È ormai consuetudine per l’associazione Fonderie Culturali, che si occupa dei servizi e delle attività didattiche del museo archeologico provinciale di Salerno, lasciare che l’archeologia strizzi l’occhio all’arte contemporanea, favorendo un’interessante, e ormai non più tanto insolita, convivenza.
Nel corso degli ultimi anni il Museo archeologico ha ospitato i lavori di molti giovani artisti. È doveroso, a tal proposito, ricordare la mostra di scultura “Lost, dai bronzi di Riace al David di Donatello. L’arte ritrovata” dell’artista torinese Daniele Accossato (realizzata nel 2017) e la mostra “People, da Piero Della Francesca a Warhol. L’arte al tempo dei Lego” dell’artista Stefano Bolcato (inaugurata nel 2016), per citare solo alcuni eventi.
Quest’anno Fonderie Culturali ha selezionato Astolfo Maria Cicerano, classe 1986, un giovane e promettente artista che vive e lavora a Terracina e ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
Nel dicembre scorso è stata inaugurata nel lapidario, il cortile di accesso al museo, la sua installazione dal titolo Plug-in, che resterà esposta fino all’8 febbraio 2019, incorniciata dal quadriportico romanico e del loggiato rinascimentale del Castelnuovo Reale, appartenuto alla regina Margherita di Durazzo. L’opera, sin dal primo sguardo, enfatizza le sue due componenti fondamentali: il ferro e l’aria.
Volutamente ambiguo è il titolo, Plug-in, che letteralmente significa attaccare, collegare, e si riferisce tanto al mondo informatico quanto a quello sessuale, richiamato dall’evidente forma fallica della struttura.
Una possente e austera gabbia in ferro nero, lunga 5,60 m e larga 1,50 m, contiene “semplicemente” aria (foto), l’aria dei tantissimi palloncini colorati che la affollano e che subito catalizzano l’attenzione del visitatore. Le due componenti collaborano, giocano, per mostrarci un oggetto pieno, ma pieno di vuoto.
L’artista, attraverso questa sua opera, vuole innescare nel visitatore l’idea del banale, dell’effimero, dando vita a un meccanismo quasi comico, capace di annullare tutta la tensione che potrebbe nascere durante l’osservazione. Intende creare attorno al suo lavoro una specie di scherno che scoraggi, magari, l’analisi stessa dell’opera. Si tratta di una vera e propria provocazione ma morbida, pacata, educata.
Astolfo Maria Cicerano si pone di fronte all’Arte come se fosse un gioco, un divertimento assolutamente serio, e cerca di risolvere l’incontro relazionale con l’altro attraverso un’immagine di facile comprensione, in grado di suscitare anche un sorriso.
Dopo Plug-in il dialogo tra archeologia e arte contemporanea continuerà: dal 9 al 24 febbraio 2019 il Centro Contemporaneo delle Arti di Vallo della Lucania inaugura all’ Archeologico salernitano il proprio percorso artistico: sarà esposta l’opera “Mantra” di Omar Galliani, gentilmente concessa dalla Galleria “Paola Verrengia” di Salerno.