Un primato napoletano nell’universo della creativit . Ne parla la storica dell’arte Adriana Dragoni dedicandogli un libro di 260 pagine edito da Tullio Pironti, “Lo spazio a 4 dimensioni nell’arte napoletana. La scoperta di una prospettiva spazio-tempo” che verr presentato mercoled 25 giugno alle 17.30, all’associazione circolo artistico politecnico (piazza Trieste e Trento 48- Napoli). Dopo i saluti di Adriano Gaito, Luigi Rispoli, Simona Marino, Luigi Vinci, Luisa Festa e Annamaria Scardaccione, con l’autrice interverranno Aldo Masullo, Aurosa Spinosa, Alessandro Castagnaro, Leonardo Di Mauro, Paola Marone e Donato Salvatore. Coordiner , Yvonne Carbonaro.
La quarta di copertina ne spiega l’origine « il racconto di un’indagine tirato fuori da un cassetto, dove dormiva da più di 20 anni. Si pubblica pressoch nella sua forma originale, per conservarne il fresco entusiasmo di una sconvolgente e affascinante scoperta».
E nella presentazione al volume, Vincenzo Pacelli sottolinea l’originalit della ricerca «[…] Un lavoro estremamente interessante e sicuramente innovativo rispetto a tutta la letteratura esistente sull’argomento.
Esamina in profondit , con puntualit e con estremo rigore scientifico, il problema della prospettiva, non solo all’interno dello specifico pittorico, ma anche in relazione alle altre scienze, con un’ampiezza culturale e una sicura padronanza dell’argomento tali da rendere vivo e, direi, palpabile, il problema, attualizzandolo fino a portarci a considerarlo nella nostra quotidianit ».
Nella prefazione che accompagna il testo, Giovanni Persico mette in evidenza la minuziosit della scoperta «Il saggio di Adriana Dragoni […] unisce all’originalit del suo impianto teorico un rigore scientifico sorprendente, in quanto molteplici sono i livelli di approfondimento del tema trattato. Una critica d’arte raggiata e multidirezionale, che significa non solo interdisciplinariet e relazionismo scientifico, ma anche riconsiderazione del soggetto conoscente e della conoscenza come processo collettivo, come approfondimento critico dell’esistente. Amore dell’oggetto come oggetto simbolico, come forma di mediazione e riflessione sul reale, come realt in movimento, come futuro ma anche come memoria storica».
In foto, la copertina