«Vorrei che da questa scuola uscissero dei pulcinella». Così Mariano Rigillo presenta le linee guida del secondo anno accademico della scuola di teatro dello Stabile di Napoli. Nominato all’unanimità, lo scorso luglio, direttore della scuola dopo la scomparsa di Luca De Filippo, Rigillo commenta :«Questa nomina mi lusinga molto. Amo il rapporto con i giovani, è sempre una scoperta. Cerco di dare quanto più possibile ai miei attori, in cambio da loro prendo le energie per difendermi dagli anni che avanzano. Mi sento un po’ vampiro in questo».
LA STORIA DEL TEATRO PARTENOPEO
L’attore, in linea con l’indirizzo dato da De Filippo alla scuola, si augura di poterlo arricchire istituendo una cattedra di recitazione napoletana e ampliando il quadro delle materie insegnate. «Mi piacerebbe – dice – che venisse Renzo Musumeci (figlio del famoso Enzo Musumeci) a insegnare scherma e che, oltre alla storia del teatro, si studiasse la storia del teatro napoletano. Napoli, diversamente dalle altre città, è un prisma che ha varie facce espressive. L’attore deve saper rappresentare questa diversità».
Due le cose su cui insiste: voce e dizione. «Ho sempre dato molta importanza alla voce. Un’ossessione che mi accompagna dai tempi della scuola. Così come la dizione che va applicata anche alla lingua napoletana».
SULLA STRADA MAESTRA DI CECHOV
Rigillo racconta un po’ di storia: «Quando ho iniziato a Napoli esisteva il gruppo d’arte drammatica dell’Enal e Pesaro era la sede del festival nazionale. Erano gli anni in cui la televisione entrava per la prima volta nelle case degli italiani e io ebbi modo di guardare il festival alla tv. Lo vinse un gruppo di attori guidati dallo straordinario formatore Mario Ciampi, tra cui il giovane Antonio Casagrande. Decisi così di andare da Ciampi che mi disse di ritornare con qualcosa di pronto. Preparai “Sulla strada maestra” di Cechov. Mi prese e mi affidò a un veneziano perché secondo lui dovevo imparare a parlare bene».
ATTORI BILINGUE
L’intenzione di Rigillo è quella di formare attori bilingue che siano in grado di passare con disinvoltura dall’italiano al napoletano. I corsi avranno inizio il 20 ottobre. 29 gli allievi (15 dei quali hanno partecipato nella passata stagione ad alcune produzioni nazionali e internazionali). Le lezioni si svolgeranno nelle sedi dei teatri Mercadante e San Ferdinando. Ad aprire l’anno sarà il regista e drammaturgo Lorenzo Salveti (docente della scuola e dal 1976 responsabile del corso di recitazione all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio d’Amico”) con un laboratorio, una full immersion negli atti di Cechov. «Sarebbe bello che il primo giorno ci fosse anche il sindaco De Magistris a battezzare la scuola», è l’invito di Rigillo.
STAGE E LABORATORI
I corsi saranno arricchiti con stage, laboratori tenuti da attori e personalità al di fuori del corpo docenti, anche internazionali, e gli studenti avranno la possibilità di fare esperienze all’estero. Il terzo anno del corso, quello che il gruppo degli allievi affronterà l’anno prossimo, terminerà con due saggi, uno in napoletano e uno in italiano.
DAL PALCOSCENICO ALLA TELEVISIONE
Nato a Napoli nel 1939, Rigillo si diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma e ha come primi maestri Orazio Costa e Sergio Tofano. Dopo il diploma si afferma come uno dei più promettenti interpreti teatrali (sarà lo strepitoso “Masaniello” di Porta firmato da Armando Pugliese nel 1974). Con Giuseppe Patroni Griffi si mette in luce con “Napoli, notte e giorno” e “Napoli, chi resta e chi parte” e debutta al cinema in “Metti una sera a cena” nel 1969. Vincitore di numerosi premi, calca da decenni i palcoscenici di tutta Italia. La nomina a direttore della scuola, il cui mandato riguarda i prossimi 2 anni di completamento del primo triennio, è stata motivata dalla sua approfondita conoscenza del teatro e dalla ricca esperienza che nasce in ambito teatrale ma attraversa anche il mondo del cinema e della televisione.
Per saperne di più
Nelle foto, Mariano Rigillo allo spazio “Libri e caffè” del teatro Mercadante (Piazza Municipio, 1) per spiegare le linee guide della scuola di teatro dello Stabile di Napoli. Con lui il direttore del teatro Luca De Fusco