenterà il libro Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell’infinito (Marsilio). Con lui dialogheranno Fabiana Cacciapuoti, Franco D’Intino, Paola Villani. Modera Donatella Trotta.
Per tutta la vita, Leopardi non smise mai di pensare al mito, concependolo non soltanto come un modo di manifestarsi della sapienza antica, né solo come una semplice espressione della soggettività volta a esorcizzare il terribile della natura, ma piuttosto come una modalità ontologica di darsi delle cose stesse, potendo sopravvivere solo in un paesaggio in penombra, non abbagliato da alcuna illuminazione diretta.
Folin colloca un capolavoro assoluto della letteratura universale all’interno di un doppio contesto: quello della formazione poetica e filosofica di Leopardi (foto) e quello dell’epoca romantica italiana e europea in cui visse.
Se nella modernità i fenomeni sono diventati oggetto di studio delle scienze della natura, perdendo così la loro vitalità irriducibile al concetto, il sentire persuaso degli antichi non potrà più essere riproposto per evocare l’apparire delle cose nella forma di figure mitologiche non più credibili, come i fauni o le ninfe, Dafne o Procne ecc.
Leopardi pensa la sopravvivenza del mito nella rappresentazione di quella sottile linea impalpabile il celeste confine» divenuto poi «l’ultimo orizzonte» – che separa e unisce il visibile e l’invisibile, per evocare l’irrappresentabile proprio dell’arte e del pensiero moderni.
Museo del corallo Ascione
Via San Carlo Angiporto, Galleria 19 Napoli