“Encore un tour autour de la vie” (Chroniques napolitaines III). Il nuovo libro di Jean-Noël  Schifano. Il più napoletano dei francesi. 180 pagine per trasformare fatti di cronaca in letteratura. Protagonista è Napoli. Città luce e città nazione. Il testo, presentato in quella che è stata casa sua per sei anni (dal 92 al 98), ovvero l’istituto francese di Napoli (via Crispi 86), e da poco uscito in Francia per le edizioni Gallimard, aggiunge un altro capitolo alle cronache napoletane.
L’incontro si apre con i saluti istituzionali di Jean-Paul Seytre: «E’ un piacere riavere con noi Jean-Noël. La sua eredità – dice il console generale francese – rimane un modello e una fonte di ispirazione». L’evento è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Napoli rappresentato dall’assessore alla cultura nonché amico dello scrittore e sostenitore dell’incontro, Nino Daniele. «Jean-Noël  – dice l’assessore – è cittadino di Napoli che onora Napoli e ne mantiene alto nel mondo la fierezza e l’orgoglio». Con l’autore, accolto con calore da una platea numerosa, Stella Cervasio, Donatella Gallone e Salvio Esposito.
Schifano torna a celebrare la città con un augurio speciale: ritrovare i primati partenopei e riformare il corpo napoletano smembrato da un’Italia che ha affamato il Sud. Uomo di cultura, non ha mai fatto mistero del suo profondo amore nei confronti della città e della sua millenaria cultura. «Fino alla morte Napoli sarà l’alfa e l’omega della mia vita», commenta. Quella che doveva essere una notte di permanenza si è trasformata in anni che sono serviti a Jean-Noël per entrare nel movimento perpetuo del barocco napoletano. Da allora è come se non avesse mai lasciato la città. «Dei napoletani- confessa- mi piace la capacità di tenere il meglio delle persone e buttare via il peggio, di scansare con lo spirito la serietà della disgrazia, l’ironia».
Con Donatella Gallone, giornalista e fondatrice del marchio editoriale “ilmondodisuk”, nato nel 2008 con l’obiettivo di diffondere il talento napoletano dovunque, si entra nel vivo del libro che si apre con un prologo dedicato a Garibaldo, in cui l’autore chiarisce subito che Napoli è stata saccheggiata dall’unità d’Italia. Tre cronache per raccontare fatti veri di epoche diverse. La prima è quella di oggi, dei babydoccia che, spiega la giornalista, «non ha nulla a che fare con l’acqua, uno dei tanti stereotipi che considera i napoletani gente sporca, ma sono ragazzi e ragazze di 12/13 anni che praticano sesso come se facessero una doccia». A fare da contraltare a questa semplificazione dell’amore c’è l’io narrante Giannatale che vive una storia appassionante con Elena.
La seconda cronaca passa dall’attualità dei babydoccia all’epoca fascista. Tra Garibaldi e Mussolini non cambia nulla se non la camicia, rossa per il mercenario al servizio dei Savoia e nera per il dittatore. Entrambi restano al fianco dei monarchi che hanno usurpato Napoli del suo ruolo di capitale. Le cronache diventano letteratura attraverso il racconto di un fatto cruento. Elena Esposito (Elena è nome che ricorre nella narrazione), originaria di Gesualdo, piccolo centro irpino, si trasferisce col marito a Venafro. Nata da uno stupro, corvina, pelosa e alta appena 1,50 m, da fattucchiera diventa saponificatrice di clienti per salvare i suoi figli dalla guerra. Con la freddezza di un’assassina e l’abilità di un macellaio, dissolve le sue prede in saponette e pasticcini per poi venderle. «Una storia forte ma che andava raccontata, precisa lo scrittore. Bisognava far parlare lei e devo ringraziare Salvio Esposito per avermi dato la possibilità offrendomi il materiale. Il tessuto sociale, spiega, non si può dividere in buoni e cattivi. I buoni danno i cattivi e i cattivi danno i buoni».
Tra i tanti motivi d’orgoglio partenopeo, c’è quello di aver respinto la Santa Inquisizione che ha piegato gli eretici napoletani fuori dei confini cittadini, tra questi Giordano Bruno e Suor Giulia di Corma (anagramma di Marco), colpevole della carità carnale che celebrava nel palazzo ereditato dalla sua padrona con dieci uomini e altrettante donne, inscenando “esercizi spirituali” consacrati all’adorazione della “sacra vulva”.
Un capitolo dedicato alla corruzione “spuzza”, che prende spunto dalla frase pronunciata da papa Francesco a Napoli il 21 marzo 2015, dà all’autore l’opportunità di parlare dell’ipocrisia del Vaticano, di un pontefice illusionista che riesce a farsi da papa nero gesuita papa bianco.
“Ancora un giro intorno alla vita” è un libro bello stilisticamente e linguisticamente. Commenta l’editrice napoletana: «una carezza dell’anima che riesce a trasformare in letteratura il racconto orribile di tre assassinii». «Leggendo le pagine di Schifano – prosegue Cervasio, firma del quotidiano la Repubblica – sembra di vivere una favola barocca e gotica al tempo stesso. Una di quelle storie dove il mondo che conosciamo all’improvviso si dissolve lasciando il posto a un abisso sognato e irreale». «Ci voleva – conclude lo psicologo Esposito- una persona che avesse una sensibilità capace di cogliere l’umanità in vicende inumane e rendesse esteticamente bella una storia terribile».«Chi sa scrivere sa togliere le spine alle farfalle e queste si rimettono di nuovo a volare. Io volevo togliere le spine», spiega Schifano.
Gallone annuncia in anteprima il nuovo progetto di crowdfunding che il “ilmondodisuk” sta per lanciare, ovvero la traduzione in italiano del “Dictionnaire amoureux de Naples” di Schifano. «Se ci sono stati tanti francesi negli ultimi anni e ci sono ancora oggi sottolinea la giornalista – è anche grazie a lui, per quel che divulga di Napoli: passionalità, sensualità, tolleranza e soprattutto lo smantellamento dei luoghi comuni». Un’operazione culturale importante per fare in modo che gli italiani che non conoscono Napoli e i napoletani che non hanno piena coscienza della loro città, imparino ad amarla.
«L’invito – conclude – è di raggiungerci su Facebook per aiutarci a diramare questo messaggio. Sul nostro gruppo (Amici del Mondodisuk) sarà possibile, tra breve, guardare video che riprendono l’autore francese che parla del suo Dizionario Appassionato e di Napoli come nessuno l’ha mai descritta». Ma anche storie belle, foto, articoli, che raccontano una città dalla storia millenaria, centro mondiale di tanti primati, culla di talento e creatività.

Nelle foto di Raffaele Di Costanzo, momenti della presentazione del libro con Jean-Nol Schifano, Jean-Paul Seytre, Nino Daniele (in alto), Stella Cervasio, Donatella Gallone e Salvio Esposito (al centro), all'istituto francese di Napoli in via Crispi 86\ ilmondodisuk.com
Nelle foto di Raffaele Di Costanzo, momenti della presentazione del libro con Jean-Nol Schifano, Jean-Paul Seytre, Nino Daniele (in alto), Stella Cervasio, Donatella Gallone e Salvio Esposito (in basso), all’istituto francese di Napoli in via Crispi 86

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