Distruggete le mie foto per conservarne la memoria. E’ l’invito che Riccardo Piccirillo lancerà dal suo sito www.7seconds.it, ovvero una vera e propria installazione artistica (foto). La scelta del giorno non è casuale: oggi 7 maggio, da mezzanotte, il fotografo della musica a Napoli festeggia così i primi dieci anni della sua attività.
L’idea si basa su un processo di selezione e distruzione per dare valore a tutto quello che si memorizza. Scegliendo da una griglia di scatti da lui realizzati farete parte del gioco. Una o più immagini verranno visualizzate a schermo pieno solo per 7 secondi e poi si distruggeranno per sempre.
7 seconds è il primo sito dove l’utente elimina ciò che vede. Tecnicamente è basato sugli indirizzi IP, perciò le distruzioni rimarranno attive per sempre solo per il singolo visitatore.Infine, il motore del sito, studiato ad hoc, prevede statistiche sulle foto più distrutte. RicPic pubblicherà le classifiche dei più distrutti.
Per inaugurarlo, alcuni artisti fotografati da RicPic hanno lasciato un video messaggio che ne accompagnerà la nascita. Tra i molti, Saturnino, Cristina Donadio, Giovanni Block, Raiz, Sergio Maglietta dei Bisca, Dario Sansone dei Foja, Lorenzo Marone, Lino Vairetti, Fabrizio Poggi, Maldestro, Simona Boo, Emilia Zamuner, Greta Zuccoli, Annalisa Vandelli, Speaker Cenzou, Roberto Colella de La Maschera, Andrea Melis e Flo.
Così Piccirillo spiega il senso del suo progetto: «Ho 12 album di famiglia di mio nonno, che raccolgono i momenti più significativi della mia famiglia e della mia vita. Queste foto rappresentano la mia memoria, suscitano le mie emozioni e sono frutto di una selezione severa anche se naturale: “Questo era mio zio” dico a mio figlio sfogliando l’album, “questa la tua bisnonna e questo papà da piccolo”. Mio figlio invece avrà uno smartphone per fermare i suoi momenti e dopo avere fatto migliaia di foto difficilmente ne selezionerà qualcuna. Sarà Google piuttosto a riproporgli le foto casualmente e senza criteri decisi da lui. Questa cosa mi lascia pensare: l’essenza della fotografia è la memoria e senza selezione rischiamo di perderla finendo per subire le immagini distrattamente invece di osservarle e conservarle».
Quindi, cancellate pure. Non ve ne pentirete. Resterà la scintilla di un’emozione.
”