Cronaca sul palcoscenico. Con intensit del dramma. Sar il palcoscenico del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli a ospitare, venerd 16 aprile 2010 alle ore 21 (in replica fino a domenica 18) il debutto di “Madre Luna" di Fortunato Calvino, che ne firma anche la regia, interpretato da Antonella Morea e, nel ruolo del figlio, Ivano Schiavi. Presentato da Laboratori flegrei produzioni spettacolo, la messinscena si avvale delle musiche originali di Paolo Coletta, la scena di Paolo Foti, i costumi di Vincenzo Canzanella.
Con “Madre Luna”, presentata in anteprima internazionale a Londra, all’Istituto italiano di cultura, nell’ambito della rassegna Italian theatre season, e poi al Fringe – Napoli Teatro Festival 2009, Fortunato Calvino porta in scena vicende reali e violenza di tutti i giorni e di tutti i tempi. Il testo s’ispira alla vicenda di due giovani napoletani, Paolo Castaldi e Luigi Sequino, uccisi per sbaglio dalla camorra, poich confusi con affiliati del capo camorra Rosario Marra.
La luna piena illumina il cielo e riflette i suoi raggi sui mobili della stanza da letto, alimentando in lei un’inspiegabile inquietudine. Il titolo è evocativo, la luna rappresenta la maternit , la vita associata all’attesa della madre, che evoca, paure e ansie.
“Il dolore, è universale, anche se viene rappresentato in altri posti dove la lingua non è comune”, spiega l’autore. La donna è sola in casa, il marito è al lavoro e, nel silenzio, racconta storie ad alta voce, immaginando che il figlio possa ascoltarle, come faceva dal suo lettino di bimbo prima di addormentarsi. Cede al sonno, poi si risveglia di soprassalto, ancora assonnata, credendo di sentire il figlio rientrare e parlandogli come faceva di consueto.
Freme d’angoscia, la madre, in quella notte di luna piena, mentre, non molto lontano da casa, si sta compiendo un’assurda tragedia. Dopo, per lei, nulla sar prima. Il giovane giace morto in auto, caduto sotto una pioggia di proiettili insieme a un suo amico, dove si era intrattenuto a chiacchierare.
Altre due vittime di una guerra fra clan, morti innocenti che vanno ad aggiungersi ad altri nomi, giovani cui è stato negato il futuro.
"Metto in scena scrive Calvino nella nota di presentazione del testo – il dolore e la memoria. Ho costruito una tesi sul dolore materno, causato da guerre ordite da altri, auspicandomi, ancora una volta, che la memoria non sia tradita. Solo ricordando loro non moriranno mai. E saranno da monito ai giovani, alle future generazioni".
Lo spettacolo è dedicato alle sventurate madri e a tutte le donne che hanno perso un proprio caro in guerre ordite da altri, con l’auspicio che dal dolore possa nascere un futuro migliore per tutti i giovani di questa martoriata citt .
“Ho pensato fin dall’inizio della mia carriera a una drammaturgia che ponesse all’attenzione del pubblico problematiche sociali. Ho cominciato cos a descrivere storie che mortificano la dignit umana. Non ho come obbiettivo la sola denuncia sociale , mi propongo di rappresentare uomini e donne che condensano in scena, con il loro vivere , un modo di pensare e di fare che ancora oggi sopravvive nei quartieri popolari di Napoli dove io vivo, comportamenti che si tramandano di generazione in generazione immutati nel tempo. Nei miei testi ritornano frequentemente anche i luoghi e le voci della mia infanzia”.
Oggi vie è una differenza sostanziale con il teatro del passato, viviamo nella modernit , per cui, sono presenti temi contemporanei, siamo presenti in una realt difficile, ed articolata, ed è normale che i temi di oggi siano vicini alla nostra realt . “Il teatro può insegnare ai giovani, la messa in scena di temi contemporanei serve a far riflettere. Ho sempre puntato su questi temi. “isogna imparare a mettere in scena temi particolari, attraverso una stesura chiara e particolare, questo divide il buon teatro dal cattivo teatro, inoltre lavorando all’universit in un master di scrittura creativa, si insegna ai giovani, l’arte delle parole. Il teatro leggero ci narcotizza un po’, il vero è quello di prosa, quello che ti trasmette emozioni, che ti lascia pensare e, se si unisce questo con temi moderni, allora facciamo qualcosa di veramente importante”.
Sinergia con gli altri, il segreto di un’arte che appassiona. "Lavoro con persone valide e preparate,e ho un ottimo rapporto con la protagonista femminile: Antonella Morea. Il rapporto con Antonella Morea, è un rapporto artistico, e per questo ruolo ho pensato subito a lei, riesce a incarnare e trasmettere queste emozioni, di una madre che perde il figlio, creando un legame con il pubblico".
Talento napoeltano. “E’ un’ attrice, che può fare tutto secondo me, ha capacit di trasmissione notevole, perch il suo corpo, la sua voce trasmette emozione, inoltre lavora in un clima di relax, non ci sono mai stati scontri o elementi di stonatura con lei, e questo è molto importante in un lavoro teatrale, e soprattutto trovare un’attrice capace di diffondere serenit e pacatezza”.
Madre luna è un intenso omaggio alle madri, 6 « o è è á « s pt L libri n e d d d d pG 7 e : E che hanno perso un proprio caro in guerre ordite da altri, con l’auspicio che dal dolore possa nascere un futuro migliore per tutti i giovani di questa tormentata citt . E ricordare le vittime della criminalit organizzata è un modo per fare memoria. Solo ricordando loro non moriranno mai.
Il teatro di Calvino cerca di raccontare la parte oscura e violenta di questa citt . ” Madre luna mi d l’opportunit per tornare a parlare del dolore, della disperazione di una madre che non vuole dimenticare della perdita del proprio figlio. Madre luna è soprattutto la metafora di una citt che vuole reagire alla violenza è nelle parole di un dolore insopportabile: …è cos difficile accettare che in questa citt , si può morire per niente?…”.
In alto, Antonella Morea. In basso, Ivano Schiavi