«L’economia per la prima volta nella storia dell’umanità è svincolata non solo dall’etica e dalla religione. Ma anche dalla politica. Al profitto non c’è più limite. Cadono i controlli, e le frontiere per i trasferimenti dei capitali, che avvengono in tempo reale con la digitalità». Questo ci si aspetta di leggere dal libro uscito postumo di Emidio Novi “La riscossa populista”, edizioni Controcorrente, pagg. 270, euro 20.
Il politico e giornalista, scomparso tragicamente il 24 agosto 2018, racconta l’intreccio tra la grande finanza, gli euroburocrati e il risveglio identitario degli Stati. Al capitalismo produttivo nazionale – secondo l’autore – si è sostituito il capitalismo globalizzante e turbofinanziario.
Dall’osservatorio di uomo di cultura moderata e di destra – Novi – vede nel liberismo il punto d’appoggio al mondialismo, quella forma economica che ha distrutto assetti sociali, disintegrato tradizioni, privatizzato beni comuni, immiserito popoli.
L’analisi politica portata avanti è la contrapposizione tra il dogma del mondialismo e i cittadini dello Stato nazione. L’autore immagina una nuova lotta di classe dove quest’ultimi rappresentano un nuovo proletariato.
Cittadini del mondo contro cittadini dello Stato nazione, dove i primi sposano le privatizzazioni, si rappresentano moralisti, pedagoghi della legalità, rancorosi verso il popolo, mentre i secondi difendono radici, famiglia, figli, sono “condannati” a vivere il presente.
A resistere al mondialismo vi è la Russia di Vladimir Putin, lo Stato-civiltà è l’avversario più temibile del Leviatano turbofinanziario. L’aggregato comunitario sovietico difende i suoi confini e la sua libertà e Putin ha iniziato una rivoluzione culturale per il recupero dei valori tradizionali: opposizione all’aborto, rifiuto della famiglia arcobaleno, avversione alle tecnologie di riproduzione assistita. E così gli ex paesi satelliti hanno dimostrato consenso ed imitazione, proiettando un pezzo di questo tradizionalismo nei propri principi costituzionali e legislativi.
Mentre l’Unione Europea governa le banche centrali arricchendo i “faraoni” della turbofinanza. I governi europei prima rispondono positivamente alla crisi migratoria del 2016, a partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, per poi virare clamorosamente all’insorgere dei populismi in Francia, Danimarca, Olanda, Finlandia, Polonia. E anche in Italia con la sua schiacciante maggioranza di destra (Lega, Fratelli d’Italia, M5S e Forza Italia).
La seconda parte del libro inizia con un lucido registro alfabetico della politica, a partire dalle elezioni del 5 marzo 2018 che sanciranno l’inedita alleanza Lega/M5S. Una sorta di sintesi giornaliera che fotografa i movimenti nazionali e internazionali dei “decisori” del mondo, dentro quanto fuori dai confini nazionali, fino al 22 agosto 2018, ovvero due giorni prima della tragica fine, quando Matteo Salvini viene inquisito per sequestro di persona per il blocco dei migranti sulla nave Diciotti.
La postfazione è affidata al figlio dell’autore, Vittorio Alfredo Novi. Ci lascia il ricordo di un padre “anticipatore” del tempo politico futuro, un lungimirante che sapeva guardare oltre e dietro gli interessi della finanza mondiale, le scelte dei movimenti politici, le vicende economiche degli Stati nazionali.
Alla famiglia è affidato il compito di “sistematizzare” centinaia di appunti trovati nella libreria di Emidio Novi, per ricordarne il pensiero e le riflessioni raccolte in decenni di politica attiva.
In foto, particolare della copertina

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