Napoli e la musica, la musica e Napoli. Un connubio che si fonde in parole, sguardi, storie, affanni, pietre, immagini. Pietro Nardiello raccoglie un’antologia scritta a più mani dal titolo: Diamante. Viaggio nell’anima di Napoli (Alessandro Polidoro Editore, pagg. 184, euro 16).
Diamante è un libro ispirato alla canzone scritta da Francesco De Gregori, cantata da Zucchero e dedicata a sua nonna. Oltre Nardiello, ecco gli autori: Amerigo Grazioso, Argia Di Donato, Maria Rosa Nuvoletta, Antonella Del Giudice, Rosaria Morra, Luca Signorini, Renato Perna, Vincenza Alfano, Iolanda Stella Corradino, Emilia Santoro, Renata Scielzo, Mariagrazia Poggiagliolmi. Che hanno avuto la capacità di trovare un unico filo conduttore agli altrettanti racconti che propongono: Napoli, una città complessa, articolata, unica e inimitabile.
Le storie si snodano attorno a questo “pezzo” di mondo in grado di sedurti ed abbandonarti allo stesso momento; una città sventrata, che si vende facilmente ma di cui non ne puoi fare a meno, che la si può vivere in basso, sotto, sopra e in cielo. Qualcosa in grado di “caricarti” mille pulsioni ogni nanosecondo.
I personaggi, segnati da una dolce melanconia, s
ono in grado di vivere ma anche di sopravvivere. Devono fare quotidianamente i conti con una realtà urbana che ti prende totalmente e ti può annullare in un attimo.
Gisela, Carmelina e Giretiello, Christian devono confrontarsi con la durezza, con l’incedere quotidiano che segna la fatica del vivere. E lo fanno con eroismo, con rotture e rinunce, ma alla fine sono vivi dentro e danno il volto umano a quella città che ti fa semplicemente innamorare.
E quand’anche ti allontani devi ritornare alla base, perché il mare, la salsedine, l’odore della pelle di Napoli sono inconfondibili e non ripetibili in nessun’altra parte del mondo.
All’improvviso il ritmo delle storie e dei dialoghi subisce una accelerazione. Allo scorrere delle pagine chiaro e lineare, apprezzando una scrittura efficace, organizzata e con punti di riferimento percepibili, si sostituisce un tourbillon di emozioni. Qualcosa di adrenalinico prende il sopravvento su storie equilibrate. E’ proprio il racconto di Nardiello che sconvolge tutto.
Matrimoni apparentemente sani e rispettosi dei ruoli di famiglia si rompono drammaticamente, morti improvvise dilaniano affetti cari e intimi, malattie repentine causano dei fine vita in breve tempo, ricchezze consolidate diventano povertà assolute, gli strumenti di solidarietà verso i meno fortunati si trasformano in luoghi di malaffare.
Un volume che scende nelle viscere dei personaggi e della città in un tutt’uno. Crudo e non scontato, stampa in faccia al lettore drammi personali e violenza urbana perpetuata ai danni dei più deboli. Non omette un contesto ambientale fatto di classi sociali differenti (plebe e borghesia) e di luoghi che marciano a diverse velocità (centro e periferia).
E’ un libro vero, scorrevole e pervicace, ne rimani colpito e sicuramente qualche storia ti si trattiene addosso. In ogni caso ti apre la mente, ti fa riflettere e, a larghi tratti, ti coinvolge fino a estraniarti dal resto del mondo.