Letizia Battaglia, la mostra ospitata a Napoli da Magazzini Fotografici, via San Giovanni in Porta 32, raccoglie alcuni scatti iconici scelti personalmente dalla fotografa per la galleria partenopea, è visitabile ancora fino a domenica 8 marzo, chiuderà proprio nella Giornata Internazionale della donna.
Nata a Palermo il 5 marzo del 1935, Letizia Battaglia trascorre i primi dieci anni di vita a Trieste, per poi tornare in Sicilia con la famiglia. Da bambina libera diviene una reclusa, a seguito di una molestia sessuale.
La molestia e la reclusione forzata decisa dal padre determineranno una presa di coscienza precoce sul mondo e il costante bisogno di libertà che la accompagnerà nelle scelte di vita e lavorative.
Un matrimonio a sedici anni, per fuggire dalla gabbia famigliare, e la maternità porteranno la futura fotoreporter e artista a vivere anni tormentati e tragici che culmineranno in un ricovero per angor animi in Svizzera. Di ritorno a Palermo incontrerà la psicoanalisi e comincerà a scrivere per il giornale comunista pomeridiano «L’Ora».
Tre anni a Milano daranno a Letizia la libertà d’essere ciò che desidera pienamente, la coscienza di potercela fare da sola. La macchina fotografica le consentirà di riappropriarsi di se stessa e di creare la propria identità. Nella città meneghina fotografa il movimento studentesco e incontra grandi artisti del tempo come Pier Paolo Pasolini.
Il ritorno a Palermo coincide con gli anni dei Corleonesi, la violenza della mafia e la diffusione epidemica dell’eroina che miete vittime dirette e indirette. Incontro chiave per la crescita e l’elaborazione artistica di Battaglia è Josef Koudelka, fotografo ceco autore del più importante reportage sulla fine della primavera di Praga e l’invasione sovietica.
«Un bravo fotografo non registra solo quello che vede, registra quello che ha dentro» dice Battaglia. Dunque se gli omicidi di mafia della Palermo degli anni Settanta, immortalati per i reportage di «L’Ora», diventano oltre che documento storico, anche strumento per inchieste e processi, trasformandola nella “fotografa di mafia”, questi scatti crudi sono anche oggetto di mostre coraggiose che denunciano la condizione di guerra che cala sull’intero paese in quegli anni, senza timore di muovere una feroce critica allo Stato e alla connivenza del Governo con i mafiosi. Se chi scrive lotta con la parola, se i giudici lottano con le inchieste, la fotografa lotta con la macchina fotografica in un instancabile impegno civile e politico.
Fotografa, regista e ambientalista, Letizia Battaglia diviene assessora dei Verdi con la giunta di Leoluca Orlando, è cofondatrice del centro di documentazione “Giuseppe Impastato”, prima donna europea ad avere ricevuto il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale a New York (1985) e The Mother Johnson Achievement for Life a San Francisco (1999). Nel maggio 2009 a New York viene premiata con il “Cornell Capa Infinity Award”. The New York Times la nomina (unica italiana) tra le 11 donne più rappresentative del 2017.
Il racconto degli eventi in un bianco e nero rispettoso dell’intimità dei soggetti ritratti, la drammaticità della mafia, ma anche la vita con empatia e senza sofisticati tecnicismi sono al centro della sua ricerca.
Battaglia si muove nei quartieri popolari, racconta la condizione femminile, il manicomio, i carcerati e l’ambiente nella convinzione granitica che l’impegno civile sia motore di cambiamento, in coerenza e continuità tra ciò che è come donna e ciò che fotografa.
La dignità dei soggetti è il fulcro della narrazione, lo spazio sacro entro il quale ci si muove con l’obiettivo. Una narrazione sempre personale, che non cerca la bella foto, ma la relazione così i ritratti di bambine raccontano di un’infanzia che ha appena scoperto la serietà della vita, bambine che somigliano a lei stessa com’era decenne nel momento in cui il mondo ha smesso di essere solo bellezza.
Nonostante il trasferimento a Parigi, Battaglia inaugura a Palermo i Cantieri Culturali della Zisa, il Centro Internazionale di Fotografia nel 2017, museo, scuola e centro culturale. In quegli spazi si susseguono mostre di artiste e artisti che raccontano con la medesima passione il nostro tempo.
La mostra ai Magazzini Fotografici è stata organizzata su iniziativa della fotografa Yovonne de Rosa, in occasione della contemporanea antologica dell’artista presso la Casa dei Tre Oci a Venezia. Il passaggio di testimone è con Gabriele Basilico, un altro grande nome della fotografia, celebre per le fotografie di architettura e paesaggi urbani. La mostra su Gabriele Basilico verrà inaugurata il 13 marzo 2020 alle 19.
Negli ultimi anni la fotografa si dedica ai nudi di amiche e conoscenti, solo donne, celebrate nella loro umanità, bellezza e forza. Proprio i nudi saranno oggetto della mostra Corpo di donna, ospitata dal 7 marzo al 7 aprile 2020 al Crumb Gallery di Firenze. La prima mostra di Letizia Battaglia a Firenze, 23 opere fotografiche di formato diverso, tra cui molte inedite che toccano i temi più intimi cari all’artista.
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Letizia Battaglia
Magazzini fotografici
fino all’ 8 marzo nei seguenti orari:
mercoledì/sabato dalle 11:00 alle 19:00
domenica dalle 11:00 alle 14:30
Biglietto 5 euro